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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Napoli

Marco Di Lauro, il boss in affitto 'tradito' da una telefonata: così è stato scoperto

A permettere agli agenti di individuare il nascondiglio di Chiaiano del super latitante sarebbe stata una telefonata

Lo hanno cercato ovunque, dall'Europa al Sudamerica, ma Marco Di Lauro era lì, a Chiaiano (Napoli), a due passi dalla 'sua' Secondogliano. Gli agenti lo hanno trovato nella sua casa in affitto mentre mangiava un piatto di pasta e la moglie stava svolgendo le faccende di casa. Ma come è stato scoperto Di Lauro dopo 14 anni di latitanza? Sembra che a tradire il boss sia stata la telefonata del killer di Melito, l'uomo che ieri ha ucciso a colpi di pistola la moglie per poi consegnarsi alle forze dell'ordine. Sarebbe stato lui, telefonando a Di Lauro, a permettere alla polizia di far scattare le intercettazioni e individuare il nascondiglio del super latitante.

Chi è Marco Di Lauro

Oggi ha 38 anni ma era solo un ragazzo quando fece perdere le sue tracce, 14 anni fa nel corso della "notte delle manette" quando mille uomini dello Stato invasero i quartieri Scampia e Secondigliano coadiuvati dagli elicotteri ed eseguirono 53 ordinanze. Ricercato anche in campo internazionale, secondo gli inquirenti, Marco Di Lauro avrebbe intrapreso la ricostruzione del clan guidato dal padre Paolo Di Lauro detto Ciruzzo o' Milionario.

Napoli, l'arresto del latitante Marco Di Lauro

Sui libri paga del clan Di Lauro, Marco era indicato come F4 che sta per "quarto figlio" del boss Paolo Di Lauro. 'Invisibile' dal 2004, era ricercato da carabinieri e polizia per associazione di tipo mafioso e altro. Su di lui pendeva un ordine di carcerazione in seguito alla condanna nel 2009 da parte della Corte di Appello a 11 anni e 2 mesi di reclusione per il reato di associazione mafiosa e per aver avuto un ruolo apicale nel clan Di Lauro dal 2000 al 2004, quando ha iniziato la sua latitanza. Sul giovane boss dal 2015 pendeva poi un altro ordine di custodia cautelare in carcere per associazione finalizzata al traffico di droga, con l'aggravante del metodo mafioso: un reato che Di Lauro avrebbe commesso a Napoli e in Spagna, a Madrid, Toledo e Barcellona. Il 17 novembre 2006 erano state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto a fini estradizionali. Il boss era riuscito a sfuggire a due blitz: uno nel giorno di Natale del 2016 all'interno di una mansarda dei Camaldoli e un secondo nel marzo 2017 nel Rione Terzo Mondo. Destinazione, carcere di Poggioreale. Deve scontare 10 anni per associazione camorristica e droga.

La cattura di Marco Di Lauro

Al momento della cattura Di Lauro "non era armato e non ha opposto resistenza" ha spiegato il questore di Napoli Antonio De Jesu. "Su queste indagini - ha detto il questore - si stanno spendendo polizia e carabinieri con attività tecniche e investigative coordinate dalla procura. Siamo contenti e siamo soddisfatti". Il secondo latitante più pericoloso d'Italia era con la moglie quando è stato catturato nella casa dove viveva in incognito a Marianella. A quanto riferito dagli investigatori in conferenza stampa, il figlio di Ciruzzo o' Milionario stava mangiando pastasciutta e pistacchi, mentre la compagna faceva le faccende di casa. Il boss non ha opposto resistenza e si è mostrato preoccupato innanzitutto per la sorte dei suoi gatti. Nell'appartamento, ha spiegato il questore Antonio De Iesu, sono stati "trovati soldi, ma non molti, una cifra giusta" e poi ne armi né vedette a sorvegliare gli accessi".


(L'arrivo di Marco Di Lauro in Questura - Video da NapoliToday)

Marco Di Lauro 'tradito' da una telefonata

A svelare il suo nascondiglio potrebbe essere stata una telefonata. Ad effettuarla sarebbe stata nel primo pomeriggio, l'uomo che ha ucciso con tre colpi di pistola la moglie a Melito e che poi si è recato in Questura per confessare l'omicidio. L'assassino, infatti, già noto alle forze dell'ordine e vicino al clan Di Lauro, dopo aver compiuto il delitto avrebbe telefonato a Marco Di Lauro facendo scattare l'intercettazione che ha condotto gli inquirenti alla scoperta dell'abitazione di via Emilio Scaglione a Marianella. Il questore di Napoli ha lasciato intendere che i due avvenimenti sono collegati. "Non posso dire di più - ha spiegato Antonio De Jesu - ma vi dico che c'è stata fibrillazione nel primo pomeriggio da parte dei nostri tecnici e da lì ci siamo mossi per arrestare Marco Di Lauro".

Marco Di Lauro, il boss in affitto

L'appartamento dove è stato catturato Di Lauro "era in affitto. Stiamo lavorando per capire da quanto tempo" hanno detto gli investigatori, spiegando che "sono in corso accertamenti per ricostruire la rete di fiancheggiatori". "Occorre capire da quanto tempo fosse lì e la sua rete di copertura", hanno aggiunto. Il boss, ha evidenziato il questore di Napoli Antonio De Iesu, "non girava travestito ma come un ragazzo qualunque, e questa era la sua migliore mimetizzazione", la sua forza è stata "la grande capacità di nascondersi tra i cittadini comuni: abbigliamento normale e convivenza con una ragazza".

Di Lauro e la compagna sembravano una coppia di giovani come tante altre: "non hanno figli ma solo gatti", si è spiegato in conferenza stampa, precisando che per lei non sono stati emessi provvedimenti. Rispetto a 14 anni fa, il boss, ha aggiunto De Iesu, "ha qualche anno in più ma non ha modificato le sue caratteristiche e ha ancora la stessa faccia da ragazzo". Nell'appartamento gli investigatori non hanno trovato alcun documento.

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