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Sabato, 20 Aprile 2024
Lui si dichiara innocente / Reggio Emilia

Marco Eletti, la telefonata shock al 118: "Guardi, se ho ammazzato i miei genitori non lo so"

Proseguono le indagini sul delitto di San Martino in Rio, in provincia di Reggio Emilia. Le chiamate del figlio della coppia ai soccorritori

La procura di Reggio Emilia continua ad indagare su Marco Eletti, 33enne gravemente indiziato dell'omicidio del padre Paolo e del tentato omicidio della madre Sabrina Guidetti, attualmente ricoverata con prognosi riservata. I fatti risalgono a sabato scorso, a San Martino in Rio, nella Bassa Reggiana. Paolo Eletti, 58 anni, è stato trovato morto all'interno della propria abitazione, ucciso a martellate al cranio, mentre Sabrina Guidetti era riversa su un divano poco distante, con tagli ai polsi.

A dare l'allarme era stato il figlio della coppia ma, una volta interrogato, la sua versione avrebbe presentato incongruenze con le risultanze indiziarie, portando la procura, che coordina le indagini dei carabinieri, a emettere il fermo. L'omicidio del padre - spiegano le sostitute procuratrici Isabella Chiesi e Piera Cristina Giannusi - "è avvenuto con premeditazione, futili motivi e avvalendosi di mezzi insidiosi, aggravanti tutte ritenute sussistenti anche dal giudice in sede di convalida e applicazione di misura custodiale in carcere". Il giovane nega di aver ucciso il padre e ferito gravemente la madre. Il movente, secondo gli inquirenti, sarebbe legato a questioni di eredità e all'utilizzo della casa della nonna paterna di Marco Eletti, rimasta vuota dopo la morte di quest'ultima qualche mese fa.

Le telefonate di Marco Eletti al 118

La notte dell'omicidio del padre, Marco Eletti effettuò una chiamata alle 17.01 al 112 - che lo mise in contatto con la sede centrale del 118 di Parma - richiedendo un'ambulanza nell'abitazione dei genitori, in cui a suo dire aveva fatto rientro poco dopo essersi allontanato, rinvenendo il corpo del genitore riverso supino sul pavimento della sala con il sangue tutto attorno alla testa e un martello di fianco, e la madre con le vene tagliate e un coltello in mano. A ricostruire la vicenda è la procura di Reggio Emilia che coordina le indagini dei carabinieri.

La telefonata di Eletti al 112 non fu l'unica. Dalle 16:57 alle 17:01 chiamò due volte il 118, ma le chiamate si interrompono dopo pochi secondi. Nella prima telefonata, agitatissimo e ansimante Eletti pronuncia questa frase: "Guardi, se li ho anche ammazzati non lo so". Eletti riferì all'operatore di aver lasciato i genitori mentre stavano dormendo, aggiungendo che forse avevano bevuto del vino, ma che lui non aveva bevuto, e che avevano litigato per questioni inerenti la casa.

Alla richiesta da parte dell'operatore del 118 circa le condizioni di salute dei due coniugi, riferì che la madre respirava ancora mentre del padre non riusciva a dire altrettanto. A offrire al giudice "gli elementi necessari per ottenere l'applicazione della misura custodiale" - spiegano le due sostitute procuratrici di Reggio Emilia Isabella Chiesi e Piera Cristina Giannusi - sono state: la condotta e le dichiarazioni rese dall'indagato agli operatori del 118 giunti; quelle rese dalla sua fidanzata e il testo dei messaggi inviati alla stessa, gli accertamenti esperiti nell'immediatezza dei fatti, in particolare gli orari del passaggio dell'autovettura dell'indagato dai varchi Ocr di San Martino in Rio, l'accertamento del medico del 118 intervenuto, la documentazione sanitaria acquisita relativa alla condizione di Guidetti Sabrina, la madre, e le dichiarazioni rese dall'indagato in sede di interrogatorio.

Nell'ultima chiamata, durata circa 8 minuti, Eletti, urlando e con fare concitato e polemico, riferisce all'operatrice di aver rinvenuto il padre per terra con il sangue intorno alla testa e un martello accanto e la madre con le vene tagliate e un coltello in mano. Alla richiesta di verificare i segni vitali del padre, risponde in un primo momento che vede il padre muovere la bocca e respirare e, pochi minuti dopo, di non vederlo più respirare. Sempre secondo la ricostruzione della procura, a quel punto l'operatrice lo invita a praticare al padre il massaggio cardiaco. Il giovane le riferisce anche che la sua non era una famiglia perfetta, che la mamma si offendeva per nulla e il papà urlava e aggiunge questa frase: "Io non so che colpa ne abbia se ho voluto venire via di casa".

Invitato dall'operatrice a praticare il massaggio cardiaco al padre, Eletti segue le modalità indicategli, interrompendo la telefonata nel momento in cui gli inquirenti hanno potuto percepire in sottofondo le sirene dei veicoli di soccorso che si stavano avvicinando. In quei momento l'unica preoccupazione di Marco Eletti - secondo la ricostruzione degli inquirenti - era quella di esser privo di mascherina, tanto che l'operatrice lo rassicura sul fatto che se non l'avesse trovata gliela avrebbero fornita i sanitari.

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