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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia capitale / Roma

Processo Mafia Capitale, ecco le prime condanne

La sentenza del gup di Roma, Anna Crisculo, per i quattro imputati coinvolti nell'inchiesta che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato: 5 anni e 4 mesi per Emilio Gammuto, 4 anni per Emanuela Salvatori, Raffaele Bracci e Carlo Gaudenzi

ROMA - Sono arrivate le prime condanne per i quattro imputati coinvolti nell'inchiesta Mafia Capitale che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato, davanti al gup Anna Criscuolo. Una pena di 4 anni è stata stabilita dal giudice per Emanuela Salvatori, ex funzionaria del comune e responsabile dell'attuazione del Piano Nomadi di Castel Romano accusata di corruzione. Emilio Gammuto, accusato di corruzione, per il quale è stata riconosciuta l'aggravante del metodo mafioso, è stato invece condannato a 5 anni e quattro mesi. Raffaele Bracci e Claudio Gaudenzi, considerati vicini a Massimo Carminati e accusati di usura, sono stati invece condannati a 4 anni di reclusione.

I CONDANNATI - Il giudice Criscuolo ha riconosciuto l'aggravante dell'articolo 7 della legge antimafia rispetto alle contestazioni mosse nei confronti di Gammuto. Questo fatto accoglie di fatto le richieste dei pubblici ministeri Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli. Emanuela Salvatori, ex responsabile dell'attuazione del piano nomadi di Castel Romano, dovrà scontare quattro anni di reclusione. Secondo il capo d'imputazione l'ex dipendente del Campidoglio avrebbe favorito un finanziamento di 150 mila euro a una cooperativa della galassia di Buzzi in cambio dell'assunzione della figlia. Sono stati infine condannati Bracci e Gaudenzi, ciascuno a 4 anni di reclusione, con l'accusa di usura per aver imposto a un imprenditore tassi del 120% annui sulla somma da restituire.

IL MAXI PROCESSO - L'avvio del processo con 46 imputati, tra cui Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, è previsto per il 5 novembre. La prima udienza è stata fissata nell'aula Occorsio della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. Altre cinque le persone che verranno giudicate con rito abbreviato nell'ambito del processo al 'mondo di mezzo'. Tra di essi, con udienza fissata al 26 novembre, oltre all'ex assessore capitolino alle Politiche abitative Daniele Ozzimo, ci sono: l'ex consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari; Paolo Solvi, collaboratore dell'ex presidente del municipio di Ostia Andrea Tassone; e Gerardo e Tommaso Addeo, collaboratori di Luca Odevaine, ex componente del tavolo di coordinamento per i rifugiati del Viminale arrestato nel corso delle indagini. Per tutti l'accusa è di corruzione. Il 26 novembre il gup Alessandra Boffi deciderà anche sulla costituzione come parti civili presentata, nel processo a Ozzimo, da Pd, Comune di Roma, Regione Lazio, Ama (l'azienda romana dei rifiuti), Cittadinanzattiva e altre associazioni.

PARTI CIVILI - Il Comune di Roma, la Regione Lazio, le associazioni Antonino Caponnetto, Libera, Sos impresa e Cittadinanza attiva. Sono queste le partiti civili riconosciute dal giudice Criscuolo. Nei loro confronti è stata concessa una provvisionale di 20mila euro. Inoltre è stato chiarito che i danni sono da liquidarsi in separata sede.

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