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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il vergognoso manifesto degli antiabortisti contro la pillola RU486

Apparso in questi giorni in via Vigoni all’angolo con via Mercalli a Milano. La Rete delle Donne: "Si tratta di una indegna menzogna e di una grave violazione del corpo e della dignità". Il ruolo del Comune e la richiesta di rimozione

Il manifesto antiabortista apparso in questi giorni in via Vigoni all’angolo con via Mercalli a Milano fa discutere. La pillola abortiva RU486 viene paragonata a un veleno: sul pavimento una donna priva di sensi, con una mela morsicata al suo fianco, forse a richiamare Biancaneve e il peccato. Molti cittadini sui social protestano e chiedono che venga eliminato.

Il nuovo manifesto antiabortista a Milano

"Non ci sono parole per descrivere questo vergognoso manifesto pubblicitario affisso" - commenta la Rete delle Donne di Milano. "Si tratta di una indegna menzogna e di una grave violazione del corpo e della dignità delle donne. L’ennesima violenza  che non siamo disposte a tollerare! Chiederemo chi ha autorizzato questa affissione e siamo pronte a un’azione significativa che faccia sentire la nostra voce contro questo abuso". La pillola abortiva RU486 è regolarmente riconosciuta e approvata dall’Aifa (Agenzia del Farmaco): dà la possibilità alla donna incinta di abortire nel rispetto dei tempi previsti dalla Legge 194 ma evitando l'intervento di raschiamento e il conseguente day hospital.

L'hastag #dallapartedelledonne è forse la cosa più disturbante e vergognosa del manifesto, secondo qualcuno. Ma sorge anche un'altra domanda, e riguarda il ruolo del Comune di Milano. La consigliera comunale dem Diana De Marchi, presidente dalla commissione Pari Opportunità del Comune, fa chiarezza: "Ho scritto a tutti i referenti, resta sempre il tema purtroppo che il Comune può intervenire solo sui nostri spazi, adesso verifichiamo, ci siamo già attivati per farlo rimuovere perché è inaccettabile: la libertà delle donne va rispettata sempre, loro sanno scegliere in modo consapevole e responsabile, nel rispetto della legge".

In molti chiedono semplicemente la rimozione del manifesto. Subito.

Cos’è la Ru486

La RU486 è un antiprogestinico di sintesi utilizzato come farmaco ( in associazione con una prostaglandina) per indurre l’interruzione della gravidanza farmacologica, entro i primi 49 giorni di amenorrea; il farmaco, che si assume per via orale, è stato introdotto in Italia dopo una lunga battaglia Radicale solo nel 2009. Il farmaco è commercializzato in Italia e in Francia con il nome Mifegyne e negli Stati Uniti col nome di Mifeprex.

Paragonata ai metodi abortivi tradizionali (l’aborto per aspirazione, ad esempio), la RU-486 presenta le seguenti caratteristiche specifiche:

  • non richiede intervento chirurgico e anestesia;
  • non rende indispensabile da un punto di vista clinico l’ospedalizzazione (che è comunque prevista normativamente in alcuni Stati)
  • non comporta i rischi legati alle complicazioni possibili dell’intervento chirurgico (rottura dell’utero, lacerazioni del collo dell’utero, emorragie ecc.);
  • può essere utilizzata nelle prime settimane di gravidanza, mentre l’aspirazione viene eseguita generalmente dopo la 7° settimana (interrompendo lo sviluppo dell’embrione in una fase precedente si ottiene il duplice risultato di interrompere la gravidanza in un momento in cui lo statuto di persona è difficilmente sostenibile e di ridurre le complicazioni per la donna).

A oggi, dicembre 2020, è in uso in tutti gli Stati dell’Unione Europea, ad eccezione della Polonia e della Lituania, oltre che dell’Irlanda e di Malta (paesi nei quali l’aborto è vietato).

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