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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Torino

Tutta la storia della maestra d'asilo licenziata per un video hard mandato su Whatsapp al fidanzato

Uno dei protagonisti della vicenda: "È colpa dell'insegnante, non mia e di mia moglie". "È stato lui a chiedermi di mandargli le foto", è la ricostruzione della giovane 

Ha poco più di venti anni la maestra d'asilo che è stata licenziata dopo che un suo video hard e alcune foto esplicite che aveva mandato al fidanzato sono finite nella chat su Whatsapp del calcetto di quest'ultimo e da lì sono circolate in rete. La storia, di cui abbiamo parlato ieri, viene da una cittadina nel torinese ed è già finita in tribunale ma oggi i giornali riportano altri particolari di una vicenda incredibile che va raccontata dall'inizio. 

Tutta la storia della maestra licenziata per un video hard mandato su Whatsapp al fidanzato

Tutto comincia quando la ragazza conosce un calciatore dilettante e intreccia con lui una storia che dura pochissimo, ma dopo due settimane che si frequentano gli invia un video hot e 18 foto. Il calciatore posta quasi tutto in una chat su Whatsapp frequentata dai suoi amici della squadra di calcetto, anche se lei nei filmati e negli scatti è perfettamente riconoscibile. "È stato lui a chiedermi di mandargli le foto", è la ricostruzione della giovane che aveva conosciuto il fidanzato a dicembre del 2017 secondo Repubblica Torino. "Non me lo ricordo", si è difeso lui ( assistito da Pasqualino Ciricosta e Alessandro Di Mauro). Secondo l'accusa l'uomo ha condiviso uno screenshot da cui si capiva chi era il mittente. 

A quel punto uno dei presenti nella chat la riconosce come la maestra d'asilo di suo figlio e invia tutto alla moglie. Proprio lui, oggi a colloquio con La Stampa, racconta com'è andata la vicenda e si difende accusando la ragazza: "Se si inviano certi video, si deve mettere in conto che qualcuno li divulghi". Franco, come viene chiamato dal quotidiano, è accusato di aver mandato i filmati alla moglie che a sua volta li avrebbe condivisi con altre mamme e con la direttrice. Oggi ricostruisce così la vicenda: "Due anni fa, con una ventina di altre persone, avevo una chat degli amici del calcio. Uno di noi usciva con una ragazza e, un giorno, ci ha girato dei video che lei gli aveva mandato. Erano video hard. A seguire commenti da uomini. Di tutto e di più. Guardando i filmati mi sono accorto che era la maestra di mia figlia e ho avvisato mia moglie. Non potevo credere che una maestra facesse certe cose".

Secondo la ricostruzione dell'accusa la moglie di Franco ha chiamato la maestra e l'ha minacciata: "Guai a te se lo denunci o lo dici in giro. Altrimenti dico tutto alla dirigente dell’asilo". Franco smentisce che la donna abbia minacciato la maestra. In ogni caso "Non riuscirà nel suo intento – scrive il pm Ruggero Crupi nell’avviso di conclusione delle indagini – solo per la ferma volontà della vittima di denunciare quanto accaduto". Dalle indagini emerge come la vittima, difesa dal legale Domenico Frangapane, non si sia fatta intimidire ma  fosse convinta a denunciare. La donna (difesa dall'avvocata Flavia Pivano) affronterà il processo insieme al marito, alla dirigente della scuola che avrebbe costretto la giovane a licenziarsi, e a un’altra maestra.

Il video hard su Whatsapp e la maestra d'asilo in provincia di Torino

Repubblica Torino riporta oggi la sua versione dei fatti: "Nessuna minaccia, io volevo solo proteggere lei e mia figlia. È stato quello il mio unico errore e lei mi aveva ringraziato eppure sono stata denunciata". La donna, avendo capito di chi si trattasse racconta di aver "inviato le foto a una mia amica, anche lei aveva il bimbo al nido per avvertirla e anche per dirle di avvisare la maestra, visto che era sua amica, perché andava salvaguardata".

Si sono incontrate in un bar «le dissi di far attenzione a quello che faceva, che lavorava con dei bambini e non era bene, altre mamme vedendo i video avrebbero potuto giudicarla male. Anche perché era a contatto con bimbi molto piccoli, la mia non aveva neanche due anni». La maestra a quel punto, non sapendo della chat, si sarebbe messa a piangere: «Mi ha ringraziato, mi ha detto che se non era per me quei video sarebbero arrivati ovunque, ma io le dissi che se aveva intenzione di denunciare doveva dirmelo, avrei tolto mia figlia dal nido. Lei mi disse che lo avrebbe fatto, ringraziandomi».

La direttrice, assistita dall’avvocato Valentina Zancan si difende: «E’ stata lei a confidarsi con me e a raccontarmi cosa le era successo. Era sconvolta. Ho cercato di tranquillizzarla, le ho detto di stare a casa per un po’, in attesa che si placasse la tempesta, ma non volevo licenziarla».

Secondo l'accusa invece l’avrebbe costretta alle dimissioni. La maestra ha già fatto causa in civile e ha chiuso un accordo extragiudiziale con la scuola. L’ex fidanzato ha chiesto un anno di messa alla prova. Per gli altri il primo dicembre si aprirà il processo. L'ex fidanzato della vittima invece ha chiesto di accedere alla messa alla prova, istituto giuridico che corrisponde a una sorta di risarcimento sociale a cui le persone per cui è prevista una pena sotto i 4 anni chiedono di accedere per evitare la condanna. Il giudice Modestino Villani ha deciso che dovrà fare lavori socialmente utili durerà un anno.

L’uomo, difeso dagli avvocati Pasqualino Ciricosta e Alessandro Dimauro, dovrà svolgere otto ore di servizio ogni settimana senza poter disporre di sospensioni nei mesi estivi o nei periodi festivi: "Il ragazzo ha capito di aver sbagliato, ha risarcito e sta seguendo il percorso sulla messa alla prova. Ho seri dubbi sull’esistenza del dolo specifico, un gesto fatto senza voler ferire ma si è reso conto di aver sbagliato". La maestra ha chiesto centinaia di migliaia di euro di risarcimento, altrimenti si costituirà parte civile nel processo penale che attende la direttrice e la moglie “spiona” del calciatore. La causa di lavoro è finita con una transazione. 

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