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Sabato, 20 Aprile 2024
L'incrocio di interessi con la Leitner / Verbano-Cusio-Ossola

Luigi Nerini e gli altri: chi sono gli indagati per l'incidente alla funivia Stresa-Mottarone

56 anni di Baveno (Verbania), è il proprietario della società che ha in gestione la struttura. Con lui sono in stato di fermo l'ingegnere che la dirige e il capo operativo del servizio. Accusati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime

Luigi Nerini, 56 anni di Baveno (Verbania), proprietario della società che ha in gestione la funivia Stresa-Mottarone. L'ingegnere direttore della struttura. E un dipendente. Questi sono i primi tre indagati per la strage della funivia del Mottarone con le accuse di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime.

Luigi Nerini e gli altri: chi sono gli indagati della tragedia della funivia Stresa-Mottarone

Il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi ha detto che i tre fermati hanno avuto un comportamento ''consapevole e sconcertante'' perché  avrebbero avuto consapevolezza del malfunzionamento dell'impianto frenante e per ''evitare continui disservizi e blocchi'' hanno preferito per settimane continuare a mettere a rischio i passeggeri, coscienti che l'''anomalia necessitava di un intervento più radicale, di un blocco più consistente'' dell'impianto. Per ovviare allo stop che avrebbe comportato la perdita di soldi i tre avrebbero deciso di ''manomettere il sistema di sicurezza'', cioè di apporre il forchettone per mettere una pezza al problema al sistema frenante. Forchettone che, una volta che si è tranciato il cavo trainante della funivia, ha impedito alla cabinovia di restare sospesa e l'ha lasciata precipitare nel vuoto per circa 20 metri.

Nei giorni scorsi Nerini aveva fatto sapere di essere "molto provato", ma anche che fin da subito si era "messo a disposizione della procura di Verbania". Domenica, accompagnato dal legale, ha raggiunto l'impianto della funivia - la struttura e la documentazione è sotto sequestro - e ha precisato che "tutti i controlli, le verifiche e la manutenzione sono a posto". Una versione che ha ribadito all'agenzia di stampa AdnKronos tramite l'avvocato. Domenica aveva inviato una nota per esprimere cordoglio per la tragedia: "La società 'Ferrovie del Mottarone quale gestore dell'impianto funivia Stresa - Mottarone esprime il proprio cordoglio e la propria vicinanza alle famiglie in questo momento di dolore". 

A mezzanotte è entrato nella caserma dei carabinieri dove si gestivano gli interrogatori accompagnato dal suo avvocato, mentre si diffondeva la notizia dell'indagine nei confronti di un dipendente, quello accusato di aver materialmente evitato di rimuovere il forchettone che non ha permesso l'entrata in funzione del freno d'emergenza. Ora è in stato di fermo, in attesa di convalida del Gip. 

Tre fermi per l'incidente alla funivia Stresa-Mottarone: in manette il gestore Luigi Nerini, il direttore del servizio e un dipendente

Gli altri due indagati per l'incidente alla funivia Stresa-Mottarone

Oltre a lui, le persone fermate per l'incidente alla funivia che ha causato 14 vittime sono un ingegnere, il direttore del servizio, e il capo operativo del servizio.
Le accuse nei loro confronti sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime. In una serie di dichiarazioni uscite oggi su Repubblica Nerini ha fatto sapere di sentire "tutto il peso del giudizio mediatico, l’«essere messo subito in croce». Ma, prima di tutto, c’è il «dolore straziante»".

Non chiude occhio da domenica, teme le conseguenze giudiziarie, certo. Ma ai carabinieri ha ripetuto che la sua società — Ferrovie del Mottarone — è sempre stata «attentissima al funzionamento e alla manutenzione degli impianti». Nel segno di questo scrupolo, Nerini — è emerso — , ha stipulato un contratto di assistenza full con l’altoatesina Leitner, dalla quale l’imprenditore acquistò l’80% delle Funivie di Mottarone, poi fusa in Ferrovie. 

Nerini ha due figli poco più che ventenni e ha ereditato il business dal padre e dal nonno. La sua prima società gestiva solo autobus che collegavano i paesi del lago Maggiore - la Autoservizi Nerini di Verbania - ed era anche titolare di un'agenzia di viaggi. Poi ha venduto tutto per dedicarsi alle funivia, che fatturava 1,8 milioni di euro l'anno. 

Cos'è il forchettone che ha fermato il freno d'emergenza della funivia Stresa-Mottarone

Nerini e l'incrocio di interessi con la Leitner

Il quotidiano spiega che è proprio dalla Leitner a cui oggi è affidata la manutenzione della funivia che la Nerini acquistò l’80% delle Funivie di Mottarone, cambiandogli successivamente nome in Ferrovie e rilevando poi anche l'altro 20%. Quattro anni fa, però la multinazionale dei Seeber aveva in pegno la società. Nel 2017, e cioè un anno dopo la stipula del contratto con cui Nerini aveva affidato agli altoatesini la “manutenzione ordinaria e straordinaria” della funivia. "Un canone annuo di 150mila euro", ha detto il suo avvocato Pasquale Pantano che ricorda la ristrutturazione dell’impianto tra 2014 e 2016. Nerini riceve un compenso di 96mila euro l'anno dalla sua società mentre il comune gliene versa altri 130mila. 

Il 3 aprile 2015, il consigliere regionale piemontese Maurizio Marrone presentò un’interpellanza per conoscere lo stato di manutenzione del collegamento Stresa-Mottarone. Nel ’97 — spiegò — le due tratte erano state tolte a Nerini dopo «grave degrado dell’impianto» e date in concessione a un’azienda incaricata di risanarlo.

L'azienda ha avuto negli ultimi anni utili da 200 mila fino a 440 mila euro. I debiti sono pari a 2,6 milioni. Fino a ieri. 

Funivia Stresa-Mottarone: "Hanno manomesso il freno d'emergenza per evitare un blocco, un comportamento sconcertante"

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