Omicidio Varani, Marco Prato resta in carcere
Rimane in cella uno dei due ragazzi accusati dell'omicidio: respinta la richiesta di arresti domiciliari presentata dal suo legale
Resta in carcere Marco Prato, uno dei due giovani accusati del brutale omicidio di Luca Varani, consumato la mattina del 4 marzo scorso in un appartamento del quartiere Collatino a Roma.
La decisione è stata presa oggi dal tribunale del riesame della capitale, che ha respinto l'istanza presentata dall'avvocato Pasquale Bartolo, che aveva sollecitato per il suo assistito gli arresti domiciliari. Sulla richiesta avanzata dal difensore, il pm Francesco Scavo aveva dato parere negativo.
Gli inquirenti della Procura di Roma hanno depositato al tribunale del riesame i tabulati telefonici riconducibili al cellulare di Marco Prato e relativi ai ripetuti contatti con Luca Varani per indurlo ad andare nell'appartamento di via Giordani. La ricostruzione degli spostamenti fatti in auto da Manuel Foffo e Prato nella notte tra il 3 e il 4 marzo è un ulteriore tassello. I due "cercavano una vittima, qualcuno a cui far male".
Il difensore di Prato, l'avvocato Pasquale Bartolo, nei giorni scorsi aveva sottolineato: "Come dichiarato dallo stesso Foffo quella notte i due ragazzi erano alla ricerca di qualcuno a cui fare male e non certo da uccidere".
Il penalista aveva spiegato che "è stato lo stesso Foffo a dichiarare al pm di avere inferto i colpi mortali, e non il mio assistito. Quanto all'ipotesi di concorso nell'omicidio, è una tesi che non regge perché Prato si è limitato a contattare Varani invitandolo a raggiungerlo in quella casa per sesso e droga in cambio di 150 euro".