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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso

La mamma della baby squillo: "Oggi non lavori? Servono soldi, ti ritiro da scuola"

Nelle intercettazioni, le pressioni della madre sulla figlia quattordicenne: "Devi lavorare perché io sto a corto, dobbiamo recuperà". Per evitare che la ragazzina fosse stanca la madre era pronta a ritirarla da scuola

ROMA - Sapeva tutto, la mamma. Sapeva che sua figlia quattordicenne era una delle due baby squillo della Roma "bene". Lo sapeva e ne era felice perché i soldi che la ragazzina portava a casa le servivano per continuare una vita agiata che altrimenti non avrebbe potuto permettersi. Così, la incoraggiava a continuare: le organizzava le giornate per farle trovare tempo per la scuola, ma soprattutto per i clienti. 

"Devi lavorare perché io sto a corto, dobbiamo recuperà". Così la donna, nelle intercettazioni pubblicate da il "Corriere della Sera", spingeva la ragazzina fra le braccia dei suoi sfruttatore. E a nulla valgono i tentativi di giustificarsi della ragazzina: "Sto male". La mamma insiste e lei: "Mo' vedo che posso fà. Comunque pure se, eh... comincio tardi... cioè oggi ma veramente sto male... domani dopo scuola si vede, dai". 

Difronte alle difficoltà della figlia, la madre le chiede di andare a ritirare dei biglietti per uno spettacolo teatrale. Non una parola di preoccupazione, non un ripensamento.

La scuola, in tutto questo, resta l'ultimo dei problemi. "Mi ha chiamato la professoressa di latino. Voleva sapere perché non stai andando. Gli ho detto che non ti senti bene - dice la madre alla ragazzina - Mi ha detto: pensa che domani verrà a scuola? Cosa hai intenzione di fare? Dimmelo perché se no... ci prendiamo in giro. Andiamo dagli insegnanti e glielo diciamo". E la baby squillo: "Ma io voglio andarci a scuola. E' che non c'ho tempo per fare i compiti". 

E quando la ragazzina dice che dopo i compiti è stanca per andare da Mimmi, uno degli sfruttatori, la signora replica così: "Allora devi fare una scelta. Puoi alternare i giorni. Qui una soluzione bisogna trovarla, se no ti ritiro". La soluzione per la madre, quindi, sarebbe quella di ritirare la figlia da scuola per evitare che sia stanca per il "lavoro". Ma la quattordicenne reagisce: "Non mi puoi ritirare mamma, non c'ho sedici anni. Ci voglio andare". A scuola, però. Non dai clienti. 

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