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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Napoli

La madre accusata di omicidio: "Ha lanciato il figlio dalla finestra"

Marianna Fabozzi è stata rinviata a giudizio per la morte di Antonio Giglio, precipitato da una finestra dell'ottavo piano  dell'isolato 3 delle palazzine popolari del Parco Verde di Caivano la sera del 28 aprile 2013

Marianna Fabozzi e il suo ex amante Raimondo Caputo detto Titò sono stati rinviati a giudizio per l'omicidio di Antonio Giglio, morto dopo essere precipitato da una finestra dell'ottavo piano  dell'isolato 3 delle palazzine popolari del Parco Verde di Caivano la sera del 28 aprile 2013. Ovvero un anno prima della morte di Fortuna, scaraventata nel vuoto dal solaio nella mattinata del 24 giugno 2014. Un omicidio per il quale i due sono stati condannati in via definitiva. A Caputo è contestato il favoreggiamento. 

La madre accusata di omicidio: "Ha lanciato il figlio dalla finestra"

Gennaro Giglio, il padre di Antonio, ha accusato la madre dell'omicidio. Lei ha raccontato che il ragazzino è precipitato dopo essersi sporto troppo dalla finestra per guardare un elicottere dei carabinieri in volo. A riferire agli investigatori che Antonio Giglio non morì accidentalmente fu una donna che si disse testimone della tragedia: si tratta della sorella di Raimondo Caputo la quale riferì di avere visto, riflesso in uno specchio, la Fabozzi compiere l'insano gesto. Anche Raimondo Caputo ha accusato la sua ex compagna della morte del piccolo. Malgrado la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Napoli, il gup Pietro Carola, il 5 giugno 2019, ha deciso per l'imputazione coatta di Marianna Fabozzi e di Raimondo Caputo, rispettivamente per omicidio volontario e favoreggiamento.  

Ora il Gup di Napoli Luana Romano ha deciso di mandare a processo i due. "È un processo che non si doveva fare – ha commentato a caldo l’avvocato Salvatore Di Mezza secondo quanto riporta Il Mattino –. Non ci sono elementi e nemmeno indizi che in qualche modo conducano alla mia assistita. Faremo valere questo ragionamento in aula". Resta da fissare la data di inizio del processo, che potrebbe gettare nuova luce anche sul delitto di Fortuna, la cui storia giudiziaria, di fatto chiusa con le due condanne passate in giudicato, potrebbe clamorosamente riaprirsi. Nel corso del processo di primo grado, Titò in una dichiarazione spontanea scese addirittura nei dettagli: "È stata Marianna. Ma poiché appartiene a una famiglia di camorristi, mi hanno messo in mezzo. È vero, ho “giocato” con le sue bambine, e lei lo vedeva e lo sapeva, ma non mi sono mai sporcato lemani di sangue". Secondo Gennaro Giglio,a uccidere il piccolo è stata Marianna per «compiacere» Titò che non voleva maschi per casa.

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