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Giovedì, 25 Aprile 2024
Proteste

Piazza del Popolo (dei 60 mila imprenditori): "Non siamo dei limoni, basta spremerci"

La rete delle imprese in Italia porta a Roma imprenditori, artigiani e commercianti da tutto il Paese. Era dal 92 che i rappresentanti della piccola e media impresa non scendevano in piazza

Artigiani, commercianti, ristoratori, piccoli imprenditori. Sono attivati a Roma in Piazza del Popolo questa mattina e hanno le idee chiare: "Che ci convochi Renzi, basta usarci come una cassa continua". Perché il problema di queste categorie non è solo la crisi economica ma anche la burocrazia, il blocco del credito alle imprese e soprattutto la pressione fiscale. "Dobbiamo pagare le tasse a prescindere, anche quando non guadagniamo nulla e se guadagniamo al massimo ci teniamo una piccola parte di quello che abbiamo prodotto" ci dice un imprenditore metalmeccanico di Asti.

L'obiettivo della manifestazione è quello di ottenere una svolta, un vero cambiamento perché "senza l'impresa non c'è l'Italia". Gli organizzatori annunciano al microfono che ci sono più di 60 mila persone: "Questa è Piazza del Popolo degli Imprenditori, il motore vero che porta avanti il Paese" urla emozionato il presidente della CNA Daniele Vaccarino.

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"A Renzi chiediamo di incontrarci e confrontarsi con noi e non molleremo" dice al microfono del palco Marco Venturi, presidente e portavoce della Rete imprese Italia. "Fino a qualche tempo fa non avremmo mai perso un giorno di lavoro per manifestare, ma adesso siamo in una situazione d'emergenza - dice un piccolo imprenditore edile bresciano - con me fino all'anno scorso lavoravano cento persone, ora siamo in dieci. Dici che la crisi è passata?". "Se non avremo risposte subito anche se per noi manifestare è perdere denaro torneremo in piazza determinati" afferma un commerciante siciliano.

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In effetti le delegazioni di Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Cna e Confartigianato sono arrivati da tutto il Paese. "Sono più di quarant'anni che faccio l'artigiano e non mi sono mai trovato in una situazione tanto disperata. Devo ringraziare perché io ancora ad ammazzarmi non ci ho pensato e c'è già chi lo fa. Però vorrei denunciare il Governo per istigazione al suicidio" ci dice un falegname di Prato.

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Carlo Sangalli di Confcommercio lancia un avvertimento alla nuova classe dirigente politica in insediamento: "E' a rischio la pace sociale. È pericoloso lasciare le famiglie e le imprese sull'orlo della disperazione". Striscioni e bandiere scendono anche dal Pincio, il colle romano sopra Piazza del Popolo: "Oggi siamo qui per non chiudere per sempre" e accanto delegazioni anche dalla Sardegna.

La crisi in effetti ha creato un'emergenza che ha fatto chiudere più di 372 mila aziende solo durante l'anno scorso. Per quest'anno i pronostici non sono migliori: "Vorrei che la classe politica capisse che siamo il motore, il vero futuro del Paese. Io sono una ristoratrice e spesso mi hanno detto che la gastronomia in Italia va bene. Ma come si fa a dire una cosa del genere quando io sono costretta a fare solo contratti a chiamata ai miei dipendenti visto che se insegno loro a lavorare e li assumo mi costano il doppio di quello che li pago per colpa dei contributi che devo versare" ci dice Anna che è arrivata da Modena.

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Bandiere bianche e blu colorano la piazza romana che però è anche piena di sfiducia: "Sono contento di essere venuto in piazza oggi ma sono stanco e molto sfiduciato. Non penso che la classe politica ci prenda davvero in considerazione e non ci credo più. Sono anni che chiediamo incentivi per piccole e medie imprese e quello che ci è stato dato sono solo tasse. Dall'anno scorso a quest'anno per il capannone dove lavoro pago esattamente il doppio, grazie all'Imu" ci dice un imprenditore della Brianza.

In realtà qualcuno dal mondo della politica ha raccolto l'appello del mondo dell'impresa. Stefano Fassina, ex viceministro dell'Economia ha chiesto al prossimo governo Renzi un "segno di discontinuità": "Dobbiamo negoziare un pò di spazio con la Commissione europea per dare ossigeno agli investimenti, per ridurre le tasse e sostenere il lavoro, perché siamo avvitati in una spirale in cui recessione e aumento della disoccupazione fanno aumentare anche il debito pubblico".

C'è poi chi in piazza è sceso dai palazzi del Governo. Il Movimento 5 Stelle è con artigiani e imprenditori a Roma. La Lega Nord lancia un appello: "Le loro istanze sono sacrosante. Il governo che deve insediarsi non può perdere nemmeno un minuto e dare una svolta urgente alla politica economica". Ma cosa? La piazza chiede meno tasse, meno burocrazia e lo sblocco del credito alle imprese per rimettere in moto il motore. Adesso la 'patata bollente' passa al nuovo Governo Renzi, in corso di insediamento.


60 mila artigiani e piccoli imprenditori in piazza (Foto di Selene Cilluffo)

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