Incidente Roma, indagato Matteo Di Pietro: "Continuavano a filmare anche dopo che Manuel era morto"
Il giovane youtuber alla guida del Suv che ha travolto la Smart a Roma (nell'incidente è morto il piccolo Manuel Proietti, 5 anni) è risultato positivo ai cannabinoidi: indagato per omicidio stradale e lesioni, al momento non è stato arrestato. Polemiche per i video girati anche dopo lo schianto a Casalpalocco
Unico indagato dell'incidente di Casalpalocco, Roma, (Suv di youtuber contro Smart, muore un bimbo di 5 anni) per omicidio stradale e lesioni è Matteo Di Pietro, il ventenne alla guida della Lamborghini, risultato positivo ai cannabinoidi. L'arresto non è scattato perché la positività non è alta, potrebbe aver consumato la droga nei giorni precedenti.
Un altro dettaglio che fa accapponare la pelle, uno dei tanti in questa vicenda: ci sarebbe un video che gira da ieri nelle chat dei residenti, un uomo che urla, la Smart accartocciata, la Lamborghini distrutta. E un ragazzo di spalle, in primo piano, con la t shirt targata The Borderline e con un cellulare in mano. Continuavano a filmare, a disastro avvenuto.
La sorellina di 4 anni di Manuel si è salvata perché proprio mercoledì si era seduta sul seggiolino del fratello e non nel suo rosa. La madre, non in pericolo di vita, è ancora ricoverata in ospedale. Manuel è morto a 5 anni per una challenge da riprendere con telecamere e telefonini. Matteo Di Pietro, 20 anni, universitario, figlio di un impiegato del Quirinale, era alla guida della supercar, sempre lui l'aveva noleggiata alla concessionaria per 1.500 euro circa al giorno (RomaToday racconta il business del noleggio delle auto di lusso a Roma).
Matteo Di Pietro indagato per omicidio stradale
Contestato l'omicidio stradale a Di Pietro, dunque. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione dei quattro amici presenti nell'auto. Nei loro confronti potrebbe essere contestato il concorso nel caso in cui venisse accertato che nelle fasi precedenti allo schianto stessero girando un video, magari incitando il ragazzo alla guida.
Testimoni: "Continuavano a filmare"
"Dopo l'incidente continuavano a filmare, il papà di un altro bambino li ha ripresi e ha discusso con i ragazzi". A raccontarlo ai cronisti sul posto (e le parole oggi hanno inevitabilmente ampio spazio sui quotidiani) è un amico della famiglia Proietti e papà di un amichetto di scuola di Manuel. "Dobbiamo tutti parlare e raccontare quello che è successo. Filmavano e il bimbo era morto. Siamo distrutti, questa macchina sfrecciava da giorni. Andavano fermati". Queste le parole che i cittadini del quartiere ripetono arrivando sul posto. "Questa macchina sfrecciava da giorni. Mi è rimasta impressa perché era molto bella come auto, ma dentro di me, vedendo alla velocità in cui andava, ho pensato: questi se prendono qualcuno lo uccidono", dice una signora del quartiere.
In un video girato subito dopo l'incidente si vedono alcuni passanti inveire contro i ragazzi che erano a bordo del Suv. "Ma che c...o hai fatto?", urla un signore che viene trattenuto dalla folla radunata sul posto. Vito Loiacono, un altro degli occupanti della Lamborghini, su Instagram si è discolpato: "Non c'ero io alla guida". Proprio lui aveva postato l'ultimo video prima della tragedia durante il quale, a bordo della Ursus già pronta per la folle sfida, prendeva in giro le Smart che "sono macchine da 300 euro".
La dinamica dell'incidente
La famiglia Proietti è chiusa in un dolore abissale. Le indagini dei vigili urbani proseguono senza soste per chiarire con esattezza la dinamica della collisione tra i veicoli. Quella del sorpasso azzardato rimane un'ipotesi. Elena Uccello, 28 anni, aveva appena ripreso suo figlio all’asilo e stava guidando verso casa la sua Smart quando, dalla corsia opposta, la Lamborghini dei Borderline è passata sfrecciando. Poi il dramma.
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha commentato i fatti di Casal Palocco così: "Se sei recidivo e togli la vita a una persona perché sei un cretino al volante, tu la patente non la vedi più per il resto dei tuoi giorni, non è che te la sospendo per qualche mese". Questo in previsione di nuove regole, a base di "prevenzione e sanzioni", sul codice della strada.