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Martedì, 23 Aprile 2024
Bimbo morto a Ragusa

Loris, il cerchio si stringe: "L'auto della mamma mai davanti alla scuola"

Le telecamere nei pressi della scuola Falcone Borsellino non hanno mai ripreso la Polo nera di Veronica Panarello: la donna ha mentito. Trovate tracce organiche sulle forbicine sequestrate in casa Stival

ROMA - Crollano una dopo l'altra le certezze di Veronica Panarello, la madre venticinquenne di Andrea Loris Stival, il bimbo di otto anni ucciso sabato scorso a Santa Croce Camerina, nel ragusano. Sono sempre meno le parole della donna che trovano riscontro nelle indagini degli inquirenti, e sono sempre di più i punti bui nelle sue ricostruzioni. L'ultimo campanello d'allarme è suonato venerdì pomeriggio quando carabinieri e polizia hanno avuto la certezza che la Polo nera della ragazza, quel sabato mattina, non ha mai raggiunto la scuola di Loris. A mettere in dubbio le sue parole - la Panarello continua a sostenere di avere accompagnato suo figlio a scuola - ci aveva già pensato un video ripreso da una telecamera di sorveglianza posizionata di fronte casa Stival che mostrava Loris scendere dall'auto della madre e tornare a casa da solo. 

UN BUCO DI QUINDICI MINUTI - Gli inquirenti, insomma, anche se ancora non procedono in maniera ufficiale - la donna non è iscritta nel registro degli indagati - sono sempre più convinti che la Panarello abbia mentito e possa continuare a farlo. Le telecamere nei pressi della scuola, infatti, non registrano mai un'immagine della vettura nell'orario indicato dalla donna, che ha detto di aver lasciato Loris alla "Falcone Borsellino" verso le 8:30. Inoltre, nel suo racconto, già di per sé confusionario e spesso contraddittorio - in due giorni avrebbe dato due versioni diverse a chi indaga -, ci sarebbe anche un buco di quindici minuti su quello che accadde il 29 novembre scorso. Tutte coincidenze, e dimenticanze, che di certo non aiutano la posizione della donna. 

LE FASCETTE "COMPATIBILI" - Una posizione che già venerdì mattina era sensibilmente peggiorata. Tutta "colpa" di una maestra di Loris che aveva consegnato alla polizia delle fascette da elettricista, che la stessa mamma del bimbo le aveva dato lunedì, spiegandole che adesso a suo figlio non sarebbero più servite per gli esercizi di scienze. Peccato, però, che l'insegnante e il preside della scuola abbiano giurato che quelle fascette non sono mai state fatte usare agli alunni per nessun compito perché ritenute pericolose. A dare il colpo di grazia erano arrivati poi i primi risultati della scientifica che avevano chiarito come quelle stesse fascette potessero essere "compatibili con quella usata per l'omicidio". 

TRACCE SULLE FORBICI - Gli stessi esperti hanno isolato tracce organiche, ora sottoposte a esame genetico, sulle forbicine trovate nell'abitazione di Loris Stival, che sul corpo presenterebbe dei graffi, e sequestrate dagli investigatori. Secondo quanto si apprende, il campione genetico sarebbe stato isolato con il luminol dagli esperti, che sono pronti ad eseguire gli esami per stabilire a chi appartenga quella traccia. 

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