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Giovedì, 18 Aprile 2024
Verdetto storico / Messina

Mafia dei Nebrodi, si chiude il maxiprocesso: condanne per 600 anni

Una sentenza destinata a fare storia: 91 condannati e 10 assolti, confische per milioni di euro. Le lacrime di Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi: "Rompiamo un muro di silenzio"

Il maxi processo contro la mafia dei Nebrodi, si conclude con una condanna complessiva di sei secoli di carcere. L'importante sentenza del tribunale di Patti è arrivata poco dopo la mezzanotte dopo un'ora di lettura del dispositivo e dopo una camera di consiglio lunga addirittura una settimana. Sono novantuno le condanne e dieci le assoluzioni, disposte confische per milioni di euro. 

Mafia dei Nebrodi, si chiude il maxi processo

Una camera di consiglio fiume durata oltre 170 ore in cui il presidente Ugo Scavuzzo ed i giudici a latere, Andrea La Spada ed Eleonora Vona, sono entrati lo scorso 24 ottobre. Una settimana piena per decidere se accogliere le richieste, pesantissime dei pm di Messina. Ad assistere alla sentenza in aula il Procuratore aggiunto di Messina Vito Di Giorgio e i pm Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Antonio Carchietti. L’epilogo di un processo storico, il più imponente nel messinese dai tempi di Mare Nostrum con 101 imputati e richiesta di condanne per circa 970 anni di carcere e 30 milioni di euro di confische. Un dibattimento durato appena diciotto mesi, poco più di un anno e mezzo, tempi record per un processo con oltre cento detenuti. Alla sbarra la cosiddetta “Mafia dei pascoli” e quel sistema attraverso cui la criminalità drenava milioni di euro di contributi europei destinati ai terreni agricoli garantendosi linfa finanziaria. Un meccanismo i cui ingranaggi furono fermati proprio dal protocollo di legalità firmato dall'ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, in lacrime durante la lettura della sentenza: "È un momento importante perché questo paese ha bisogno di risposte, da questa esperienza esce la risposta di un territorio che ha fatto il suo dovere. Abbiamo fatto quello che andava fatto, abbiamo superato il silenzio e abbiamo fatto capire che i fondi europei dovevano andare solo alle persone per bene e non ai capimafia. Quest'aula stasera ha dato un segno di libertà ma anche di dignità. Queste condanne che mi addolorano, perché in fondo non è proprio una vittoria quando le persone vanno in carcere. La lotta alla mafia non si può fare solo con la repressione ma va fatta ogni giorno. Questa esperienza dimostra che da un piccolo territorio nasce un protocollo di legalità che la Commissione europea considera tra i più importanti. Rompiamo questo muro di silenzio".

Una inchiesta nata grazie all'ex Procuratore capo di Messina Maurizio de Lucia, da pochi giorni alla guida della Procura di Palermo, che ha scoperchiato un sistema mafioso milionario fatto di connivenze e silenzi. I reati vanno dall'associazione mafiosa, estorsione, concorso esterno in associazione mafiosa, truffa, falso. Un impianto accusatorio che ha retto, stando alle 91 condanne e alle confische milionarie. Tra 90 giorni si conosceranno le motivazioni della sentenza.

Sei secoli di condanne, tutti i nomi

Ecco tutti i nomi dei 91 imputati condannati ieri a mezzanotte nel Maxiprocesso della mafia dei Nebrodi. La condanna più alta è stata comminata ad Aurelio Faranda, che ha avuto 30 anni di carcere. Condannato a 13 anni e 4 mesi Pasqualino Agostino Ninone; 2 anni e 2 mesi per Laura Arcodia; 7 anni e 4 mesi per Sebastiano Armeli; 3 anni e 10 mesi per Giuseppe Armeli Moccia; 7 anni e 8 mesi per Rita Armeli Moccia; 5 anni e 4 mesi per Salvatore Armeli Moccia; 15 anni e mezzo per Calogero Barbagiovanni; 2 anni (pena sospesa)per Alessio Bontempo; 4 anni per Gino Bontempo; Calabrese Maria Chiara e Antonino Caputo; 3 anni e 4 mesi per Giuseppe Bontempo, Antonino Calì e Giuseppe Carcione. Ancora: 12 anni per Salvatore Bontempo; 25 anni e 7 mesi per Sebastiano Bontempo detto “biondino”, 6 anni e mezzo per Sebastiano Bontempo Scavo, 10 anni per Salvatore Calà Lesina, Gino Calcò Labruzzo; 5 anni e 10 mesi per Jessica Coci; 17 anni e mezzo per Carolina Coci; 4 anni e 8 mesi per Rosaria Coci; 4 anni e 4 mesi per Sebastiano Coci, Giusy Conti Pasquarello e Antonina Costanzo Zammataro; 3 anni per Denise Conti Mica, 11 anni e 2 mesi per Ivan Conti Taguali; 5 anni per Massimo Costantini e Giuseppe Costanzo Zammataro (classe ’50); 3 anni per Claudia Costanzo Zammataro, 16 anni e 4 mesi anni per Giuseppe Costanzo Zammataro (classe ’82), 12 anni per Giuseppe Costanzo Zammataro (classe ’85).

E ancora, 3 anni e 2 mesi per Loretta Costanzo Zammataro; 3 anni per Romina Costanzo Zammataro, 6 anni per Valentina Costanzo Zammataro, 4 anni per Barbara Crascì, 4 anni e 4 mesi per Katia Crascì, 9 anni e 10 mesi per Lucio Attilio Rosario Crascì. Inoltre 3 anni e 4 mesi per Salvatore Antonino Crascì, 6 anni e mezzo per Sebastiano Crascì, 13 anni e 7 mesi per Sebastiano Craxi; 2 anni per Sara Maria Crimi e Pietro Di Bella; 4 anni e 10 mesi per Salvatore Dell’Albani; 10 anni e mezzo per Sebastiano Destro Mignino, 6 anni e 11 mesi per Marinella Di Marco; 3 anni e 4 mesi per Maurizio Di Stefano; 5 anni 4 mesi per Antonino Faranda; 30 anni per Aurelio Salvatore Faranda; 4 anni per Davide Faranda; 6 anni e 2 mesi per Emanuele Antonino Faranda e Gaetano Faranda; 11 anni per Massimo Giuseppe Faranda; 2 anni (pena sospesa) per Giuseppe Ferrera e Valentina Foti; 4 anni per Vincenzo Galati Giordano (classe ’58); 21 anni e 8 mesi per Vincenzo Galati Giordano (classe ’69); 4 anni e 4 mesi per Santo Massaro Galati; 4 anni e 10 mesi per Daniele Galati Pricchia; 6 anni e 2 mesi per Emanuele Galati Sardo, 7 anni per Mario Gulino; 10 anni per Alfred Hila; 4 anni e 2 mesi per Roberta Linares; 11 anni e 8 mesi per Pietro Lombardo Facciale; 3 anni e 8 mesi per Francesca Lupica Spagnolo; 5 anni e mezzo per Rosa Maria Lupica Spagnolo; 3 anni per Mancuso Catarinella e Fabio Mancuso Cristoforo; 9 anni e mezzo per Antonino Marino Agostino.

Poi, 6 anni e 8 mesi per Rosario Marino e Giuseppe Natoli; 4 anni e 10 mesi per Antonino Angelo Paterniti Barbino; 3 anni e mezzo per Massimo Pirriatore; 5 anni e 2 mesi per Elena Pruiti; 10 anni per Francesco Protopapa; 2 anni per Angelamaria Reale; 3 anni e mezzo per Danilo Rizzo Scaccia; 3 anni e 4 mesi per Giuseppina Scinardo e Angelica Giusy Spadaro; 4 anni per Giuseppe Scinardo Tenghi; 2 anni e mezzo a Giuseppe Spasaro; 11 anni e 10 mesi ad Antonia Strangio, 3 anni a Mirko Talamo; 10 anni e 3 mesi a Giovanni Vecchio; 5 anni e 8 mesi a Carmelino Zingales. I giudici del Tribunale di Patti hanno anche assolto 10 imputati: Lucrezia Bontempo, Sebastiana Calà Campana, Andrea Caputo; Rosa Maria Faranda; Innocenzo Floridia, Giuseppina Gliozzo, Giuseppe Natoli, Elisabetta Scinardo Tenghi, Salvatore Terranova. Prescrizione totale per Giovanni Bontempo. La lettura del dispositivo della sentenza è durata quasi un'ora. Dalle 23.09 a mezzanotte.

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