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Giovedì, 25 Aprile 2024
Nel Chiapas / Messico

Michele Colosio: chi era il volontario italiano ucciso a colpi di pistola in Messico

Conosciuto da tutti come Miguel, Colosio aveva 42 anni ed era originario della provincia di Brescia. Sarebbe stato freddato in mezzo alla strada. Una vita dedicata al prossimo, "convinto com'era lui che bisognava dare, aiutare, vivere nella fratellanza senza distinzione di lingue, confini e pelle"

Un italiano di 42 anni originario di Borgosatollo, in provincia di Brescia, è stato brutalmente assassinato nella zona di San Cristobal de Las Casas, nel Chiapas, in Messico. La vittima si chiamava Michele Colosio, ma tutti lo conoscevano come Miguel. Da tempo si era trasferito oltreoceano dove aveva avviato una serie di progetti di cooperazione e volontariato, come riferisce El Coleto Informa. Cittadino del mondo, Michele viveva in Messico da più di 10 anni e aveva costruito una grande rete di amicizie, "grande come il suo cuore" e si occupava di vari progetti di cooperazione.

Michele Colosio ucciso a colpi di pistola in Messico

Le indagini sull'accaduto sono in corso, scrive BresciaToday: Colosio sarebbe stato freddato a colpi di pistola in mezzo alla strada domenica notte, l'alba di lunedì in Italia. Era sempre in sella alla sua bicicletta, dicono di lui, sempre sorridente e disponibile: "Una persona unica, portatore di pace e dispensatore di sorrisi: felice di averti conosciuto", scrive un amico.

Nella sua vita aveva fatto l'artigiano, il pastore, il contadino, il meccanico e altro ancora: da giovane aveva studiato e lavorato come radiologo in ospedale, e per questo si era avvicinato alla Casa della salute comunitaria "Raiz del Viento", così come a tanti altri progetti sociali, "convinto com'era lui che bisognava dare, aiutare, vivere nella fratellanza senza distinzione di lingue, confini e pelle".

Una fiaccolata per ricordarlo al grido di "Basta violenza"

Michele Colosio è morto dopo un agguato, riferisce ancora la stampa locale, "uno dei tanti che si consumano ogni giorno a San Cristobal, una città alla mercé di tanti gruppi armati: il marciume istituzionale, la povertà diffusa e l'impunità hanno trasformato questa bella città in un inferno". In memoria di Michele "Miguel" Colosio è già stata organizzata una fiaccolata in bicicletta, al grido di "Basta de violencia" (dalle 19 ora messicana). Non è chiaro quando e come la salma potrà tornare in Italia.

Le indagini sono solo all'inizio. Due le ipotesi su cui sarebbero al lavoro gli inquirenti: la principale è quella di una rapina finita male, ma non si può escludere allo stato attuale dell'inchiesta che si sia trattato di un'aggressione pianificata, dietro a cui potrebbe esserci la malavita locale. 

"Addolorato per l’uccisione di Michele Colosio, ucciso in Messico dove si trovava da dieci anni per partecipare a dei programmi di cooperazione. Ci stringiamo al dolore dei familiari, sicuro che il Ministerod egli esteri darà il supporto necessario e si impegnerà per ottenere giustizia" twitta il deputato Marco Di Maio (Italia Viva). 

La madre: "Non meritava questa fine"

"Non meritava di fare questa fine, era andato là solo per fare del bene" dice Daniela Stanga, la madre di Michele Colosio, il 42enne volontario bresciano ucciso in Messico. Le parole di Stanga vengono riportate dalle agenzie di stampa. "Era uscito di casa per fare delle compere in un negozio poco distante. Erano circa le 10 di sera, l'alba qui da noi. Qualcuno gli si è avvicinato e lo ha aggredito a colpi di pistola". La donna, in stretto contatto con le autorità italiane, vorrebbe raggiungere il Messico nelle prossime ore.

Commosso il ricordo, su Facebook, della Casa de Salud Comunitaria Yi'bel ik' Raíz del Viento, la realtà di San Cristobal de Las Casas a cui Colosio dava il suo contributo. "Michele Colosio è stato ucciso ieri sera. Il suo ampio sorriso si è spento, lo hanno ucciso in un assalto, a un isolato da casa sua, tornando dai festeggiamenti per la finale degli europei. Michele è nato in Italia ma è sempre stato un cittadino del mondo, viveva in Messico da più di 10 anni e aveva una grande rete di amicizie, grande come il suo cuore" si legge nel post.

"È morto in un assalto - continua la Casa de Salud Comunitaria -  uno dei tanti che ogni giorno ci sono a San Cristobal, una città alla mercé di tanti gruppi armati (criminalità comune, crimine organizzato, narcos, gruppi di paramilitari, sicari in uniforme, ecc) che agiscono grazie alla alla corruzione di tutti i corpi di polizia. Il marciume istituzionale, la povertà diffusa e l'impunità hanno trasformato questa bella città in un inferno [...] . Lo denunciamo da anni e resistiamo, non ci fermiamo".

"Ciao Michele, ci vediamo in giro. Intanto continuiamo nel tuo percorso, per costruire un mondo che contenga molti mondi".

La Casa de Salud comunitaria Yi’bel Ik’ - Raíz del Viento si presenta come "un centro di lotta, salute e formazione", si trova in Chiapas a San Cristóbal de Las Casas , nel quartiere popolare di Cuxtitali. Presso la Casa de salud si tengono da anni laboratori permanenti per la sensibilizzazione e la formazione alla salute pubblica e alle buone norme di prevenzione focalizzata sulle problematiche specifiche della comunità locale. Ci sono anche un consultorio, un laboratorio di erboristeria e un orto di piante officinali, un punto di accoglienza e accompagnamento medico popolare per la promozione del diritto alla salute, oltre che un ambulatorio di ginecologia dedicato alla salute delle donne.

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