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Sabato, 20 Aprile 2024
REGGIO CALABRIA

Maria Antonietta Rositani: la donna bruciata viva dall'ex marito ha lasciato finalmente l'ospedale

Ciro Russo tentò di ucciderla. Poi è stato condannato a 18 anni di carcere

Dopo venti mesi di grandi sofferenze e di cure ospedaliere, prima al Centro grandi ustioni del Policlinico di Bari e poi al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, Maria Antonietta Rositani è tornata a casa, accompagnata da papà Carlo e dall'amore infinito della sua famiglia. La donna, il 12 marzo del 2019, era stata data alle fiamme dall'ex marito Ciro Russo, poi condannato a 18 anni di carcere.

La storia di Maria Antonietta Rositani

In questi mesi, Maria Antonietta Rositani ha subìto decine di interventi per le gravi ustioni che hanno colpito gambe, braccia e viso. A poche ore dalla giornata mondiale contro la violenza sulle donne, come reso noto dal comitato sorto per sostenere psicologicamente, moralmente e materialmente la donna, Maria Antonietta è stata dimessa dall'ospedale.

Come ricostruito dal gup di Reggio Calabria che ha condannato Ciro Russo a 18 anni di carcere, la donna era riuscita a salvarsi grazie alla sua prontezza. Era infatti scesa dall'auto data alle fiamme dall'ex marito riuscendo a trovare riparo all'interno di un negozio della zona, prima di essere trsportata in codice rosso al Grande ospedale metropolitano e successivamente al Centro grandi ustioni del Policlinico di Bari.

"Grazie alla grande professionalità degli operatori sanitari del Gom guidati dal dottore Costarella - afferma il comitato sorto a sostegno della donna -, Maria Antonietta ha ricevuto le cure che le hanno permesso di iniziare il percorso di recupero ma nei prossimi anni dovrà ancora affrontare altri trattamenti e interventi di chirurgia plastica recandosi in istituti specializzati del centro nord che richiederanno importanti spese. Con la sua forza d'animo, con la sua grande fede Maria Antonietta ha dato alla città ed al Paese una grande testimonianza di voglia di riscatto e di ricerca di una vita nuova da donna libera assieme al suo grande papà Carlo e ai suoi due figli. In questo periodo ha sentito l'abbraccio della comunità reggina e non solo che le è stata vicina, questo abbraccio serve che continui ancora".

"Con l'auspicio che lo Stato, che non ha saputo proteggerla - conclude il comitato - possa dare al più presto risposte garantendo gli indennizzi ed i sostegni previsti per le vittime di violenza, il comitato, nel mentre si farà promotore di una legge regionale che garantisca una tutela anche economica alle donne vittime di violenza, assieme a Banca Etica, ringraziando i tantissimi che hanno dato il loro contributo, ha deciso di continuare per un altro mese la campagna di raccolta fondi avviata nei mesi scorsi".

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