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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Egitto

Di Maio "cauto" in Egitto: la verità per Giulio Regeni è ancora molto lontana

Il vicepremier al Cairo: "Al Sisi mi ha detto che Giulio 'è uno di noi'. Eni è un attore produttivo importantissimo per l'Egitto". Amnesty: "L'Italia deve fare di più per chiedere la verità"

"In questi 31 mesi, le istituzioni italiane si sono mosse insicure e senza coerenza. La missione dell'ambasciatore Cantini è miseramente fallita. L'Italia deve fare di più e non avere paura di chiedere la verità. Come si può pretendere di essere credibili quando allo stesso tempo si mantengono eccellenti relazioni con il governo egiziano?" Così risponde a una domanda di Repubblica sul caso sulla vicenda di Giulio Regeni, giovane ricercatore italiano torturato e ucciso al Cairo a febbraio 2016, il nuovo segretario generale di Amnesty International Kumi Naidoo.

"Questa, come molte altre, è una doppia violazione dei diritti umani: della vittima e della famiglia - prosegue Naidoo -. Non abbiamo fatto tutto ciò che è in nostro potere per ottenere risposte. Ci deve essere un modo per fermare l`impunità verso abusi e torture. Finché permettiamo a chi ne è responsabile di uscirne immuni, le ingiustizie non si fermeranno. Se sei un ministro che incontra Al Sisi e gli metti sul tavolo la responsabilità di una pesante violazione dei diritti umani, devi essere consapevole e forte del fatto che è lui a essere in una posizione di debolezza".

Di Maio cauto in Egitto: "Svolta auspicabile"

 "Auspico che entro la fine dell'anno si possa arrivare ad una svolta" nelle indagini relative al caso Regeni. Lo ha detto il vicepremier, Luigi Di Maio, dal Cairo al termine dell'incontro con il presidente egiziano Al Sisi. Il primo argomento" di confronto con il presidente egiziano "è stato Regeni, ha spiegato, "abbiamo detto che ci aspettiamo una svolta dall'incontro, che ci sarà a breve, tra le Procure" italiana ed egiziana "e pensiamo che si debba accelerare".

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"Sia Al Sisi che i membri del Governo presenti - ha proseguito Di Maio - sono stati più che disponibili e convengono che la verità vada accertata il prima possibile. Al-Sisi ha detto: 'Regeni è uno di noi'". "Quello che stiamo facendo come governo è venire in tre ministri in tre mesi di governo qui e chiedere tutti e tre la stessa cosa - ha detto ancora Di Maio - accelerare sulla ricerca della verità, massima collaborazione da parte nostra ma soprattutto, come ho detto anche al presidente Al Sisi, chiediamo una svolta. E' auspicabile che ci sia una svolta il prima possibile perchè questo poi ci consentirà di andare avanti nella ricerca della verità".

"Egitto cruciale per stabilizzare regione"

Le relazioni "l'Egitto, stante la risoluzione del caso Regeni, possono essere un'occasione ulteriore per stabilizzare la Libia" aggiunge Di Maio, dal Cairo al termine dell'incontro con Al Sisi, sottolineando come L'Egitto rappresenti "sia per le nostre aziende sia per la nostra comunità italiana qui un'occasione di investimenti economici e di sviluppo economico ma è chiaro che la normalizzazione dei nostri rapporti non può che passare per la verità su Giulio Regeni".

"Ho detto al presidente al Sisi che terremo assolutamente conto dell'Egitto nell'affrontare il dossier Libia e che garantiremo un coordinamento - ha spiegato - Se vogliamo riportare il Mediterraneo al suo splendore non possiamo prescindere dai rapporti tra Italia ed Egitto. Il Mediteraneo deve tornare centrale per l'Europa e soprattutto per l'Italia, noi abbiamo una grande occasione quello di riportare il Mediterraneo al suo splendore stabilizzando alcune regioni che non sono stabili soprattutto una su tutte, la Libia". Nel tema Libia, ha proseguito Di Maio, "ci sono tante altre questioni che conosciamo bene come il rischio terrorismo, il tema dell'immigrazione e su questo l'Egitto dimostra che quando una regione si stabilizza poi non partono più i barconi e questo è quello che auspichiamo anche nella stabilizzazione della Libia".

Il ruolo dell'Eni

Le scoperte di Eni e le sue ricerche in Egitto "ci fanno apprezzare tantissimo qui". Lo ha sottolineato il vice premier. "Gli investimenti che ha fatto Eni qui, soprattutto nel periodo più difficile, quello in cui molti magari giustamente sono andati via, il fatto che Eni sia rimasta qui ne fa un attore produttivo importantissimo per l'Egitto e per il presidente egiziano, che ha avuto parole di lodi".

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"Io penso che se andiamo verso la normalizzazione dei rapporti potremmo anche creare anche nuove occasioni non solo per le nostre aziende di Stato ma anche per le pmi - ha proseguito Di Maio - ce la metteremo tutta ad accertare la verità (su Regeni, ndr) in tempi brevi così che l'Egitto possa tornare un partner a pieno titolo dell'Italia e che possa rinormalizzare i rapporti".

Fratoianni: "Incomprensibile"

"'Il presidente Al Sisi mi ha detto che Giulio Regeni è uno di noi'. E ancora: 'Eni è un attore produttivo importantissimo per l'Egitto'. Lo ha detto Luigi Di Maio, dopo aver incontrato il dittatore egiziano. E ha aggiunto che si aspetta 'una svolta sulle indagini entro la fine dell'anno'. Francamente non ne comprendo il senso". Lo scrive su Facebook il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e uguali.

"Giulio - prosegue il leader di Si - è stato ucciso più di due anni fa. E da settimane è in carcere una attivista per i diritti umani in Egitto, che si stava occupando del caso di Giulio. Siamo ancora alle attese, alle svolte e agli annunci sulla ricerca della verità? Non è sufficiente tutto il tempo passato e tutto ciò che è accaduto, depistaggi inclusi, per decidere di essere più duri, anche dal punto di vista economico e commerciale con l'Egitto?". "Ma davvero veniamo considerati così poco come Paese - conclude Fratoianni - e sono più importanti gli interessi economici di una impresa?".

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