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Venerdì, 19 Aprile 2024
Evaso / Como

Massimo Riella: l'uomo in fuga nei boschi, scappato durante una visita alla tomba della madre

Era in carcere a Como con l'accusa di aver minacciato, gettato a terra e rapinato due anziani. La clamorosa evasione del 12 marzo e la caccia all'uomo nelle montagne sopra il lago di Como

Massimo Riella è introvabile, almeno per il momento. L'uomo, 47enne detenuto nel carcere di Como, è riuscito a far perdere le sue tracce il 12 marzo scorso: accompagnato da alcuni agenti della polizia penitenziaria, grazie a un permesso, era andato al cimitero di Brenzio, una frazione di Gravedona ed Uniti in provincia di Como, per portare un saluto sulla tomba della madre. Poi avrebbe aggredito le guardie che lo scortavano riuscendo a scappare. Da quel giorno Massimo Riella riesce a vivere senza soldi né telefono sui boschi nelle montagne sopra il lago di Como.

Dov'è finito Massimo Riella?

La zona in questione è stata setacciata casolare per casolare: i sentieri sono battuti dalle forze dell'ordine, in particolare dagli agenti del Nucleo investigativo della polizia penitenziaria di Milano, anche con l'aiuto dei cani molecolari. Riella conosce molto bene la zona per la sua pregressa attività di bracconiere. Secondo chi lo conosce bene, è perfettamente in grado di procacciarsi cibo e di nascondersi nei boschi, anche se non si esclude che qualcuno possa averlo aiutato a nascondersi. 

La storia di Riella con le forze dell'ordine è abbastanza lunga. Arrestato nel 2021 perché trovato in possesso di un fucile con la matricola abrasa, qualche mese dopo è stato accusato di una rapina a Consiglio di Rumo, rapina dove sono state minacciate, aggredite e rapinate due persone anziane. La prima volta che tentarono di arrestarlo per questo reato nell'ottobre 2021, saltò dal balcone di casa scappando nei boschi, senza scarpe. A dicembre dello stesso anno, i carabinieri di Menaggio nell'arrestarlo gli hanno messo ai polsi due paia di manette perché era capace di togliersele spezzandole contro una pietra, cosa che aveva fatto in precedenza. 

Riella è quindi perfettamente in grado di sostenere la vita nelle zone boschive anche con pochi mezzi a disposizione. Domenica sarebbe stato avvistato da alcuni agenti, ma non è stato possibile prenderlo. Il Nucleo investigativo della polizia penitenziaria di Milano sta continuando le ricerche. Il 19 marzo la figlia Silvia, tramite Facebook, ha scritto un messaggio per il padre, per ribadire la sua innocenza in merito all'aggressione ai due anziani a Consiglio di Rumo: "Mio padre non si è mai fatto di crack, come è stato detto al telegiornale, e della famosa rapina ai due anziani di Consiglio di Rumo non è lui il responsabile. L'hanno incastrato".

Massimo Riella aveva ottenuto il permesso di andare sulla tomba della madre dopo la sua protesta nel carcere del Bassone a Como, il 9 marzo scorso: era salito sul tetto e per scendere aveva chiesto di poter andare al cimitero. Col senno di poi c'è chi pensa che la fuga, date anche le capacità di adattamento e la conoscenza del territorio di Riella, sia stata pianificata. Per quanto riguarda l'aggressione ai due anziani e la rapina, l'uomo si è sempre dichiarato innocente.

La protesta di Massimo Riella nel carcere del Bassone a Como

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