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Giovedì, 25 Aprile 2024
Proteste

8 febbraio: tutti a Roma per legalizzare la cannabis

In attesa della decisione della Consulta sulla sua costituzionalità, attivisti, partiti e associazioni scenderanno in piazza per chiedere l'abolizione della legge. Intanto la società civile e il mondo politico mostrano le prime aperture nei confronti della cannabis

L'11 febbraio la Consulta si riunirà per valutare la costituzionalità della legge Fini-Giovanardi, che nel 2006 ha modificato il Testo Unico sugli stupefacenti, prevedendo pene più pesanti anche solo per il consumo, che viene quasi equiparato allo spaccio e quindi crea carcerazione. Il Centro Nazionale di Ricerca (Cnr) ha calcolato che ben 9 mila sono i detenuti che sovraffollano le carceri italiane per effetto della legge.

Proprio in vista del pronunciamento della Corte di Cassazione il prossimo 8 febbraio, a Roma, i movimenti antiproibizionisti di tutt'Italia daranno vita a una street-parade che, oltre all'abrogazione della Fini-Giovanardi, chiederà la legalizzazione della cannabis.

Intanto sul web è stata lanciata una campagna: "Giusto o sbagliato non può essere reato" affermano le realtà che hanno aderito all'iniziativa, tra cui, oltre a realtà autogestite di tutt'Italia (da centri sociali a circoli) ci sono anche associazioni che si occupano di carcere, alcuni rappresentanti di Sinistra, Ecologia e Libertà e dei Radicali e l'Arci nazionale.

"Nessun altro paese europeo ha così tanti detenuti per reati connessi alle sostanze illegali: la pesante criminalizzazione dei consumatori stride di fatto con l'impunità riservata dal nostro sistema giudiziario ad autori di reati di ben altra natura, i cui effetti nuocciono alla salute della società intera, come se le categorie da individuare e perseguire fossero pre-costruite a suon di stigma" si legge nel manifesto della campagna, che accusano anche il dipartimento delle politiche antidroga di un accanimento nei confronti di chi consuma sostanze psicoattive.

Stessa tesi sostenuta dal documentario in "Effetti collaterali" prodotta da SMK Factory, collettivo di autoproduzioni che ha aderito alla manifestazione: "Vogliamo indagare sia gli effetti legali e carcerari prodotti dalla Fini-Giovanardi, sia dare un volto alle persone che hanno subìto le conseguenze di questa legge", racconta Andrea Legni giornalista e coautore del progetto che in questo momento si sta autofinanziando con il crowd-funding.

GUARDA IL TRAILER DEL DOCUMENTARIO "EFFETTI COLLATERALI"

In effetti un terzo della popolazione carceraria sarebbe detenuta per reati connessi all'uso di sostanze e 300 mila processi pendenti a causa della legge. Ma intanto qualcosa in alcune regioni d'Italia si è già mosso. Dopo l'approvazione da parte del Comune di Torino dell'odg presentato da Sel per "attivarsi presso il governo per superare l'impianto proibizionistico e dare il via alla legalizzazione della produzione e della distribuzione della cannabis", ora è il turno della Regione Puglia. Il Consiglio regionale della Puglia nei giorni scorsi ha detto sì all'unanimità alla legge che disciplina l'uso della cannabis ad uso terapeutico, sia nell'ambito ospedaliero pubblico (o privato accreditato) sia in ambito domiciliare.

Presentata Michele Losappio, capogruppo di Sel in consiglio, ha sostituito una delibera che nel 2010 fu portata avanti dall'associazione Lapiantiamo, che da anni si occupa della questione e più volte ha portato avanti campagne di disobbedienza civile sulla questione. 

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