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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso / Trieste

Liliana Resinovich: la svolta che non c'è e il rebus dei soldi

La donna scomparsa a Trieste il 14 dicembre scorso era stata ritrovata morta il 5 gennaio: le indagini vanno avanti, ma la svolta non arriva

Il giallo di Liliana Resinovich è molto lontano dalla conclusione. Le indagini continuano. Indagati non ce ne sono. C'è il marito Sebastiano Visintin che scrive su Facebook dediche d’amore alla sua moglie, scomparsa a Trieste il 14 dicembre scorso e ritrovata morta il 5 gennaio: "Sempre ti amerò", corredando il messaggio con vari scatti della loro vita insieme. C'è l'amico Claudio Sterpin, al quale la donna si era riavvicinata negli ultimi mesi e che ha raccontato come Liliana, seppur di fatto avesse intenzione di separarsi da Visintin, lo considerasse “comunque il suo consorte”, tanto che lo avrebbe mantenuto grazie alla propria pensione. C’è il giallo di quei 2mila euro ritrovati nella casa di famiglia. Forse la donna li teneva da parte per pagare la caparra e l’anticipo dell’affitto di un nuovo appartamento? Solo ipotesi, nulla più.

Liliana Resinovich e il giallo dei soldi

Il tema dei soldi ritorna. Liliana i codici del suo conto corrente li aveva nascosti all'insaputa di Sebastiano, dietro ad un quadro nella loro camera da letto e alla richiesta di chiarimento da parte del fratello Sergio aveva risposto un laconico "non si sa mai". A rivelare un particolare importante nel caso aperto sulla morte di Liliana Resinovich è stata la scorsa settimana la trasmissione Chi l'ha visto, che ha mandato in onda un'intervista realizzata da Paolo Andriolo proprio a Sergio. C'è un piccolo particolare: quel foglietto, secondo a quanto sostiene Sergio, è sparito. Anche stasera, mercoledì, la trasmissione di Federica Sciarelli tornerà sul caso Resinovich. 

Ieri alla trasmissione di Rai Due “Ore 14” ha parlato Claudio Sterpin, che ha risposto a una domanda relativa ai soldi presenti sul conto corrente della vittima, gli ormai 50mila euro di cui si è ampiamente data notizia in questi ultimi mesi: "Liliana non mi ha mai parlato di nessun tesoretto. Quella era probabilmente la liquidazione di una vita di lavoro, nulla di più". "Lei mi diceva che Sebastiano era pur sempre il suo consorte. Si sarebbero obiettivamente separati, ma lui era il coniuge debole da un punto di vista finanziario e Liliana l’avrebbe mantenuto con una parte della sua pensione, come prevede la legge”. E i 2mila euro trovati nell’abitazione coniugale? “Tutti teniamo dei soldi in casa – ha glissato Sterpin –. Posso confermare, però, che lei era alla ricerca di una casa in affitto, al cui interno avremmo dovuto andare a vivere insieme. La stava cercando per lei, in quanto avrebbe lasciato l’altro appartamento al marito”.

Non è sfuggito agli inquirenti il dettaglio che Liliana non avesse la fede al dito quando è stata trovata cadavere in un boschetto non lontano da casa sua. . L’aveva lasciata a casa, insieme ad altre cose preziose e care come alcuni oggetti appartenuti a sua madre. Anche questo ha fatto pensare, forse un simbolo di un legame che non c’era più e che lei non voleva più indossare. Nulla si può escludere. Omicidio? O c'è anche l'ipotesi del suicidio ancora in campo? Tutte le piste sarebbero aperte. Il caso è molto complesso. TriestePrima ha raccontato giorni fa che Sergio, il fratello di Liliana, avrebbe inviato in Procura un documento nel quale sostiene che, a suo dire, la sorella non si sarebbe suicidata ma sarebbe stata uccisa. Ma nell'inchiesta aperta per sequestro di persona, non risultano al momento indagati. La memoria, che è stata messa agli atti, segue a un analogo documento depositato anche dall'amico della donna, Claudio Sterpin, contenente le stesse convinzioni. Sia il fratello di Liliana che Sterpin sin dalla scomparsa della donna hanno ripetutamente manifestato l'idea che nella vicenda si configura un omicidio.

Nuovi esami su vari reperti

Qualche giorno fa il presidente dell'Associazione Penelope Nicodemo Gentile ha nominato i consulenti di parte per quanto riguarda la tutela legale della famiglia di Liliana Resinovich. Dopo la revoca dell'incarico a Luigi Fadalti, oltre all'avvocato Federica Obizzi la squadra aggiunge un genetista, un medico legale e un criminologo, nonché antropologo forense ed esperto in autopsie psicologiche. "Si tratta di una ricognizione - spiega l'avvocato Obizzi -, vale a dire del tentativo di capire i comportamenti della vittima e di ricostruire ciò che stava vivendo Liliana nel suo passato, sulla base di tutto quello che è stato finora messo in campo". Si parla quindi di fotografie, video, dichiarazioni di tutti gli attori in campo, dalle testimonianze oculari fino ai dettagli che riguardavano la vita della sessantatreenne fino al giorno della sua scomparsa, quel maledetto 14 dicembre. "Inizieremo a lavorare il prima possibile per fornire alla Procura e alle investigazioni tutto il supporto possibile".  Le indagini vanno avanti. 

Nuovi esami su vari reperti (tra i quali gli indumenti intimi che indossava la donna al momento del ritrovamento, un guanto nero in tessuto elastico, una mascherina chirurgica, un cordino ed esami biologici sul materiale organico prelevato nel corso dei precedenti esami) potrebbero rivelarsi decisivi perr capire cosa sia successo a Liliana Al momento, infatti, non sono state trovate tracce di violenza, armi da taglio, fori di proiettile sul suo cadavere. Nulla che possa essere la chiave di un lungo giallo.

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