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Venerdì, 29 Marzo 2024
Dramma ad alta quota

Marmolada, chi sono vittime e dispersi: la rabbia dei parenti e la ricerca delle responsabilità

I morti accertati rimangono sette, cinque italiani e due cittadini della Repubblica Ceca: la settima vittima identificata è Liliana Bertoldi, originaria della provincia di Trento. Intanto le famiglie chiedono chiarezza: "Dovevano fermarli, era pericoloso. Dove sono le strumentazioni per cercarli?"

Mentre continuano le ricerche delle ultime cinque persone ancora disperse sulla Marmolada, tutte di nazionalità italiana, al momento il bilancio provvisorio parla di sette corpi recuperati Tra le vittime identificate ci due cittadini della Repubblica Ceca e gli italiani Filippo Bari, Tommaso Carollo e Paolo Dani. Davide Miotti, che si trovava sulla Marmolada insieme alla moglie Erica Campagnaro, risulta ancora disperso, così come Gianmarco Gallina ed Emanuela Piran, una coppia di trevigiani che domenica 3 luglio si trovava sul ghiacciaio della Marmolada. La settima vittima, identificata nel tardo pomeriggio di oggi è Liliana Bertoldi di Levico, in provincia di Trento. Le persone ancora disperse sono tutte venete e tra loro ci sarebbero due donne.

Marmolada, la rabbia dei parenti

Le famiglie delle vittime e dei dispersi intanto chiedono chiarezza. "Una guida alpina con trent'anni di esperienza non sarebbe mai partito se avesse saputo di un minimo rischio o pericolo - ha commentato Luca Miotti, fratello di Davide - Interpelliamo le istituzioni, abbiamo chiesto se ci sono degli interlocutori adeguati a darci delle risposte. A oggi non riusciamo a capire se fosse stato emanato un bollettino il giorno prima, anche se leggiamo dai giornali che qualcuno aveva già segnalato lo scorrere dell'acqua sotto il ghiacciaio. "Il giorno prima della tragedia - ha aggiunto- si sapeva che il giorno dopo ci sarebbero state temperature molto elevate che potevano compromettere la normale fruizione della montagna, mio fratello con il gruppo è partito al mattino con la temperatura bassa e sono stati centrati dalla slavina, era sufficiente magari informare il giorno precedente sull'ipotetico rischio. Noi abbiamo saputo dalle tv della sua morte quando nessuna delle istituzioni ci avevano contattato".

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(Davide Minotti ed Erica Campagnaro)

Una rabbia espressa anche da Debora Campagnaro, sorella di Erica e cognata di Davide Miotti: "Mio cognato era esperto, era una guida alpina. Ci fosse stato un bollettino, un segnale di pericolo, non sarebbe mai andato lasciando a casa due figli". "Mi chiedo poi dove sono le strumentazioni più specifiche per recuperare i corpi. Parliamo di vite umane, mandiamo i droni ma dove sono i macchinari per forare il ghiaccio? Se in Italia non li abbiamo chiediamoli alla Norvegia, alla Groenlandia. Mia sorella magari è ancora viva - ha proseguito - Perché nessuno ha fatto un avviso sabato, che c'era l'acqua che scorreva sotto il ghiacciaio? Perché non hanno fermato le persone? Perché le hanno lasciate andare? Era una bella giornata di sole, ma se sotto scorre l'acqua...se c'è una responsabilità andremo fino in fondo".

Marmolada, chi sono le vittime e i dispersi

Come detto ad inizio articolo, oltre ai due cittadini della Repubblica Ceca, quattro delle sette vittime sono italiane. Il 27enne Filippo Bari, che poco prima della tragedia aveva scattato un selfie in montagna, aveva una compagna e un figlio di 4 anni. Viveva a Malo e lavorava in una ferramenta di Isola Vicentina. Alla sua memoria la giunta del paese ha proclamato il lutto cittadino fino al giorno delle esequie, non ancora fissate, del giovane alpinista. "In segno di cordoglio e partecipazione al dolore della famiglia, colpita nei sentimenti più forti", come si legge nell’ordinanza firmata ieri dal sindaco Moreno Marsetti.

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(Filippo Bari)

Tommaso Carollo era invece originario di Zanè. Aveva 48 anni ed era responsabile commerciale di un’azienda di Pordenone, viveva a Thiene ed era amico di Giordano Pertile, un altro thienese che ha perso la vita il 7 giugno scorso precipitando da una quarantina di metri sulla Gusela del Nuvolau. Tommaso era un esperto alpinista e amava la Marmolada. Su quella montagna, quella maledetta domenica, era andato con la compagna Alessandra de Camilli, residente a Schio ma lei è riuscita a salvarsi: ora è ricoverato in ospedale e non è in pericolo di vita. Tommaso lascia un figlio di 9 anni. Il cordoglio di Roberto Berti, sindaco di "Le più sentite condoglianze ai famigliari di Tommaso Carollo, deceduto a causa del crollo di un seracco sulla Marmolada. In particolare, ci uniamo al dolore del papà Ivano Carollo, residente zanadiense e professionista".

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(Tommaso Carollo)

Paolo Dani, 52enne di Valdagno, era una guida alpina molto esperta: il suo decesso ha sconvolto il personale del soccorso alpino veneto e del 118 di Verona. Dal 2012 al 2020, Dani aveva guidato il soccorso alpino di Recoaro-Valdagno e, dal 2003, era tecnico di elisoccorso nella base scaligera. "I nostri pensieri in queste ore sono per lui e per tutte le persone coinvolte nel tragico incidente di domenica", si legge sulla pagina Facebook del soccorso alpino regionale.  Tutto il personale del 118 di Verona, insieme all'Aoui, si è unito al cordoglio della famiglia di Paolo Dani, il quale per vent'anni ha volato e salvato vite sugli elicotteri di Verona Emergenza. «Domenica sulla Marmolada abbiamo perso un collega, un amico - scrivono dal 118 di Verona - Paolo Dani era una guida alpina e tecnico del soccorso alpino che prestava servizio sul nostro elisoccorso. Un uomo pacato, competente, un professionista prezioso per tutti noi sanitari. Un uomo innamorato della montagna e che alla montagna lascia la sua vita. Fai buon viaggio Paolo".

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(Paolo Dani)

Davide Miotti e la moglie Erica, risultano ancora dispersi. Anche per loro la montagna era un lavoro, oltre che una passione.  "Ricordo Davide come un ragazzo in gamba - ha detto il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon, amico d'infanzia di entrambi - un esperto di alpinismo, aveva fatto della sua passione un lavoro, con lui la moglie Erica Campagnaro, una coppia unita". Davide era una guida esperta ed insieme ad Erica erano cresciuti tra arrampicate ed escursioni, non erano due sprovveduti. La coppia aveva due figli: un ragazzo di 15 anni e una ragazza più grande.

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(Davide Miotti)

Tra le persone ancora disperse c'è un'altra coppia, Gianmarco Gallina ed Emanuela Piran. Da circa sei anni il 32enne, originario del quartiere di Guarda a Montebelluna, si era trasferito dalla fidanzata a Bassano del Grappa. Un'altra coppia unita dalla passione per la montagna, che li ha portati domenica scorsa a partecipare alla tragica escursione sulla Marmolada. I familiari sono partiti lunedì per Canizei nella speranza di un miracolo, nonostante con il passare delle ore le possibilità di trovarli vivi siano sempre meno. Ex studente dell'istituto tecnico "Einaudi" a Montebelluna, dopo il diploma Gianmarco era diventato geometra. Grande amante degli sport, era stato tesserato con il Montebelluna Nuoto praticando per molti anni nuoto agonistico. La notizia arrivata domenica dalla Marmolada ha lasciato tutti senza parole.

Nel pomeriggio è stato anche identificato il ferito "sconosciuto". Una notizia confermata da Luca Zaia: "Purtroppo abbiamo ancora parecchi dispersi ma nella tragedia della Marmolada che da domenica non dà tregua a familiari e soccorritori c’è almeno una buona notizia: il paziente di Treviso non è più sconosciuto e ha ritrovato la mamma e il papà". Il giovane è stato riconosciuto grazie ad una fotografia: si chiama Davide Carnielli, ed è un 30enne di Formace, consigliere comunale e commerciante nell’azienda di ferramenta della famiglia: gli è stato dato finalmente un nome grazie a un incontro tra Zaia, Draghi e i genitori del ragazzo, che nella serata di lunedì si trovavano a Canazei. «Ho deciso di far fare alcune foto al paziente ricoverato a Treviso, dopo aver parlato con due coppie di genitori ieri a Canazei nella sala dell’accoglienza dei famigliari dei dispersi - spiega il governatore -. Ho chiesto immagini di particolari anatomici utili a un riconoscimento sulla base di quanto emerso nel dialogo. Il paziente ricoverato a Treviso ora ha un nome e un cognome. Il paziente continua ad essere in prognosi riservata - conclude il presidente - ma mi auguro per lui una pronta guarigione insieme a tutti gli altri feriti in questa tragedia".

Saranno i Ris di Trento a occuparsi del prelievo e dell'esame dei Dna delle vittime della valanga della Marmolada. L'incarico sarà conferito ufficialmente domani dalla procura durante la prima riunione operativa presieduta dal procuratore Sandro Raimondi. La ripresa delle ricerche via terra è invece prevista per giovedì.

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