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Venerdì, 29 Marzo 2024
Immigrazione

Lite Italia-Francia sui migranti: sgombero e caos a Ventimiglia

Alfano incontra il collega Cazeneuve in Lussemburgo, per cercare di stemperare le tensioni fra Parigi e Roma dovute al blocco francese di Ventimiglia. I profughi che stazionavano da giorni sugli scogli in attesa di lasciare l'Italia e partire per la Francia sono stati sgomberati

ROMA - Oggi in Lussemburgo è previsto il primo confronto diretto fra i ministri dell'Interno dell'Ue sull'agenda immigrazione e asilo che la Commissione europea ha proposto il mese scorso, e che prevede misure di politica comune, come la redistribuzione obbligatoria ("relocation") di 40.000 siriani ed eritrei nei prossimi due anni da Italia (24.000) e Grecia (16.000) verso gli altri Stati membri.

COME RIPARTIRE I RIFUGIATI - Il Consiglio affari interni, previsto da tempo, sarà precedeuto da una sorta di pre-vertice a quattro fra il commissario europeo responsabile dell'Immigrazione e Asilo, Dimitris Avramopoulos, il ministro dell'Interno italiano Angelino Alfano, e i suoi colleghi francese e tedesco, Bernard Cazeneuve e Thomas de Maizière. Lo scopo dell'incontro è chiaro: da una parte cercare di stemperare le tensioni fra Parigi e Roma dovute al blocco francese di Ventimiglia, considerando anche che sulla "relocation" la Francia in realtà è alleata dell'Italia; dall'altra, ed è la cosa più importante, trovare una linea comune fra la Commissione e i tre più grandi Paesi dell'Ue (il Regno Unito in questo caso è fuori perché ha un "opt-out" sulle misure in questo settore e non partecipa al voto) che possa contrastare la fronda, molto forte, di tanti paesi dell'Europa dell'Est e magari convincere altri Stati membri che ci starebbero se fossero calibrati meglio, dal loro punto di vista, i quattro criteri della chiave di ripartizione dei rifugiati (ad esempio dando più peso ai migranti già accolti in passato o al tasso di disoccupazione). A parte Regno Unito, Irlanda e Danimarca, che hanno un "opt out" e non votano, fra i Paesi membri ad oggi Ungheria e Repubblica ceca assolutamente contro la proposta, mentre a favore di uno schema volontario e non obbligatorio ci sono gli Stati baltici, Slovacchia e Slovenia, Croazia, Polonia, Bulgaria, Romania, Spagna e Portogallo, più la Finlandia con qualche distinguo.

Migranti, in piazza dopo la strage: "Stop al genocidio" | Foto di Selene Cilluffo

LA PROPOSTA DELL'UE - A favore della proposta ci sono almeno dieci Paesi: Italia, Grecia, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Svezia, Cipro, Malta, Lussemburgo. Le dichiarazioni del premier Matteo Renzi nell'intervista al Corriere della Sera sul "Piano B" che l'Italia potrebbe attivare nel caso in cui non passasse la "relocation" (una misura che il governo già considera insufficiente) non hanno impressionato più di tanto la Commissione europea, che continua in modo determinato sulla sua strada, difendendo l'integralità della sua proposta "fino all'ultima parola", come ha detto venerdì scorso il portavoce Margaritis Schinas. "Abbiamo visto le dichiarazioni del premier italiano e possiamo solo dire che non siamo al corrente di eventuali 'Piani B', che ora è prematuro parlare di scenari speculativi e che ci sembra opportuno aspettare la discussione dei ministri", ha aggiunto ieri Schinas, durante il briefing di mezzogiorno della Commissione. La portavoce per le politiche dell'immigrazione, Natasha Bertaud, ha aggiunto: "Alcuni dicono che le nostre proposte si spingono troppo in là, altri troppo poco. Noi pensiamo di aver trovato il giusto equilibrio e difenderemo queste proposte", sia oggi con i ministri dell'Interno, sia al vertice dei capi di Stato e di governo a fine giugno. Comunque, ha aggiunto la portavoce, "pensiamo che una decisione vada presa adesso".

"Siamo al corrente dei controlli che stanno avvenendo alle frontiere dell'Italia con Francia, Austria e Svizzera, e ricordiamo - ha detto ancora Bertaud - che tutti gli Stati membri devono rispettare gli accordi di Schengen (sulla libera circolazione delle persone, ndr) e le norme Ue sull'asilo", che impongono, tra l'altro, l'identificazione con le impronte digitali di tutti gli immigrati irregolari richiedenti asilo. L'esecutivo Ue sta "facendo delle verifiche" per valutare la situazione, ha aggiunto. La Commissione insiste sul carattere vincolante della sua proposta, che difende con forza. "Abbiamo visto come il sistema ha funzionato in passato", quando ci sono stati tentativi di redistribuzione volontaria dei rifugiati che non hanno praticamente dato esito, ha ricordato Bertaud. "Noi vogliamo - ha concluso - che il meccanismo sia vincolante".

EMERGENZA IMMIGRATI: COSA SUCCEDE A ROMA

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La proposta della Commissione deve essere approvata a maggioranza qualificata dal Consiglio Ue, che la esaminerà per la prima volta oggi a Lussemburgo, quando tuttavia non è ancora previsto che ci sia un voto. La Commissione si attende anche il sostegno al più alto livello politico dai capi di Stato e di governo al vertice di Bruxelles del 25 e 26 giugno.

SGOMBERO A VENTIMIGLIA - E intanto c'è tensione a Ventimiglia, dove alle prime ore del mattino polizia e carabinieri sono intervenuti per sgomberare le decine di migranti che dormivano nelle aiuole a Ponte San Ludovico, in un accampamento improvvisato da alcuni giorni. Gli agenti hanno liberato l’aiuola centrale, dove dalla sera del 15 giugno si erano sistemate a dormire una cinquantina di persone, e le zone limitrofe, come quella degli scogli dei Balzi rossi, dove a piccoli gruppi avevano formato dei bivacchi. Alcuni di loro hanno opposto resistenza e i poliziotti li hanno bloccati e trascinati di peso verso il pullman della Croce Rossa, che è partita poi in direzione della stazione di Ventimiglia. Altri sono riusciti a fuggire e a raggiungere la scogliera. Ora i profughi si trovano in un campo allestito vicino alla stazione dei treni.

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