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Giovedì, 18 Aprile 2024
Mafia

Mafia, pizzo alla fiction con Riccardo Scamarcio: condannato dipendente regionale

Vincenzo Cirà, componente della segreteria tecnica dell'ufficio di gabinetto dell'assessorato regionale del Turismo in Sicilia, è stato riconosciuto colpevole di concussione

PALERMO - Non solo i boss. C'è un dipendente regionale tra i condannati per l'estorsione tentata ai danni della Magnolia, casa di produzione della fiction con Riccardo Scamarcio "Il segreto dell'acqua". La seconda sezione del tribunale ha condannato a quattro anni Vincenzo Cirà, componente della segreteria tecnica dell'ufficio di gabinetto dell'assessorato regionale del Turismo, accusato di concussione nei confronti della Magnolia Fiction. Le prime condanne erano state emesse a maggio.

Secondo l'accusa avrebbe preteso l'assunzione di una persona sul set con Riccardo Scamarcio. A condurre le indagini sono stati i sostituti Amelia Luise e Gianluca De Leo. La persona da assumere sarebbe stata Francesco Vella, che fu poi preso non come attore ma come addetto alla sicurezza. Vella - assistito dall'avvocato Nora Campo - è stato assolto dall'accusa di estorsione per "non aver commesso il fatto". Assolte anche tre persone accusate di traffico di stupefacenti: Vincenzo Cosenza, Alessandro Longo, Crocifisso Di Gennaro, assistiti da Antonio Gargano e Debora Speciale.

Il processo nasce da un'indagine del 2012 che ha portato all'azzeramento del clan mafioso della Noce. Nell'inchiesta emersero richieste di pizzo a bar, ristoranti, una focacceria a due passi dal tribunale, imprese edili e alla Magnolia.

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