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Giovedì, 25 Aprile 2024
LAVORO

"Delusa e amareggiata perché ci credevo": la storia di M., cassaintegrata da Berlusconi

Sono 43 gli impiegati del Popolo delle Libertà che Berlusconi e Forza Italia hanno deciso di mandare in cassa integrazione. M. è una di loro e ci ha raccontato la sua storia, quella di una delusione politica e personale

M. amava il proprio lavoro ed è lei stessa ad ammetterlo. Perché quello che faceva per vivere era anche un progetto politico, in cui lei e i suoi colleghi credevano davvero. Lavorava per il Popolo delle Libertà e quello oltre ad essere il suo impiego era il suo partito. Adesso però è cassaintegrata perché dal 2013 Berlusconi ne ha sospeso le attività e 43 delle persone che lavoravano a quel progetto politico sono rimaste a casa. Per questo ha deciso di scrivere una lettera aperta al Cavaliere:
 

Da lei che proclamava di non aver mai licenziato nessuno, da lei che ha sempre professato di avere a cuore i diritti dei lavoratori e che ha fatto della lotta alla disoccupazione uno dei suoi cavalli di battaglia, un briciolo di rispetto e umanità per i propri dipendenti messi in cassa integrazione senza spiegazioni io me li sarei aspettati. mai una parola di solidarietà è stata spesa nei nostri confronti, privatamente o in pubblico, né da lei, Presidente, né da chi al partito si è assunto la responsabilità di questa scelta di comportamento. Trattati come se non esistessimo e come se non fossimo mai esistiti

Parole cariche di amarezza e delusione quelle scritte da M. direttamente al Cavaliere. Lei e i suoi colleghi sono stati messi alla porta con una mail, senza neppure un colloquio per formali saluti. Ce lo racconta direttamente:

Personalmente trovo surreale che vengano inviate comunicazioni tanto gravi e dolorose in questo modo asettico, senza che nessuno abbia ritenuto umanamente e moralmente corretto convocarci almeno per un colloquio di commiato.


Quella che sta vivendo M. insieme ai suoi colleghi non è solo la storia di un licenziamento, ma anche un momento di crisi politica e personale, per aver ricevuto un trattamento inaspettato:
 

Avevo in Berlusconi il mio punto di riferimento politico, credevo in un progetto e credevo  in parole come meritocrazia o riconoscenza. E invece, oltre ad aver perso un lavoro che amavo, un mondo mi è crollato addosso e quei valori per cui sempre ho combattuto sono crollati come un castello di carte portandomi a domandarmi se, per tutto questo tempo, non abbia invece preso un'enorme cantonata sia umana che politica. Nel mio caso la delusione prevale sulla rabbia e sulla preoccupazione che pure non mancano

M. non si è però persa d'animo e ha deciso di denunciare la sua condizione: ha messo insieme tutti i suoi colleghi cassaintegrati e adesso è on-line il sito licenziatidasilvio.it che dà sfogo ai malumori, sempre più forti, all’interno del partito, scoppiati dopo la cura dimagrante imposta al movimento azzurro per rimpinguare le casse vuote a causa dei tagli al finanziamento pubblico. E di questo M. è soddisfatta: 

La mia nasce come un'iniziativa prettamente personale ma che ha trovato in seconda battuta il pieno appoggio della maggior parte dei colleghi cassintegrati che si riconoscono nel mio appello e nelle mie considerazioni. 

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