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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Italia

Bambini vittime dei genitori: la follia a Margno fa rivivere le tragedie del passato

Il giorno dopo il folle gesto di Mario Bressi resta lo sgomento: "Erano famiglia splendida" dice chi li conosceva. Si stavano separando ma l'avvocato della donna ha confermato che non c'era alcuna intenzione di non permettergli di vedere i bambini.

Sgomento, incredulità e dolore a Gessate, alle porte di Milano, dove viveva la famiglia distrutta dal gesto di Mario Bressi, 45enne che, prima di togliersi la vita lanciandosi da un ponte, avrebbe soffocato i figli (gemelli di 12 anni, Elena e Diego) mentre stavano dormendo. I tre erano andati nella casa di famiglia in Valsassina (Lecco) per una breve vacanza. Una giornata come tutte le altre (un'escursione in montagna e giochi), poi, nella notte tra venerdì e sabato, il folle gesto. L'uomo, dopo averli soffocati, li avrebbe anche vegliati. "Non li rivedrai mai più": quel tremendo messaggio inviato alla madre Daniela è stato l'ultimo contatto.

I Bressi, originari di Gorgonzola, a Gessate erano conosciuti e benvoluti da tutti. Si erano trasferiti 17 anni fa, in un'elegante palazzina con giardino. Mario era impiegato. Lei ingegnere biomedico. La coppia si conosceva da tantissimo, erano insieme fin da ragazzi, ma tra i coniugi, secondo quanto è emerso dalle prime indagini, le cose non andavano bene. Daniela aveva chiesto la separazione. Ma si stava procedendo per gradi e nella massima tranquillità. L'avvocato della donna ha confermato che non c'era alcuna intenzione di non permettergli di vedere i bambini. 

Il presunto omicida era donatore Avis e uno storico frequentante della parrocchia. Tutti, nelle testimonianze, ne parlano come una persona "tranquilla, regolare, gentilissima" e un "padre affettuoso". 

Il Lecchese rivive le tragedie del passato

A Margno nel Lecchese il giorno dopo la tragedia è lo sgomento a tormentare chi passa nella zona del piazzale della funivia che conduce al Pian delle Betulle, teatro del duplice omicidio. La tragedia famigliare ha riportato alla mente episodi simili che negli ultimi quindici anni hanno scosso il territorio lecchese, con piccoli innocenti vittime dei genitori. È Leccotoday a ripercorrerle.

Il 18 maggio 2005 la frazione di Valaperta, a Casatenovo, fu scossa dalla morte del piccolo Mirko, cinque mesi. In breve tempo emerse l'agghiacciante verità: fu la madre Mary Patrizio, vittima della depressione, a causarne la morte affogandolo nella vaschetta durante un bagnetto.

Il 25 ottobre 2013 Aicha Christine Eulodie Coulibaly, ivoriana residente ad Abbadia Lariana nella frazione di Novegolo, uccise il figlio Nicolò, tre anni, colpendolo con una forbice al petto. La donna venne condannata a dieci anni in regime di ospedale psichiatrico. 

Il 9 marzo 2014 Edlira Copa, donna albanese, nella sua abitazione di Chiuso uccise a coltellate le tre figlie, Sidny di 3 anni, Keisi di 10 e Simona di 13. Edlira tentò di farla finita, ma sopravvisse e finì in detenzione all'ospedale psichiatrico di Castiglione delle Stiviere.

Poi infine giugno 2020 l'ultima tragedia in ordine temporale, in quel di Margno, che portato via il futuro ai piccoli gemelli Elena e Diego.

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