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Venerdì, 19 Aprile 2024
Interdetta / Brescia

"A mali estremi, estremi rimedi": maltrattamenti sulle ginnaste, allenatrice nei guai

L'istruttrice di un’Accademia per atlete di ginnastica ritmica in provincia di Brescia è stata interdetta dalle palestre: è accusata di maltrattamenti, fisici e psicologici, avvenuti dal 2017 ad oggi

Percosse e abusi quotidiani, violenze fisiche e psicologiche sulle giovani ginnaste che hanno portato all'allontanamento di Stefania Fogliata, istruttrice federale di ginnastica ritmica, accusata di maltrattamenti aggravati dalla giovane età delle persone offese, con le condotte che si sarebbero protratte dal 2017 ad oggi. "Chi è che comanda qui? A mali estremi, estremi rimedi", queste sono soltanto alcune delle vessazioni che le giovani ginnaste, tutte di età compresa tra i 10 e i 14 anni, erano costrette a sopportare durante gli allenamenti, mostrate nelle immagini diffuse dalla Polizia di Stato.

Nel settembre dello scorso anno personale della Squadra Mobile, coordinati da questa Procura della Repubblica, raccoglieva le confidenze di una madre in merito a presunte condotte illecite dell’allenatrice di un’Accademia per atlete di ginnastica ritmica, affiliata alla "Federazione Ginnastica d’Italia", in provincia di Brescia, poste in essere durante gli allenamenti, nei confronti delle figlie e di altre giovani atlete.

Le indagini

Avviate le indagini attraverso le audizioni protette delle presunte persone offese minorenni, videoregistrate e assistite da una psicologa dell’Asst – Brescia. Sono state anche ascoltate oltre venticinque persone, tra vittime, testimoni, genitori delle ginnaste, colleghi dell’indagata, psicologi cui si erano rivolte talune atlete, nonché gli stessi vertici della Federazione nazionale. È stata poi effettuata l’analisi degli apparecchi telefonici e dei dispositivi telematici, grazie alla quale venivano recuperate tracce delle chat di messaggistica pregresse e di riprese video di alcuni episodi, talora effettuate dalla stessa indagata.

Secondo la valutazione espressa nell’ordinanza interdittiva gli elementi raccolti avrebbero confermato il quadro indiziario e spiegato la ragione per la quale le giovani ginnaste avrebbero abbandonato l’Accademia anche a fronte di prospettive di grande successo sportivo, persino in campo internazionale. L’attività investigativa della Polizia di Stato, protrattasi per oltre tre mesi, ha portato alla contestazione di presunte illecite condotte nei confronti di otto ragazze minorenni (di età compresa tra i 10 ed i 14 anni).

Maltrattamenti aggravati

Il Giudice ha ravvisato il reato di maltrattamenti (aggravati dalla minore età delle vittime), in un contesto parafamiliare come quello di una scuola sportiva in cui le minori erano affidate all’istruttrice per ragioni di educazione, sportiva ma anche scolastica, trattandosi di un centro semiresidenziale nel cui ambito le giovani atlete trascorrevano l’intera giornata tra allenamenti ed impegni di istruzione, dalle otto del mattino fino a tarda sera. Il Giudice ha quindi emesso a carico dell’indagata un’ordinanza cautelare interdittiva, applicativa del divieto temporaneo di esercitare la professione di allenatrice sull’intero territorio nazionale per un anno. Le indagini sono tuttora in corso e proseguiranno al fine di accertare il coinvolgimento di altri minori e approfondire la dimensione del fenomeno.

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