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Mercoledì, 4 Ottobre 2023
Scossa letale / Avellino

Mariantonietta morta folgorata per un caricabatterie cinese non a norma

Svolta nelle indagini sulla morte della ragazza di 15 anni, avvenuta lo scorso maggio in provincia di Avellino. Il prodotto caduto in acqua è risultato non a norma: nei guai cinque imprenditori

Cinque imprenditori sono finiti sul registro degli indagati per la morte di Mariantonietta Cutillo, la ragazza di 15 anni rimasta folgorata nella vasca da bagno dopo la caduta nell'acqua del cavo usb che utilizzava per caricare il cellulare. La tragedia è avvenuta lo scorso 2 maggio a Montefalcione, in provincia di Avellino, ma la svolta nelle indagini è arrivata soltanto nella giornata di ieri, giovedì 14 settembre, quando i carabinieri di Mirabella Eclano hanno portato a termine un sequestro preventivo nei confronti di cinque imprenditori attivi in Toscana e in Lombardia, quattro dei quali di origine cinese. I militari hanno posto sotto sequestro un gran numero di caricabatterie di fabbricazione, risultati tutti non conformi agli standard comunitari, e di conseguenza potenzialmente pericolosi. I sequestri sono stati eseguiti a Calenzano e Sesto Fiorentino in provincia di Firenze, Pontedera in provincia di Pisa e Trezzano sul Naviglio in provincia di Milano.

I cinque imprenditori sono indagati per il reato di omicidio colposo, nonché dei reati di frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi mendaci. Le indagini svolte dai carabinieri di Mirabella Eclano e dalla procura di Avellino, hanno portato alla luce il possibile collegamento tra la morte della 16enne e i caricabatterie non a norma: nel cavo utilizzato dalla giovane sono stati riscontrati dei difetti di fabbricazione in uno dei componenti interni. Secondo gli esperti del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche (Racis), se il condensatore del caricabatterie fosse stato costruito con componenti elettrici in armonia con i criteri tecnici previsti dalla legge, non si sarebbe verificata la scarica elettrica che ha causato la morte della 15enne. I dispositivi sequestrati inoltre sono risultati privi di foglio di istruzioni d’uso, delle avvertenze di sicurezza e dichiarazioni di conformità "Ce", così come della marcatura di "classe Y" che le norme tecniche richiedono per i dispositivi elettronici di tale specie.

La giovane è morta a causa del caricabatterie non a norma prodotto e importato in Italia dalla Cina che innescò la scarica elettrica quando il telefonino della vittima scivolò nella vasca da bagno. L'allarme venne lanciato dall'amica con la quale era al telefono: un urlo straziante che precedette l'interruzione della comunicazione.

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