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Giovedì, 7 Dicembre 2023
Il caso / Sondrio

Il medico positivo al coronavirus e ricoverato dopo la prima dose di vaccino: nessun allarmismo

L'efficacia del siero Pfizer BioNtech è stata dimostrata dopo una settimana dal richiamo. Il professionista si trova al Morelli di Sondalo (Sondrio), ma non è grave

Un medico di base della provincia di Sondrio, che a fine dicembre si era vaccinato contro il coronavirus nell'ospedale Civile, è stato ricoverato per covid all'ospedale Morelli di Sondalo (Sondrio). Il medico non è in gravi condizioni e non è ricoverato in terapia intensiva. Nessun allarmismo sul caso. Nulla di strano e niente di cui preoccuparsi. Ma cosa è successo? Stando a quanto ha spiegato il direttore generale dell'Ats della Montagna, Lorella Cecconami, è probabile che l'uomo fosse già positivo senza saperlo quando gli è stata inoculata la prima dose del vaccino.

Il medico positivo al coronavirus e ricoverato dopo la prima dose di vaccino: cosa è successo

Le persone vaccinate non sviluppano fin da subito gli anticorpi necessari per tenere a bada Covid-19. Sappiamo dagli studi clinici che ci vogliono dai dieci ai quattordici giorni per iniziare a sviluppare una protezione contro il virus: la prima dose garantisce una protezione intorno al 50% e solo una settimana dopo la seconda dose si arriva al 95%. Non stupisce dunque che prima della dose di richiamo si possa contrarre l’infezione. Non solo: visto e considerato che il vaccino ha un'efficacia del 95% (e non del 100) un’esigua minoranza di persone potrebbe ammalarsi anche dopo aver ricevuto la seconda dose. "Ripeto fino alla nausea - ha spiegato nei giorni scorsi su Twitter il virologo Roberto Burioni -, nessun vaccino può offrire una protezione prima di 15 giorni dalla sua somministrazione. È inutile cercare di spaventare le persone: per produrre anticorpi il nostro organismo ci mette del tempo. Fatevene una ragione".

L'efficacia del vaccino Pfizer BioNtech è stata dimostrata dopo una settimana dalla seconda dose. Per questo, tra un'iniezione e l'altra, occorre rispettare i comportamenti più efficaci in chiave preventiva: il distanziamento sociale, la corretta igiene delle mani e l'utilizzo delle mascherine. La protezione immunitaria dall'infezione da virus SarsCoV-2 è completa solo dopo la somministrazione della seconda dose del vaccino anti coronavirus. Lo sottolinea anche il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli: "Negli articoli scientifici è chiaramente riportato che anche negli studi clinici si sono infettate persone dopo la prima dose proprio perché la risposta immunitaria non è ancora completamente protettiva. E lo diventa soltanto dopo la seconda dose. Questa è una delle ragioni per non abbandonare comportamenti responsabili dopo essere stati vaccinati".

I vaccini in Lombardia

Intanto in Lombardia è entrata nel vivo la campagna vaccinale. Nella giornata di lunedì 4 gennaio, in regione sono stati effettuati più di 6mila vaccini anti covid, in quello che è stato il primo giorno ufficiale della campagna di vaccinazioni contro il coronavirus. Dopo l'avvio simbolico del 27 dicembre, già passato alla storia come il V-day, la Lombardia è stata infatti tra le ultime regioni d'Italia a partire con la somministrazione dei sieri Pfizer ai propri cittadini. Domenica erano esplose le polemiche e l'assessore al welfare, Giulio Gallera, si era difeso spiegando che molti medici erano in ferie e che il via definitivo alla campagna vaccinale sarebbe arrivato proprio il 4 gennaio, con 10mila dosi somministrate ogni giorno. Nelle ultime 24 ore l'obiettivo massimo non è stato raggiunto, ma si è andati poco oltre la metà. "Il dato complessivo - ha fatto sapere la regione lunedì sera - sale quindi, in totale, a quasi diecimila somministrazioni dall’inizio della campagna superando la soglia del 10% rispetto alle dosi attualmente in dotazione". 

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