Ha perso genitori e figlia in un naufragio, l'appello del giovane migrante: "Fatemi trovare i miei fratellini"
Haisman, sudanese di 23 anni, cercava di raggiungere Lampedusa quando il barcone si è ribaltato. Ha visto morire i suoi cari mentre lui è sopravvissuto ed è in ospedale. Si sono salvati anche i fratelli minori, ma non ha idea di dove siano
Haisman ha 23 anni, è sudanese. A fine luglio ha lasciato il Sudan per salire su un barcone diretto a Lampedusa. Su quell'accrocchio in legno c'erano tutte le speranze sue e della sua famiglia, ma si sono infrante contro le onde. Il padre, la madre e la figlia di tre anni sono morti in mare, la moglie era morta in Libia. Adesso Haisman è ricoverato all'ospedale Policlinico di Palermo e ha solo un desiderio: trovare i suoi fratelli più piccoli. Non sa che fine abbiano fatto. E sono i medici che lo curano a dargli una mano, a rilanciare il suo appello per trovare quel che resta della sua famiglia.: Asil, 13 anni, e Haider, 16 anni.
Lo scorso 25 luglio Haisman è arrivato con l'elisoccorso al pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera universitaria con ferite alla mano e al sopracciglio. Ricoverato in chirurgia plastica, è stato operato e curato dai medici dell'equipe di Adriana Cordova, direttrice del dipartimento di Chirurgia.
"Un caso davvero drammatico - racconta la chirurga –. Abbiamo operato Haisman per una lesione dei tendini flessori della mano sinistra e curato una ferita del sopracciglio e una cicatrice nel collo precedente ai traumi attuali. Ma siamo molto preoccupati, il paziente è disperato e riteniamo che sia a rischio di fuga e suicidio. Ho scritto alla Croce Rossa e alla Questura cercando di fare il possibile per aiutarlo a ricongiungersi ai suoi fratelli minori. Haisman è stato supportato dai nostri psicologi e oggi abbiamo chiesto anche una consulenza psichiatrica".
La comunicazione con il giovane naufrago, assistito da un interprete perché parla solo arabo, è molto difficile. I medici lo hanno già fermato mentre stava tentando di fuggire.
"Questo caso ha in sé tutta la tragedia umana dei migranti – afferma il commissario del Policlinico, Maurizio Montalbano - Il Policlinico di Palermo è impegnato non solo nell'assistenza medica al paziente, ma anche nel doveroso supporto psicologico e psichiatrico per aiutarlo a superare un'esperienza straziante che corre il rischio di condizionare tutta la sua vita. Chiediamo il supporto di tutte le Istituzioni per far sì che possa ricongiungersi ai fratelli, unici superstiti della sua famiglia".