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Martedì, 23 Aprile 2024
La smentita

Un bunker per Messina Denaro? "Nessun covo, è una stanza per conservare regali di nozze"

Gli avvocati di Errico Risalvato, proprietario della casa di via Toselli perquisita nelle indagini sul boss mafioso, precisano che l'ex consigliere comunale di Castelvetrano e i suoi familiari "non sono a nessun titolo coinvolti nella latitanza". Sulla stanza blindata trovata dietro un armadio: "Utilizzata per riporre gli oggetti preziosi della figlia"

L'immobile di via Maggiore Toselli, a Campobello di Mazara (Trapani) perquisito nell'ambito delle indagini sul boss mafioso Matteo Messina Denaro "non era un covo". Lo chiariscono in una nota i legali della famiglia di Errico Risalvato (proprietario dell'immobile, ndr), Massimo Mattozzi e Pietro Stallone.

"Le notizie di stampa - scrivono i due legali - che si sono susseguite in maniera frenetica sono quasi integralmente infondate, riportate in maniera volutamente ambigua; la famiglia Risalvato, consapevole della rilevanza sociale prima che mediatica dei recenti avvenimenti, nel pieno rispetto dell'attività di indagine della Dda e del diritto di cronaca, ha volutamente atteso in silenzio l'evoluzione dei fatti ma la persecuzione, lo sciacallaggio e la diffamazione cui è stata sottoposta da parte della stampa da otto giorni ad oggi, impediscono di continuare a mantenere il riserbo adottato finora".

Trovato il secondo covo di Matteo Messina Denaro, c'è una stanza-bunker

Il presunto nascondiglio è stato individuato dal Ros dei carabinieri e dal Gico della guardia di finanza, in un'abitazione che si trova a meno di un chilometro da vicolo San Vito, dove il capomafia di Castelvetrano ha trascorso gli ultimi mesi della sua latitanza. La casa appartiene a Errico Risalvato, ex consigliere comunale di Castelvetrano, sfiorato due volte da indagini di mafia e sempre scagionato. L'uomo è inoltre fratello di Giovanni Risalvato, condannato a 14 anni per mafia e ora libero, imprenditore edile. Il blitz delle forze dell'ordine è avvenuto 48 ore dopo l'arresto del superlatitante. Stando a quanto appreso da PalermoToday, all'interno della stanza blindata nascosta dietro un armadio sono state ritrovate diverse scatole, oggetti vari, compresi quadri e altro materiale. Ma nessun documento, cosa che ha fatto pensare agli investigatori che qualcuno possa averlo ripulito, facendo sparire le cose più scottanti.

"Smentiamo categoricamente - chiariscono i legali - che l'immobile sia mai stato un 'covo' di Matteo Messina Denaro e che in casa ci fosse un bunker. Trattasi di una porzione di stanza di 3 metri quadrati munita di porta blindata, apposta nel 2015, utilizzata per riporre - specie nei periodi nei quali la famiglia si allontanava per le vacanze - gli oggetti preziosi di proprietà esclusiva della figlia di Errico Risalvato tutti frutto di regali del marito durante il fidanzamento e il matrimonio, dei genitori e dei nonni materni (promessa di matrimonio, laurea solo per citarne alcuni) come avviene in qualsiasi famiglia. Va anche precisato che tutti i preziosi ritrovati sono muniti di regolare certificato di garanzia dei rivenditori presso i quali sono stati acquistati. Smentiamo categoricamente che all'interno della stanza siano state rinvenute pietre preziose di qualsivoglia dimensione". I legali respingono, inoltre, l'ipotesi che Risalvato e i suoi familiari "siano a qualsivoglia titolo coinvolti nella latitanza di Matteo Messina Denaro. 

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