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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le parole al gip / Catania

La confessione di Martina Patti: "Ho colpito mia figlia mentre ero girata, non volevo guardarla"

La ricostruzione del giudice delle indagini preliminari di Catania nelle 15 pagine dell'ordinanza cautelare in carcere emessa nei confronti della 23enne

Nonostante il tentativo di "lasciar credere di aver agito senza una piena consapevolezza", Martina Patti è una donna "lucida e calcolatrice", e se non arrestata "potrebbe darsi alla fuga". E la piccola Elena Del Pozzo, "vittima di una morte violenta particolarmente cruenta e anche lenta", è stata uccisa da una donna che in tutte le fasi dell'omicidio "deve essere stata necessariamente nel pieno delle sue facoltà", trovandosi "in condizioni fisiche e psichiche idonee all'agire". Così il giudice delle indagini preliminari di Catania, Daniela Monaco Crea, tra le quindici pagine dell'ordinanza cautelare in carcere emessa nei confronti della 23enne per l'omicidio premeditato aggravato e l'occultamento del cadavere della figlia di 5 anni.

Elena Del Pozzo: cosa ha detto la mamma Martina Patti al gip

Al gip la donna ha detto di ricordare che "ho portato Elena in questo campo e le ho fatto del male e non ricordo altro", e di avere "una cosa lunga tipo un coltello, non ricordo dove l'ho preso, non so perché ce l'avevo". E sul momento in cui ha colpito la piccola ha rivelato: "Non ricordo bene, perché ero girata e non volevo guardare", secondo stralci del provvedimento riportati oggi dal Corriere della Sera. "Perché uccidere un figlio in tenera età - scrive il gip - e, quindi indifeso, oltre a integrare un gravissimo delitto, è un comportamento innaturale, ripugnante, eticamente immorale, riprovevole e disprezzabile, per nulla accettabile in alcun contesto... indice di un istinto criminale spiccato e di elevato grado di pericolosità".

I tanti "non ricordo" di Martina Patti

Il giudice delle indagini preliminari di Catania sottolinea inoltre che Martina Patti non ha manifestato segni di pentimento: "Ha inscenato il rapimento con estrema lucidità e non ha manifestato segni di ravvedimento e pentimento. Tutti elementi che denotano una particolare spregiudicatezza, insensibilità, assoluta mancanza di resipiscenza". Nell'ordinanza ci sono i diversi "non ricordo" pronunciati dalla donna: "Non ricordo cosa sia passato nella mia mente quando ho colpito mia figlia, anzi posso dire che non mi è passato nessun pensiero, come se in quel momento fossi una persona diversa", "non ricordo la reazione della bambina mentre la colpivo, forse era ferma, ma ho un ricordo molto annebbiato".

E poi ancora: "Non ricordo di aver sotterrato la bambina, ma sicuramente sono stata io". Ma la donna ha detto di ricordare che "quando sono andata al campo avevo con me una busta di plastica di colore nero che ho strappato dal rotolo prima di uscire di casa". 

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