Dentro i centri d'accoglienza di Mafia Capitale: "Condizioni pessime"
Nella struttura della capitale, gestita da una delle cooperative commissariate dopo Mafia Capitale, una visita della commissione diritti umani del Senato. Usb: "Violazione diritti umani"
Senza riscaldamento da mesi e con pochissima acqua calda anche se è pieno inverno. Accade al centro di pronta accoglienza 'Salem' di via del Frantoio 44 a Roma, che ospita 33 minori stranieri non accompagnati, uno dei tanti gestito dalle cooperative che fanno capo alla 29 Giugno di Salvatore Buzzi, arrestato nell'ambito di mafia capitale. La denuncia arriva da Valentina Greco che lavora come operatrice nel centro ed è delegata del sindacato di base Usb:
Questa è una violazione dei diritti umani: il riscaldamento non è mai partito e nessuno sa dirci perché. Abbiamo chiesto all'amministrazione e al commissario una soluzione ma le nostre segnalazioni non hanno avuto un esito
Proprio l'Unione sindacale di base ha organizzato una conferenza stampa presso la struttura per accendere i riflettori sulla situazione e per lanciare una manifestazione di operatori e utenti dei centri per il 23 febbraio in piazza dell'Esquilino, una zona ad alta densità migrante della capitale.
FUORI DAL CENTRO D'ACCOGLIENZA: GUARDA I COMMENTI
A rispondere alla denuncia del sindacato anche l'assessore alle Politiche Sociali e alla Casa del Campidoglio Francesca Danese che ha visitato il centro insieme al presidente della commissione Diritti Umani, il senatore del Pd Luigi Manconi:
È una struttura drammaticamente inadeguata ad accogliere delle persone. Qui vivono oltre 20 minori privi totalmente di riscaldamento. Questi giovani hanno vissuto tutti i mesi invernali, anche con temperature particolarmente rigide, dentro stanze in pessime condizioni, con infissi non perfettamente chiusi. Senza contare l'acqua calda, permessa solo per fasce orarie, e un'alimentazione palesemente inadeguata per degli adolescenti
L'emergenza e i disagi, lo raccontano sindacalisti e operatori, dura da prima che l'inchiesta su mafia capitale scoppiasse. "Il riscaldamento è partito per qualche giorno a ottobre, poi non è più andato” conferma Greco.
Ma il problema non riguarda solo il centro di via del Frantoio. Sul posto anche operatori di altre strutture. Michelangelo lavora a Guidonia, in una struttura nella provincia romana: “Il problema è insito nel sistema che si è dimostrato un terreno fertile per il malaffare. L'emergenza la vivevamo anche prima che scoppiasse mafia capitale anche se dopo l'avvio dell'inchiesta la situazione, soprattutto per quanto riguarda i pagamenti, è più precaria” racconta. “Solo per fare un esempio, nel centro dove lavoro io da un mese e mezzo manca il dentifricio e il deodorante. Nei primi dieci giorni di gennaio invece non ci avevano fornito le tessere dell'abbonamento ai mezzi pubblici che vengono pagate con la parte di soldi che spetta agli utenti. I ragazzi non si potevano muovere. Questi episodi generano insoddisfazione e nervosismo tra gli ospiti”. Presente anche Andrea che invece lavora nel campo rom di Castel Romano, sempre nei dintorni della capitale: “Una parte del campo è senza elettricità perché si è rotto il quadro”.
VIDEO - LAVORARE NEI CENTRI: VALENTINA, OPERATRICE E DELEGATA USB
Per questo l'Unione sindacale di base ha lanciato una manifestazione per il 23 febbraio in piazza dell'Esquilino per denunciare “tutte le situazioni dove non c'è un'accoglienza dignitosa costruendo un percorso unico tra migranti e operatori” spiega Massimo Muccari dell'Usb. “Denunciamo pubblicamente che nei centri colpiti dall’inchiesta da un lato l’accoglienza di migranti, rifugiati e richiedenti asilo continua ad essere priva di dignità, mentre dall’altra parte gli operatori sociali sono impossibilitati a svolgere al meglio il loro lavoro”. Aggiunge Muccari: “In molte delle cooperative commissariate i contratti scadono il 28 febbraio, o al più tardi ai primi di marzo, e non sappiamo ancora cosa accadrà poi. E se i migranti vengono parcheggiati come pacchi, gli operatori, più che un servizio sociale, sono ridotti a svolgere mero lavoro di portierato sottoposti a contratti precari, sotto inquadrati e a turni massacranti anche di 12 ore consecutive per la cronica mancanza di personale” conclude Muccari.