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Venerdì, 29 Marzo 2024
Caso Marò

Caso Marò, l'ambasciatore: "Girone è ostaggio dell'India"

Inizia il processo internazionale sul caso dei due fucilieri italiani ed è subito polemica: "L'India disprezza il processo" ha dichiarato l'ambasciatore Azzarello. Chiesto il rientro di Latorre, le cui condizioni sarebbero peggiorate

È appena cominciato e già è scattata la polemica. Al Tribunale internazionale del Mare al via il dibattimento sui due Marò, i fucilieri italiani accusati di omicidio. Dopo aver messo a punto un team per la difesa di alto profilo, subito scatta la polemica con le parole infuocate dell'ambasciatore Francesco Azzarello presso il tribunale di Amburgo. 

Salvatore Girone e Massimiliano Latorre "non sono ancora stati incriminati di alcun reato" dalla giustizia indiana. Ma l'India dimostra di "disprezzare il giusto processo" ritenendoli già colpevoli, con "un atteggiamento che esemplifica al meglio l'impasse in cui oggi ci troviamo". Scatta subito la polemica l'ambasciatore Francesco Azzarello al Tribunale di Amburgo. I due fucilieri "proclamano la loro innocenza. Girone è ostaggio dell'India", ha aggiunto.

"GIRONE IN OSTAGGIO" - Il governo italiano, come ha ribadito l'ambasciatore, chiede al Tribunale internazionale sul diritto del mare il rientro di Salvatore Girone e la permanenza di Latorre in Italia per tutta la durata dell'arbitrato internazionale. "Girone è trattato come un ostaggio, costretto a restare in India nonostante non sia stato ancora incriminato", visto che Delhi lo considera "una garanzia che Latorre tornerà alla fine della sua permanenza in Italia", stabilita dalla Corte suprema indiana per gennaio 2016. 

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L'INDIA RISPONDE - "L'Italia tenta di suscitare compassione" nei riguardi dei due fucilieri, facendoli apparire "come vittime", mentre ha un atteggiamento "discriminatorio" nei confronti "di due pescatori innocenti e della sofferenza inflitta alle loro famiglie". Replicano così alle parole dell'ambasciatore dall'India: "Definire Girone un ostaggio è inappropriato e offensivo, gode di una vita confortevole. La salute di Latorre potrebbe migliorare nei prossimi mesi" consentendogli di tornare a Delhi. Così l'India ha respinto le richieste "urgenti" dell'Italia di liberare i marò.

Ma anche sulla salute di Latorre rimane un dubbio. L'Italia sostiene che "gli ultimi rapporti medici sullo stato di salute del sergente evocano rischi che potrebbero verificarsi se fosse costretto a tornare in India", compreso il "rischio per la sua sicurezza e la sua vita". "In mancanza di un capo d'accusa, le restrizioni alla libertà" dei due fucilieri e la loro "durata" sono "arbitrarie e ingiustificabili", con possibili "conseguenze irreparabili per la loro salute e il loro benessere", costituendo perciò "una violazione dei loro diritti fondamentali". "La frustrazione, lo stress, il deterioramento delle condizioni mediche delle persone direttamente e indirettamente coinvolte, minacciano un grave danno ai diritti dell'Italia. Per questo bisogna risolvere con urgenza la situazione", ha sottolineato Azzarello.

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