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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Latina

Strage di Latina, le richieste d'aiuto di Antonietta sono cadute nel vuoto

Aveva più volte chiesto aiuto Antonietta Gargiulo: non sa ancora che le figlie sono state uccise dal loro padre, Luigi Capasso, che si è poi tolto la vita

Aveva più volte chiesto aiuto Antonietta Gargiulo. Un mese fa, il 29 gennaio, Luigi Capasso, l'autore della strage di Latina, si era appostato sotto la casa. Lei aveva chiamato il 118, ma agli uomini della Volante arrivati Capasso disse che aspettava alcuni amici per un caffè.

Carabiniere spara alla moglie, poi uccide le due figlie e si suicida 

Ancor prima, a settembre, la donna aveva presentato il primo esposto. C'erano state anche aggressioni fisiche. Ora è grave in ospedale, e non sa che le figlie Martina e Alessia sono morte, uccise dal loro papà. Antonietta Gargiulo, si era rivolta in tante occasioni alle forze dell'ordine, agli amici, ai familiari, agli assistenti sociali, al parroco, per chiedere aiuto contro quell'uomo diventato violento e ossessivo. Non venne mai preso alcun provvedimento contro di lui.

Il 7 settembre nell'esposto alla questura di Latina la donna scriveva: "Mio marito Luigi Capasso, carabiniere presso la stazione di Velletri, è venuto fuori dalla fabbrica dove lavoro e mi ha strattonato per un braccio. Mi ha chiesto di sapere il nome della persona che mi aveva mandato un sms. Tutto questo è avvenuto davanti a testimoni". 

L'avvocato della donna

"Aveva un atteggiamento ossessivo e persecutorio – spiega l’avvocato Maria Belli, legale della donna – Si faceva trovare sotto casa e la seguiva”.

L’avvocato Belli conferma che a settembre Antonietta Gargiulo aveva presentato un esposto alla polizia, denunciando le aggressioni subite: il 4 settembre scorso davanti allo stabilimento Findus di Cisterna, il luogo di lavoro della vittima, e successivamente nell’appartamento di via Collina dei pini, davanti alle figlie minori e ad altri testimoni.   E’ la stessa Antonietta Gargiulo a precisare queste circostanze il 26 gennaio 2018, quando il commissariato di polizia di Cisterna la chiama per ascoltarla in seguito a un esposto che anche il marito aveva presentato contro di lei.  Antonietta parla di un rapporto conflittuale con il marito, con accese discussioni di cui erano spesso testimoni anche le due figlie, di 8 e 13 anni. Il 9 settembre, dopo le aggressioni, Capasso aveva deciso di andare via dall’appartamento e da allora dormiva in caserma. Ma aveva sempre cercato di avere contatti con la moglie, cercando di incontrarla in ogni occasione. “Da lì era iniziato uno stalkeraggio serrato da parte del carabiniere che si faceva trovare sotto casa e che aveva insistito più volte per incontrarla. Lei, però, su mio preciso suggerimento – afferma ancora l’avvocato Maria Belli – aveva sempre rifiutato anche quando lui, dopo aver svuotato il conto corrente comune, disse che le avrebbe dato i soldi se acconsentiva ad incontrarlo. È sempre stata attentissima, molto prudente”.  I due erano sposati dal 2001 e la prima udienza della separazione giudiziale era stata fissata al 29 marzo. Antonietta racconta anche che aveva paura del marito per il suo carattere aggressivo e violento e che i effetti personali ancora presenti in casa voleva farglieli recapitare tramite altre persone.

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