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Venerdì, 19 Aprile 2024
Orrore / Vibo Valentia

"Maria Chindamo uccisa e data in pasto ai maiali"

L'imprenditrice 44enne era scomparsa nel nulla il 6 maggio del 2016 nelle campagne di Limbadi. Le sconvolgenti rivelazioni alla Dda di Catanzaro del collaboratore di giustizia Antonio Cossidente, ex componente del clan dei Basilischi

Potrebbe esserci una svolta in un caso che per anni è parso un rebus insolubile. Sarebbe stata uccisa ed il suo corpo dato in pasto ai maiali o macinato con un trattore Maria Chindamo, l'imprenditrice 44enne scomparsa il 6 maggio del 2016 nelle campagne di Limbadi. Lo ha rivelato alla Dda di Catanzaro il collaboratore di giustizia Antonio Cossidente, ex componente del clan dei Basilischi, in Basilicata.

Maria Chindamo uccisa "per aver rifiutato di vendere un terreno"

Che cosa accadde quel giorno? Maria Chindamo, in base a quanto ha riferito Cossidente, sarebbe stata uccisa per punizione perché si sarebbe rifiutata di cedere un terreno a Salvatore Ascone, indagato per l'omicidio dell'imprenditrice Le dichiarazioni di Cossidente sono state acquisite agli atti del processo per le presunte pressioni sul collaboratore Emanuele Mancuso da parte dei suoi familiari per farlo ritrattare. A raccontare a Cossidente i fatti legati alla scomparsa di Maria Chindamo sarebbe stato proprio Emanuele Mancuso, figlio del boss Pantaleone.

Il caso della scomparsa di Maria Chindamo ha trovato spazio negli ultimi 4 anni in molte trasmissioni televisive, a partire da "Chi l'ha visto?" su Raitre, che spesso ha intervisttao i familiari della donna, che non hanno mai smesso di cercare e pretendere la verità. A condannare Chindamo a una fine atroce secondo le rivelazioni del pentito sarebbe stato Salvatore Ascone “U pinnularu”, narcotrafficante nell’orbita del clan Mancuso e vicino di casa di Chindamo, qualche anno fa arrestato per aver manomesso il sistema di videosorveglianza nella proprietà della donna prima che svanisse nel nulla.

Sui terreni della vittima – avrebbe rivelato Cossidente nel corso di un interrogatorio anticipato dalla testata “Il Vibonese” - Ascone aveva da tempo messo gli occhi. Ma l’imprenditrice non aveva mai avuto l’intenzione di cederglieli, alle sue pretese avrebbe sempre detto no. Proprio quel rifiuto le sarebbe costato la vita. çe indagini proseguono.

Un anno esatto prima della scomparsa di Chindamo, il 6 maggio 2015, il marito della donna, Ferdinando Puntuniero, si era tolto la vita, impiccandosi, dopo che la coppia aveva deciso di separarsi. La data scelta per porre fine alla vita dell'imprenditrice sarebbe stata un depistaggio, riferisce oggi il Tg3 calabrese, per indirizzare altrove le indagini e collegarle alla morte del marito. Le indagini proseguono.

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La scheda sul sito di Chi l'ha visto?

Maria, scomparsa un anno dopo la morte del marito: la Procura indaga per omicidio

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