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Martedì, 23 Aprile 2024
Caso chiuso / Trieste

"Liliana Resinovich si è suicidata": chiesta l'archiviazione

Dopo oltre un anno di indagini la procura di Trieste non ha individuato elementi per ipotizzare che sia stata uccisa. La 63enne era stata trovata senza vita dentro due sacchi dell'immondizia, il 5 gennaio del 2022

Liliana Resinovich, la sessantatreenne trovata morta dentro a due sacchi dell'immondizia lo scorso 5 gennaio 2022, si è tolta la vita. Dopo oltre un anno di indagini non sono emersi elementi per ipotizzare che sia stata uccisa, per questo motivo la procura di Trieste ha chiesto di archiviare il fascicolo sul suo decesso. Per il sostituto procuratore Maddalena Chergia, titolare del fascicolo, "la sola ricostruzione degli eventi consegnata dagli atti processuali è "l'intenzionale allontanamento" di Liliana Resinovich "dalla sua abitazione e dell'altrettanto intenzionale decisione di por fine alla propria vita". Un esame "ragionato" dei complessivi risultati dell'indagine "non consente altre ipotesi, e dunque non legittima le illazioni arbitrarie e fantasiose germogliate qua e là nel gorgo mediatico" si legge nella nota del procuratore Antonio De Nicolo.

Una volta escluso l'omicidio, se non è stato possibile accertare se sia morta lo stesso giorno della sua scomparsa - "come molte circostanze in fatto, puntualmente indicate nella richiesta di archiviazione, inducono a supporre" - o se si sia nascosta un paio di settimane" ed abbia deciso di por fine alla propria vita solo pochi giorni prima del ritrovamento (come fa propendere la consulenza medico legale)", per la procura "non è necessario sciogliere tale dilemma per giungere all'archiviazione" dato che non è emersa, "con un minimo di concretezza", alcuna ipotesi di reato contro la vittima.

La decisione, arrivata a più di un anno dalle indagini, non sorprende. Decisiva si era rivelata la consulenza medico legale chiesta dalla procura in cui si evidenziava l'assenza di "qualsivoglia segno ragionevolmente riportabile a violenza per mano altrui", la mancanza "di lesioni attribuibili a difesa" e di altre ferite che avrebbero potuto impedirle di reagire a un'aggressione. Una morta "per asfissia" - provocata dai sacchetti trovati intorno al collo - avvenuta "ragionevolmente a circa 2-3 giorni prima" del ritrovamento del corpo.

La procura: "Liliana Resinovich si è suicidata"

Chiudendo il caso, la procura di Trieste non ha dubbi sul suicidio: "La sola ricostruzione degli eventi consegnata dagli atti processuali è quella dell'intenzionale allontanamento" di Liliana Resinovich "dalla sua abitazione e dell'altrettanto intenzionale decisione di por fine alla propria vita. Un esame ragionato dei complessivi risultati dell'indagine - i soli con i quali la procura della Repubblica, ovviamente, è tenuta a confrontarsi - non consente altre ipotesi, e dunque non legittima le illazioni arbitrarie e fantasiose germogliate qua e là nel gorgo mediatico che ha avviluppato questa vicenda e dal quale questo Ufficio s'è doverosamente tenuto lontano".

L'unico elemento che non è stato possibile accertare rimane il giorno della morte, un dilemma che secondo il pm non incide sull'archiviazione. Nel comunicato si puntualizza che il dovere della procura è l'accertamento di eventuali reati contro la vittima, "non quello di ricostruirne in dettaglio ogni attimo degli ultimi giorni di vita - una volta escluse, beninteso, sia l'avvenuta segregazione contro la sua volontà sia la sussistenza di altre condotte lesive in suo danno ad opera di terzi".

Se dunque "non è stato possibile appurare se sia vero che la signora sia deceduta lo stesso giorno della sua scomparsa (come molte circostanze in fatto, puntualmente indicate nella richiesta di archiviazione, inducono a supporre) o se, alternativamente, sia vero che abbia voluto rimanere nascosta un paio di settimane ed abbia deciso di por fine alla propria vita solo pochi giorni prima del ritrovamento (come fa propendere la consulenza medico legale)", per la procura "non è necessario sciogliere tale dilemma per giungere all'archiviazione della vicenda: è sufficiente constatare che dalle indagini, scrupolosamente condotte, non è emersa, con un minimo di concretezza, alcuna ipotesi di reato specifica e perseguibile ai danni della deceduta".

I legali del marito: "Giusta la richiesta di archiviazione"

"Condividiamo le conclusioni della procura di Trieste della cui attività investigativa non abbiamo mai dubitato. Ovviamente ci riserviamo di leggere tutti gli atti del fascicolo per valutare, eventualmente, con l'ausilio di nostri esperti, se e in quali termini le conclusioni della procura possano necessitare di ulteriori approfondimenti". Questo il commento degli avvocati Alice e Paolo Bevilacqua e Vincenzo Martucci che tutelano gli interessi di Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich.

Oggi la procura ha chiesto l'archiviazione: nessun omicidio, la donna si è suicidata, la conclusione dopo oltre un anno di indagini. Resta controverso il giorno della morte: per i medici legali sarebbe morta 2-3 giorni prima del ritrovamento, mentre la procura e il marito propendono per un decesso avvenuto poco dopo la scomparsa. Visintin, come parte offesa, può opporsi alla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura, magari chiedendo ulteriori approfondimenti. Sarà un gip, alla fine, a decidere se archiviare, accogliere eventuali integrazioni oppure ordinare nuove indagini.

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