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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Roma

Mafia Capitale, in appello riconosciuta l'aggravante mafiosa

Pene ridotte rispetto al processo di primo grado sull'indagine "Mondo di mezzo", ma è stata riconosciuta l'aggravante mafiosa

La terza sezione della Corte d'Appello di Roma, presieduta da Claudio Tortora, ha ribaltato la sentenza di primo grado del processo sull'indagine 'Mondo di Mezzo' riconoscendo l'associazione per delinquere di stampo mafioso, prevista dall'articolo 416 bis del codice penale, per alcuni degli imputati. 

Massimo Carminati è stato condannato a 14 anni e sei mesi, mentre Salvatore Buzzi a 18 anni e 4 mesi. Pene ridotte ma con i giudici che hanno riconosciuto l'aggravante mafiosa che in primo grado era decaduta. Collegati in videoconferenza dai penitenziari di Opera e di Tolmezzo, Buzzi e Carminati non hanno voluto essere ripresi dalle telecamere al momento della lettura della sentenza. Il pg aveva chiesto una condanna a 26 anni e mezzo per l'ex Nar e 25 anni e 9 mesi per Buzzi, condannati in primo grado rispettivamente a 20 e a 19 anni.

La pubblica accusa, di cui fa parte il pm Luca Tescaroli, che ha affiancato per tutto il processo d'appello i colleghi della procura generale, aveva anche chiesto 24 anni per Riccardo Brugia, 18 anni per Matteo Calvio, 17 anni e mezzo per Paolo Di Ninno, 16 anni e 10 mesi per Agostino Gaglianone, 18 anni e mezzo per Luca Gramazio, 17 anni per Alessandra Garrone, 14 anni e mezzo per Franco Panzironi. Una richiesta complessiva di 430 anni di carcere per 43 imputati. 

"Abbiamo sempre detto che le sentenze vanno rispettate. Lo abbiamo fatto in primo grado e lo faremo anche adesso. La corte d'appello ha deciso che l'associazione criminale che avevamo portato in giudizio era di stampo mafioso e utilizzava il metodo mafioso. Era una questione di diritto che evidentemente i giudici hanno ritenuto fondata", ha detto il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, in aula assieme al pm Luca Tescaroli in applicazione ai sostituti procuratori generali Antonio Sensale e Pietro Catalani, commentando la sentenza di appello al processo Mafia Capitale.

"Questa sentenza conferma la gravità di come il sodalizio tra imprenditoria criminale e una parte della politica corrotta abbia devastato Roma. Conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che bisogna tenere la barra dritta sulla legalità. E' quello che stiamo facendo e continueremo a fare per questa città e i cittadini", è stato il commento del sindaca di Roma Virginia Raggi dopo la lettura della sentenza di appello del processo su Mafia Capitale.

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