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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'inchiesta sul suicidio / Mantova

Pregliasco ricorda De Donno: "Un pro-vax convinto, apripista per la terapia con anticorpi monoclonali"

Oggi l'autopsia sul corpo dell'ex primario di Mantova morto suicida. La procura indaga per istigazione al suicidio. E il virologo Pregliasco riconosce i meriti "scientifici" della controversa terapia al plasma iperimmune

La procura di Mantova ha aperto un fascicolo d'inchiesta per istigazione al suicidio per la morte di Giuseppe De Donno, ex pneumologo dell’ospedale Carlo Poma e padre della terapia anti Covid con il plasma iperimmune. Oggi sarà effettuata alle camere mortuarie dell'ospedale di Mantova. L'obiettivo degli inquirenti è comprendere se qualcuno possa aver indotto l'ex primario, che il 5 luglio scorso aveva iniziato le sua nuova attività di medico di base dopo essersi dimesso dall'ospedale, a togliersi la vita, senza lasciare alcun messaggio.

Oggi a ricordare De Donno è Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'stituto ortopedico Galeazzi di Milano, virologo e docente dell'Università degli Studi di Milano che ai microfoni di iNews24.it ha sottolienato come la terapia al plasma iperimmune abbia fatto da apripista agli anticorpi monoclonali.

Pregliasco: "De Donno apripista per anticorpi monoclonali"

"La terapia con il plasma iperimmune è una metodica storica che in alcune situazioni ha dato buoni risultati, mentre in altre, come nel caso del Covid o dell'ebola, no. Nella fase iniziale della pandemia è stato importante provarla, perché grazie a una metodologia di raccolta standardizzata è servita anche alla valutazione delle caratteristiche degli anticorpi prodotti. È stata apripista rispetto agli anticorpi monoclonali - chiosa Pregliasco - che sono sostanzialmente una scelta tra i tanti anticorpi che il nostro organismo produce naturalmente". "Noi produciamo anticorpi specifici per tante parti del virus. Però alcuni non sono rilevanti e altri sì. L'anticorpo monoclonale è quello più efficace, che viene scelto e prodotto in laboratorio", ha aggiunto Pregliasco. 

Il virologo ha ricordato il collega De Donno ricordando il proprio stupore per il fatto che ci fossero fazioni pro e contro il plasma. "In una fase sperimentale si deve percorrere qualsiasi strada. Il plasma andava provato perché non è una cosa campata in aria ed è infatti servito come elemento di sviluppo. Il collega De Donno era un pro-vax assolutamente confermato. I no vax credono che la terapia con il plasma iperimmune non sia andata avanti perchè costa poco e non giova alle case farmaceutiche. Ma in realtà non è vero, perché prevede costi di produzione e un'attenzione particolare al prodotto, che è delicato". 

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