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Giovedì, 18 Aprile 2024
Il caso / Bologna

Manichino di Giorgia Meloni appeso a testa in giù al corteo: esplode la polemica

Succede durante una manifestazione organizzata dal collettivo Cua e dal Laboratorio Cybilla a Bologna: "Qui non sarà mai la benvenuta". La condanna dei parlamentari di Fdi

Un manichino raffigurante Giorgia Meloni, appeso a testa in giù, a Bologna in una manifestazione dei collettivi contro il governo. Succede durante una manifestazione organizzata dal collettivo Cua e dal Laboratorio Cybilla a Bologna. L'azione, documentata sulle pagine social degli attivisti, è stata organizzata sotto le Due Torri, in Piazza di Porta Ravegnana durante un corteo, per le vie del centro, contro i rincari e, come recitava uno slogan "per una bella vita", cui hanno partecipato circa 200 persone.

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"Molto grave quanto avvenuto oggi a Bologna, dove esponenti dei collettivi della sinistra hanno sfilato in corteo con un manichino raffigurante il presidente Meloni esposto a testa in giù. Ci auguriamo che gli autori di questo vergognoso atto intimidatorio siano individuati e soprattutto ci aspettiamo una netta e inequivocabile condanna da parte di tutte le forze politiche, sinistra in primis. Solidarietà e vicinanza al presidente del Consiglio Giorgia Meloni", dice il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che di Meloni è anche il cognato.

"Il manichino di Giorgia Meloni impiccato a testa in giù in piazza a Bologna è un pericoloso e inaccettabile segnale di violenza. Nessuno, nemmeno chi siede nelle aule istituzionali e ha fomentato odio contro la destra per raccattare qualche voto, può esimersi dall'indignarsi. Oggi prendono di mira il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma in questa spirale domani potrebbe accadere a chiunque altro. Adesso Pd, sinistra e M5s, si degnino almeno di condannare questa vergogna", afferma.

Il manichino di Meloni a testa in giù

L'immagine è stata pubblicata su Facebook sulla pagina del Laboratorio Cybylla abbinata ad un lungo post. "A pochi giorni da un decreto 'anti-rave' ci troviamo nuovamente ad invadere le strade di Bologna. È facile attaccare mediaticamente la movida, la socialità per privarci della nostra libertà di creare antagonismo. questo abuso nei confronti della dissidenza travestito da decreto è in realtà l’ennesima norma securitaria agita da un governo fascista che ci vuole obbedienti, silenziose e, di fatto, oppresse. Questa norma ci dice che in più di cinquanta persone creiamo un pericolo per l’ordine, l’incolumità e la salute pubblica e noi oggi siamo qui, siamo tantissime ad urlare che nessun provvedimento ci fermerà e che siamo contente di farvi paura. Oggi a suon di musica attraversiamo le strade di Bologna con i nostri corpi liberi e indecorosi per ribadire che il mondo è nostro", si legge.

"Tra sgomberi, cariche all’università e attacchi alle politiche sociali questo governo mira all’appiattimento delle nostre esistenze, delle nostre libertà e dei nostri desideri. Come laboratorio cybilla stiamo in questo momento……. . A poco più di un mese dalla formazione del nuovo governo, con a testa Giorgia Meloni, assistiamo a un attacco infimo e vergognoso alle poche briciole che fino ad ora i governi passati hanno dedicato al welfare", prosegue il post.

"Ci viene detto che il diritto all'aborto non verrà toccato, ci viene detto che verranno erogati sussidi economici per assicurare il “diritto ad essere madre” ma contemporaneamente viene attaccato e ridimensionato il reddito di cittadinanza, ci viene detto che i diritti civili sono già abbastanza, ma in maniera celata subiamo continui attacchi all’aborto, alla libertà di scelta e di autodeterminazione. Lo abbiamo urlato nelle strade, lo abbiamo scritto sui muri e lo ribadiamo oggi attraverso questo momento di socialità divergente: vogliamo molto più della 194 e non siamo disposte a fare neanche un passo indietro. Ad ogni ostacolo alla nostra autodeterminazione risponderemo con una barricata", si legge ancora.

"Tra poche settimane per l’inaugurazione del Tecnopolo e di uno tra i 5 computer più potenti al mondo arriverà in città Giorgia Meloni. Ma non sarà mai la benvenuta a Bologna e da nessun'altra parte. Rifiuteremo la Meloni, rifiuteremo l'elite che inaugurerà il Tecnopolo e ci riapproprieremo di quelle risorse, di quei saperi. Non accetteremo ancora una volta che chi potrà accedere a lusso, ricchezza, scienza e super tecnologie saranno i padroni. Resisteremo sempre contro figure autoritarie che agiscono per una chiara cementificazione di patriarcato, classismo e razzismo. I nostri corpi sono schierati qui oggi per lanciare un segnale ben preciso: non è questo il progresso che vogliamo, non è questa la rappresentanza femminile che vogliamo e, soprattutto, non è un’oppressione camuffata da libertà e tutela quello che vogliamo ottenere. Da oggi il vento cambia, vogliamo una vita bella, ci prendiamo tutto!", conclude il messaggio.

Manichino di Meloni a Bologna

La rabbia di Fratelli d'Italia

Raffica di note stampa dei senatori di Fdi per condannare l'episodio. "Riconoscere in quel manichino orrendamente appeso a testa in giù le fattezze del nostro presidente del Consiglio mia ha letteralmente fatto rabbrividire": così la senatrice Francesca Tubetti. "Non è questo il modo di manifestare il dissenso, la ferocia e l’accecamento ideologico stanno prendendo il sopravvento. Occorre porre un argine e occorre farlo insieme, condannano e isolando i predicatori d’odio e violenza. Lo dico da parlamentare ma anche e soprattutto da madre: mettiamo le nuove generazioni al riparo dalle barbarie del passato".

"L'iniziativa dei Collettivi Autonomi Universitari organizzata a Bologna rasenta l'eversione. Non siamo di fronte ad una manifestazione di protesta ma ad un fenomeno che nulla ha a che vedere con la dialettica politica. Siamo molto preoccupati di questo clima che sta emergendo di nuovo in Italia e ci auguriamo che anche da sinistra arrivino parole nette di condanna per quanto accaduto oggi: una macabra manifestazione contro il presidente Meloni a cui va tutta la nostra solidarietà": lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia, Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale dell'Emilia Romagna.

"Una violenza e un'aggressività senza limiti quella che il Collettivo Autonomo Universitario ha messo in mostra a Bologna verso il presidente del Consiglio. Mi auguro che la sinistra condanni con parole ferme e decise questo indegno spettacolo. Al presidente Meloni giunga la mia forte e piena solidarietà". Lo dichiara il ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore di Fratelli d'Italia, Luca Ciriani.

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