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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Roma

Roma, sit-in fino a lunedì contro gli sgomberi: "La casa non ha confine"

La manifestazione indetta dai movimenti per il diritto all'abitare ha visto la partecipazione di migliaia di persone. In testa al corteo i rifugiati sgomberati dal palazzo di via Curtatone

La manifestazione indetta dai movimenti per il diritto all'abitare si è conclusa sabato sera a Piazza Madonna di Loreto, a Roma. Al termine del corteo una delegazione dei partecipanti ha presentato regolare preavviso per un sit-in autorizzato fino a lunedì prossimo. Il tema dell'accoglienza resta di strettissima attualità. Cinquemila secondo una stima delle forze dell'ordine, ventimila secondo gli organizzatori. La solita guerra di cifre ha accompagnato il corteo. Un corteo programmato da tempo ma che, dopo i fatti dell'ultima settimana, ha assunto un significato speciale. Nessun disordine, nessuna tensione particolare: tutto è filato liscio fino a piazza Madonna di Loreto. 

I rifugiati: "La casa non ha confine"

In testa al corteo al grido di "La casa non ha confine", i rifugiati sgomberati dal palazzo di via Curtatone, rimasti senza casa e costretti a vivere nelle aiuole di piazza Indipendenza, prima di venire spazzati via dagli idranti della polizia. "Siamo un gruppo di rifugiati eritrei abbiamo chiesto asilo in Italia e ce l'hanno concesso ma non abbiamo ricevuto nessun altro aiuto", racconta Abram, tra gli sgomberati dall'immobile di piazza Indipendenza. "Eravamo senza casa e in 800 persone abbiamo deciso di entrare in quello stabile. In molti lavorano, i bambini vanno a scuola. In quattro anni  non ci è stata prospettata nessuna alternativa". Poi lo sgombero di sabato scorso dal palazzo e quello da piazza Indipendenza le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. "Chiediamo una casa per vivere dignitosamente e che vengano liberati i nostri 5 compagni arrestati".

"Basta sgomberi"

I rifugiati, come i movimenti per la casa, hanno urlato: "Basta sgomberi". Un corteo nato dopo l'azione del 10 agosto a via Quintavalle, da dove decine di famiglie sono state sgomberate, per poi accamparsi sotto i portici della chiesa di Santi Apostoli. "Siamo qui per chiedere una cosa semplice", spiegano dal movimento per il diritto all'abitare. "In primis mettere fine alla politica degli sgomberi che ha prodotto vere e proprie scene di guerra contro i poveri, e non di guerriglia urbana. È ora di smettere di trattare l'emergenza abitativa come problema di ordine pubblico, le soluzioni devono arrivare dalla politica e non dalla divisa. Chiediamo l'apertura di un tavolo interistituzionale tra regione,  comune e prefettura per iniziare ad attuare veramente la delibera regionale che stanzia finanziamenti per l'emergenza abitativa. Infine siamo qui per dire che Roma è una città aperta e accogliente e la lotta del movimento per il diritto alla casa è una lotta per i diritti di tutti".

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