rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Catturato dopo 30 anni

Messina Denaro, il boss dandy in trappola. Il monito: "Senza intercettazioni niente antimafia"

Dopo 30 anni è finita la latitanza del superboss mafioso. Bloccato all'esterno della clinica privata dove era stato operato sotto falso nome e dove era atteso per delle terapie. Il racconto di chi lo ha arrestato e il monito: "La lotta alla mafia non è vinta"

Nessuna fuga, nessun ulteriore depistaggio. Quando oggi, 16 gennaio 2023, a Palermo i carabinieri hanno bloccato il superlatitante Matteo Messina Denaro lui ha guardato gli uomini che a lungo gli hanno dato la caccia e ha scandito il suo nome e cognome. Non ha usato la falsa identità con cui, pochi istanti prima, si era presentato alla clinica La Maddalena per sottoporsi a una terapia. Un uomo curato, con al polso un orologio da oltre trentamila euro. Così lo descrivono gli inquirenti, che oggi mentre celebrano un traguardo tanto agognato lanciano un monito chiaro: "Senza intercettazioni niente indagini antimafia".

La cattura di Matteo Messina Denaro

Oggi, 16 gennaio, a Palermo la mattina inizia sotto la pioggia. (Esattamente come l'11 aprile del 2006 quando in manette finì Bernardo Provenzano). I carabinieri presidiano le strade attorno alla clinica privata La Maddalena, nella zona nord del capoluogo siciliano. Quando hanno la certezza che Messina Denaro, con un documento falso è nella struttura e deve fare il tampone anti Covid per sottoporsi alla terapia prescritta per una patologia oncologica, entrano in azione. Il boss viene bloccato all'esterno della struttura. Non scappa. Ai carabinieri che gli chiedono il nome dice: "Sono Matteo Messina Denaro". Finisce in manette anche un suo fiancheggiatore: un uomo che formalmente commercia olive nella provincia di Trapani. 

L'impero miliardario di Matteo Messina Denaro

"Siamo orgogliosi del lavoro fatto questa mattina - dice il procuratore della Repubblica di Palermo Maurizio de Lucia, aprendo la conferenza stampa al comando legione carabinieri Sicilia indetta nel pomeriggio  -. Conclude lavoro lungo e complicatissimo perché abbiamo catturato l'ultimo stragista del 1992-93. Era un debito che la Repubblica aveva nei confronti delle vittime di quegli anni e questo debito è stato in parte ripagato. Rivolgo un riconoscimento e affetto verso l'Arma dei carabinieri, verso il Ros e verso tutti coloro i quali sono intervenuti per il modo con cui è stato condotto il lavoro finale coordinati dall'aggiunto Paolo Guido".

Matteo Messina Denaro arrestato: l'uscita del boss dalla caserma dei carabinieri

Messina Denaro arrestato, gli applausi dei cittadini

Matteo Messina Denaro è stato bloccato nei pressi di un ingresso secondario della clinica La Maddalena. Il blitz è scattato quando i carabinieri hanno avuto "la certezza che fosse all'interno della struttura sanitaria. Non ha opposto alcuna resistenza" e "si è subito dichiarato, senza neanche fingere di essere la persona di cui aveva utilizzato l'identità. Non abbiamo visto tentativi di fuga anche se sicuramente ha cercato di adottare delle tutele una volta visto il dispositivo (la presenza massiccia di carabinieri, ndr) che stava entrando nella struttura".

"I militari sono intervenuti con le divise per dare un senso di sicurezza alle tante persone presenti e di presenza dello Stato catturando un latitante pericolosissimo e senza neanche l'utilizzo delle manette come uno stato democratico pretende e ottiene", precisa De Lucia. Che aggiunge compiaciuto: "I cittadini quando hanno capito hanno applaudito verso i carabinieri. Non è un dato da poco".

"Grazie!": lacrime, abbracci e urla dopo l'arresto di Messina Denaro

De Lucia ripercorre le fasi finali dell'indagine e spiega che c'è stata una "forte accelerazione negli ultimi giorni". L'esito delle indagini del Ros ci portava sempre più a selezione soggetti malati con le caratteristiche dell'ex latitante e da qualche giorno avevamo saputo che il soggetto si dovesse recare in struttura questa mattina. Era ragionevole che fosse lui, ce lo aspettavamo. Ma la certezza l'abbiamo avuta solo stamattina". 

Matteo Messina Denaro e la carta d'identità come Andrea Bonafede

Matteo Messina Denaro è stato sottoposto nel tempo a due interventi: uno nel Trapanese e uno a Palermo, a La Maddalena. Oggi qui avrebbe dovuto eseguire una terapia post intervento. Per queste prestazioni sanitarie ha usato un alias. Andrea Bonafade, professione geometra. Andrea Bonafede però esiste davvero, è il nipote di un capomafia. Incrociando i dati del vero Bonafede, gli inquirenti sono arrivati al boss. 

L'errore di Matteo Messina Denaro che ha fatto scattare l'arresto 

Anche oggi all'accettazione de La Maddalena Messina Denaro si era presentato come Andrea Bonafede, nato a Campobello di Mazara (Trapani) il 23 ottobre del 1963. Alla voce professione si legge "geometra. Alto 1,78, calvo e con gli occhi castani, il documento indica "segni particolari nessuno". La tessera, cartacea, è stata emessa l'8 febbraio 2016 e scade il 23 ottobre del 2026.

messina_denaro_documento adnkronos-2

"Senza intercettazioni niente indagini antimafia"

Nessun confidente, nessun pentito. Alla cattura del boss Matteo Messina Denaro i magistrati palermitani e i carabinieri del Ros sono arrivati con quella che si definisce "un'indagine tradizionale". Da almeno tre mesi gli inquirenti analizzavano le conversazioni dei familiari del capomafia intercettati. 

Captando le parole , le mezze frasi accennate, gli inquirenti hanno capito che la pista da seguire era quella dei malati oncologici. "Le intercettazioni sono uno strumento indispensabile e irrinunciabile nel contrasto alla criminalità organizzata e alla mafia. Senza le intercettazioni non sono possibili le indagini su Cosa nostra", sottolinea De Lucia.

Sollecitazione colta dalla premier Giorgia Meloni (stamani a Palermo per congratularsi con gli inquirenti, ndr) che a distanza di poche ore torna sul tema: "Per me le intercettazioni per come sono utilizzate per i procedimenti di mafia sono fondamentali, sono uno strumento di indagine di cui non si può fare a meno e nessuno per questo genere di reati li ha mai messi in discussione". 

Chi resta dopo Matteo Messina Denaro: la lista dei latitanti più pericolosi

"Nessuna indicazione sulla complicità della clinica"

Alla clinica La Maddalena il boss Matteo Messina Denaro si era rivolto lo scorso anno. Si tratta di un centro di eccellenza per le patologie oncologiche. Col falso nome di Andrea Bonafede è stato operato e continuava a essere seguito per le terapie post intervento. "Non abbiamo indicazioni o elementi che possano pensare ad eventuali complicitò all'interno della clinica Maddalena - dice De Lucia -, anche perché Messina Denaro si presentava con una identità diversa. Andava in giro con documenti perfettamente compatibili con quelli di un soggetto malato che a prima lettura sembravano legali. Certo, gli accertamenti sono iniziati a qualche ora e sono in via di sviluppo".

Ironia della sorte il luogo della cattura è a pochi minuti a piedi dalla sede palermitana della Direzione investigativa antimafia.

La Maddalena Dia 2

Il boss dandy con l'orologio di lusso

Di Messina Denaro finora si avevano solo identikit, ricostruzioni fatte grazie ai computer su come poteva essere invecchiato il boss. E oggi che abbiamo le foto vere la somiglianza con le ricostruzioni è palese. Al momento della cattura indossa un cappellino di lana e un montone, porta gli occhiali. 

"L'aspetto sanitario è stato rilevante, uno degli eventi che ti costringe ad uscire allo scoperto. Certamente - spiega il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido - non abbiamo trovato un uomo distrutto e in bassa fortuna. Era in apparente buona salute, assolutamente curato, con una rete di persone che lo ha sorretto. Certo, fare i conti con la salute è un fatto democratico. Indossava beni di lusso".  

Messina Denaro aveva al polso un Richard Mille del valore di 30/35 mila euro, si conferma un "dandy", così com'era stato descritto nella leggenda che ha accompagnato la sua latitanza. Chi lo ha incrociato, senza sapere chi fosse, oggi parla di un uomo gentile ed elegante. "Faceva la chemio con me ogni lunedì. Stavamo anche nella stessa stanza, era una persona gentile, molto gentile" dice una donna, in un video di Tv2000 anticipato stasera dal Tg2000. "Ci sono anche mie amiche che hanno il suo numero di telefono. Ha scambiato messaggi con una mia amica fino a questa mattina. Lei è ora sotto shock a casa".

Chi è Giovanni Luppino, l'accompagnatore di Messina Denaro

Con Matteo Messina Denaro è stato arrestato Giovanni Luppino, 59 anni. Per gli investigatori è "un perfetto sconosciuto". Nessuna parentela con il boss omonimo Franco Luppino, come dice il procuratore aggiunto Paolo Guido. Fino ad oggi Luppino non era mai stato coinvolto in operazioni antimafia, coltiva le olive Nocellara del Belìce. "Naturale - sottolinea De Lucia - che un latitante, ormai ex latitante, si accompagnassse a incensurati".

Cosa succede dopo l'arresto di Messina Denaro

Dopo l'arresto di Messina Denaro le indagini proseguono su più fronti. Che assetto ha ora Cosa nostra? Chi ha aiutato il boss? Sono solo due degli interrogativi aperti. "Fino a ieri Messina Denaro era certamente il capo della provincia di Trapani, da domani vedremo", dice il procuratore aggiunto Paolo Guido rispondendo alle domande dei cronisti sugli assetti dei vertici di Cosa nostra. Domani a Palermo ci sarà il procuratore nazionale antimafia, Pasquale Melillo: "Faremo il punto sulle indagini e sulle cose che vanno ancora fatte riguardo alla rete di protezione, della logistica e della latitanza di Matteo Messina Denaro. Andrò a Palermo per una riunione con i colleghi della Dda, che hanno lavorato splendidamente in costante coordinamento informativo con la Procura Nazionale e ai quali va tutta la mia ammirazione per il modo riservato e paziente con cui hanno lavorato".

"C'è stata certamente una fetta di borghesia che negli anni ha aiutato Messina Denaro e le nostre indagini ora stanno puntando su questo", precisa De Lucia.

"Già proposto il 41 bis per Messina Denaro"

"Messina Denaro finora non parla - dice De Lucia - non ha dato indicazioni, dopodiché fino a stamattina non sapevamo neanche che faccia avesse. La cosa più importante in questo momento è la cattura, ora ci muoveremo". 

Per l'ormai ex latitante è stato già proposto il carcere duro, il 41 bis. Le sue condizioni di salute sono giudicate "compatibili con la detenzione in carcere". Massima riservatezza invece su struttura penitenziaria ospiterà Matteo Messina Denaro.

Tutte le notizie su Today.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Messina Denaro, il boss dandy in trappola. Il monito: "Senza intercettazioni niente antimafia"

Today è in caricamento