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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

La pista dei soldi della Lega arriva in Russia

Uno dei 3 indagati nel caso Lombardia Film Commission e i presunti fondi neri: “Non fatemi aprire il cassetto della memoria”.“Mosse tonnellate di soldi”

La pista dei soldi della Lega arriva fino in Russia. E passa per la Barachetti Service, la srl dell'elettricista indagato che in una relazione della Guardia di Finanza sintetizzata oggi dal Corriere della Sera è al centro dell'esame di quattro segnalazioni sospette effettuate dall'Uif, ovvero l'Unità antiriciclaggio della Banca d'Italia. 

La pista dei soldi della Lega arriva in Russia

Alcune annotazioni sono state inserite nel fascicolo d'indagine che riguarda la cena all'hotel Metropol di Mosca alla quale partecipò anche Gianluca Savoini. La moglie di Barachetti, Tatiana Andreeva, è titolare della società OOO Sozidaner Oblast di San Pietroburgo e avrebbe utilizzato una parte dei soldi provenienti dal Carroccio per l’acquisto di un appartamento.

Secondo la relazione la donna era intercettata quando un funzionario di banca le ha ricordato di «evitare di far transitare sul conto movimentazioni provenienti dalla Lega».

Nella relazione trasmessa ai magistrati la Finanza sottolinea che «le segnalazioni di operazioni sospette afferiscono sia alla movimentazione finanziaria che agli atti societari di imprese e soggetti emersi in precedenti approfondimenti quali beneficiari di fondi provenienti dalla Lega, tra cui Radio Padania Piccola Società Cooperativa,atitolo di pagamento fatture per servizi e prestazioni professionali e dalla Fondazione Lombardia Film Commission», al centro dell’inchiesta che ha portato agli arresti i commercialisti Alberto Di Rubba, Michele Scillieri e Andrea Manzoni.

Tra loro c’è appunto la Barachetti Service che sarebbe stata utilizzata per schermare il passaggio di denaro. Ufficialmente i soldi vengono versati per prestazioni professionali. Secondo l’antiriclaggio una parte di quei fondi fa però il percorso inverso e torna nelle casse della Lega. E proprio questo ha generato il sospetto.

La Finanza scrive che la Barachetti e un'altra società hanno ricevuto dalla Lega fondi per circa 350mila euro in un anno e l'azienda «risulta beneficiaria di fondi trasferiti da una fondazione partecipata da enti locali la cui provvista è riconducibile alla ricezione di fondi pubblici». Ed ecco il meccanismo sospetto: «Si rileva il reiterarsi di una operatività caratterizzata dal trasferimento di fondi per ordine della Lega e di entità correlate a titolo di pagamento fatture emesse da una società terza che a propria volta con tali fondi regola fatture emesse da società collegate all’entità politica ovvero li gira su con tinte stati ad altre società del gruppo Barachetti». 

Il commercialista della Lega: "Se parlo io è un bel casino"

Tatiana Andreeva avrebbe quindi acquistato immobili a San Pietroburgo e risulta aver avuto rapporti economici con il Carroccio. Tra il 2016 e il 2018 la Barachetti ha ristrutturato l’abitazione di Di Rubba a Casnigo fatturando per quasi 70mila euro, altri 82mila per la stessa ragione a Giulio Centemero. Ai pm dovrà spiegare però perché abbia restituito parte dei soldi.

Intanto il Fatto Quotidiano riporta le parole intercettate di Michele Scillieri, uno dei tre commercialisti indagati dalla Procura di Milano per la vicenda Film Commission e i presunti fondi neri della Lega: “Questi non mi devono scassare le balle, perché io di cose ne so, e vorrei tenermele per me e portarmele nella tomba, però se apro quel cassetto”. 

Il trojan nel suo telefono registra tutto. In più passaggi farà capire di poter aprire il “cassetto della memoria” che creerebbe danni enormi ai commercialisti della Lega e al partito. Vicende che andrebbero oltre il denaro. “È una cosa diversa – dice Scillieri – che non ho mai detto”. Va ricordato che nel suo studio milanese ha avuto il primo domicilio la nuova Lega di Salvini. Magistrati e finanzieri saltano sulla sedia e annotano: “Scillie ri, in un impeto di rara schiettezza, tira fuori tutto scagliandosi contro Di Rubba, Manzoni e il loro fidato braccio operativo Francesco Barachetti”.

In un'altra intercettazione si parla di "tonnellate di soldi" movimentate.  Intanto Matteo Salvini sostiene in un colloquio a Repubblica: "Quei soldi sono stati spesi, è ovvio che non si trovino". Il segretario della lega è sereno e spiega: "Per anni abbiamo pagato gli stipendi, gli affitti, sostenuto campagne elettorali: dei costi enormi. E poi, ho dovuto chiudere Radio Padania, il giornale La Padania, abbiamo rinunciato a tanti dipendenti. Pensate che se avessimo avuto ancora quelle risorse avremmo fatto tutti quei tagli? I soldi non si trovano perché non ci sono più, possono cercare ovunque", conclude il leader. Quanto ai timori per le ripercussioni, Salvini dichiara: "Zero, nulla da temere. Io due li conosco come persone per bene (il riferimento e' a commercialisti Di Rubba e Manzoni, ndr). La verita' e' che finira' tutto in un nulla di fatto, come per le altre inchieste. Anche qui, i magistrati cerchino pure, ma non troveranno nulla. A proposito: manca solo India e Nuova Zelanda e hanno completato il giro del mondo, con la caccia al tesoro", ironizza sugli inquirenti mentre riprende il suo intenso tour per Regionali e referendum.

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