A San Ferdinando si muore ancora: rogo nella nuova tendopoli dei migranti, c'è una vittima
“Speravamo di non dover più raccontare episodi come questi ma purtroppo è accaduto ancora”, ha detto il sindaco di San Ferdinando. La nuova tendopoli si trova a poche centinaia di metri da quella sgomberata poche settimane fa e nella quale, in un anno, erano morti tre migranti per i roghi
Un migrante è morto la notte scorsa in un incendio divampato nella nuova tendopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. La struttura, gestita prima dal Comune e ora dalla Caritas, ospita parte dei migranti che sono stati sgomberati due settimane fa dalla vecchia baraccopoli, una struttura fatiscente fatta di baracche in lamiera, plastica e cartone ora smentallata. La vittima è un senegalese di 32 anni, Sylla Noumo, trasferita nella nuova struttura a inizio marzo.
L'incendio nella nuova tendopoli di San Ferdinando
“Speravamo di non dover più raccontare episodi come questi ma purtroppo è accaduto ancora”, ha detto all’Adnkronos il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi che si trova nella nuova tendopoli. "Le cause del rogo, che ha interessato una tenda, non sono ancora chiare - spiega il sindaco - e sono al lavoro i vigili del fuoco e la polizia Scientifica. Ora siamo in attesa di capire come sono andati i fatti. Certo è che è accaduto quello che non doveva accadere".
"Non ce lo aspettavamo, è una tragedia inattesa, un fatto che non doveva succedere e che ci addolora", ha detto Vincenzo Alampi, direttore della Caritas di Oppido Mamertina Palmi. "Questo luogo non è l'inferno della baraccopoli ma nemmeno il paradiso, è solo un luogo temporaneo - ha aggiunto don Alampi - che va superato. Diocesi, Caritas, Comune, Prefettura stanno portando avanti un lavoro importante che non deve interrompersi. All'interno della tendopoli dove convivono pacificamente persone di almeno dieci nazionalità diverse, abbiamo cercato di rendere le condizioni di vita il più dignitose possibili in attesa di una soluzione più stabile, con un'accoglienza diffusa nei comuni della Piana. Poi la notizia di questa mattina all'alba che ci colpisce e ci addolora".
Questa notte nella “nuova” tendopoli di #SanFerdinando l’ennesimo incendio ha provocato l’ennesima morte. Quando le Istituzioni si muoveranno seriamente per dare seguito ad un Piano per l'inserimento abitativo diffuso? pic.twitter.com/GP7xdnuekZ
— Aboubakar Soumahoro (@aboubakar_soum) 22 marzo 2019
L’incendio, secondo una prima ricostruzione, si sarebbe sviluppato in un angolo di una tenda dove erano posizionati alcuni cavi elettrici. Il prefetto di Reggio Calabria ha convocato a San Ferdinando il Comitato per la Sicurezza, alla presenza del procuratore di Palmi. La baraccopoli abusiva aveva ospitato fino a 3mila immigrati: contestualmente allo sgombero del 7 marzo scorso, tutti gli stranieri con permesso di soggiorno, ricorda il Viminale, hanno avuto una sistemazione alternativa e controllata. Il rogo di questa notte si è innescato in una tenda. L'area è attrezzata con servizi igienici, presidio sanitario e vigilanza: il rapido intervento dei soccorsi ha evitato una tragedia di dimensioni maggiori. Al 5 marzo scorso, la presenza stimata di immigrati nella baraccopoli era di 1.592 persone. Di queste, 200 sono state trasferite negli ex Sprar e Cas, circa 460 si sono spostate volontariamente e 900 hanno trovato sistemazione nella tendopoli vigilata e attrezzata.
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Tre morti nei roghi nella vecchia baraccopoli di San Ferdinando
Nella vecchia baraccopoli in un anno si erano registrate tre vittime a causa di incendio. Il ministero dell’Interno Matteo Salvini ha annunciato lo scorso 16 febbraio che la struttura sarebbe stata abbattuta, in seguito alla morte di un 29enne senegalese, Moussa Ba Il 27 gennaio 2018 era morta una 26enne nigeriana, Becky Moses, e il 2 dicembre di quello stesso anno stessa sorte era toccata a Surawa Jaith, morto pochi giorni prima del suo 18esimo compleanno.
Nelle scorse settimane, il Viminale ha stanziato 350mila euro per il Comune di San Ferdinando per gestire la fase post-sgombero e ripristinare il decoro urbano e garantire “idonee condizioni di vivibilità sul territorio.