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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'omicidio / Treviso

Lino e Rosanna, i coniugi uccisi in casa: sorpresi dal killer mentre mangiavano

Massimo Pestrin, fratello della vittima, gli avrebbe scaricato un intero caricatore addosso. Il movente: "La mia famiglia complottava contro di me"

"La mia famiglia complottava contro di me". Massimo Pestrin, 50 anni, ha spiegato con queste parole le ragioni che ieri, mercoledì 3 maggio, l'hanno portato a uccidere a sangue freddo il fratello Lino Pestrin e la cognata Rosanna Trento di 63 e 57 anni. L'omicidio è avvenuto a Paese, piccolo comune del Trevigiano, intorno all'ora di pranzo di mercoledì 3 maggio.

Il fatto di sangue, su cui sono ancora in corso le indagini, si è consumato in un'abitazione che si trova all'interno dell'azienda agricola Pestrin. Venerdì mattina il 50enne sarà interrogato in carcere ma già in queste ore ha rilasciato nuove dichiarazioni spontanee agli inquirenti. Come raccontano i colleghi di TrevisoToday, ha sostenuto di essere vittima di un complotto da parte dei familiari. L'uomo non ha menzionato problemi di soldi ma ragioni personali dietro la furia omicida che l'ha portato a uccidere i due coniugi, suoi parenti. L'ex moglie di Pestrin vive a Preganziol e il suo contributo potrebbe essere di grande aiuto alle indagini in corso per chiarire le ragioni di un gesto tanto folle e brutale. Al momento il presunto autore del delitto si trova in carcere con l'accusa di duplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

La ricostruzione dei fatti

Il colonnello dei carabinieri di Treviso, Massimo Ribaudo​, ha ricostruito la dinamica del duplice omicidio con queste parole: "Marito e moglie sono stati uccisi dentro casa, mentre stavano per mettersi a pranzo poco dopo le 13, erano entrambi seduti a tavola". Il colonnello ha quindi specificato che le vittime "sono state colpite nella parte alta del busto". L'arma del delitto, ha aggiunto Ribaudo, "è una pistola regolarmente detenuta dal momento che Massimo Pestrin, lavora come guardia giurata e non aveva precedenti penali".

Il procuratore di Treviso Marco Martani ha detto che nella telefonata al 112 "l'arrestato era estremamente freddo, lucido" e ha riferito "all'operatore che aveva ucciso sua fratello e sua cognata" chiedendo "di mandare al più presto una volante. Ha dato le due generalità e non ha fornito ulteriori particolari". Più tardi, ha aggiunto il procuratore, "ha reso delle dichiarazioni spontanee e di tipo confessorio davanti al pubblico ministero". Pestrin "ha ammesso il fatto" e ha detto "di essere stato vittima di un complotto". L'uomo avrebbe sparato 17 colpi. "Praticamente ha scaricato il caricatore della sua Glock calibro 9x21 addosso al fratello e alla cognata che stavano mangiando e quindi erano assolutamente impreparati a quest'aggressione" ha detto il procuratore. 

Il sopralluogo

Nel pomeriggio di mercoledì, intanto, i Ris hanno svolto il primo sopralluogo nella casa del duplice omicidio. Pestrin si trovava già in casa nella tarda mattinata di ieri, non è arrivato all'improvviso cogliendo di sorpresa i due coniugi. Avrebbe ucciso prima il fratello Lino e poi la cognata. Alcuni bossoli sono stati trovati anche sulla soglia della porta che conduce al piano superiore. Tracce che fanno pensare lui sia uscito e rientrato dopo aver freddato il fratello e la cognata. I tre proiettili non esplosi e trovati per terra, invece, erano avanzati e Pestrin se n’è liberato prima di confessare il duplice omicidio alle forze dell'ordine.

Omicidio a Paese

La visita del sindaco

Katia Uberti, sindaco di Paese, si è recata giovedì mattina in visita alla famiglia Pestrin: "Siamo davanti a una tragedia talmente grande che penso per ora servano solo riservatezza e rispetto del dolore" ha detto. "Conoscevo solo di fama la famiglia Pestrin, oggi sono qui per incontrarli di persona e portare loro la vicinanza e le condoglianze di tutta la nostra comunità". 

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