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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

L'accoglienza è la vera emergenza: affari d'oro sulla pelle dei migranti

Il sistema italiano ha poco a che fare con i diritti umani e molto con il business dell'immigrazione, che si traduce in "malaccoglienza". Il rapporto della campagna LasciateCIEntrare

Cie, Cas, Sprar, Cpsa, Msna, Hotspot. Queste sigle anonime nascondono le mille forme che ha assunto in Italia l'accoglienza ai migranti. Quasi sempre emergenziale, spesso drammatica, il più delle volte lontano dai riflettori della politica e dei mezzi di informazione. Una realtà complessa che la campagna LasciteCIEntrare ha raccontato in un rapporto di monitoraggio su accoglienza, detenzione amministrativa e rimpatri forzati presentato oggi a Roma.

E' SOLO LA PUNTA DELL'ICEBERG - Tra gennaio 2015 e dicembre 2015 sono stati visitati 50 Cas, 7 Cara, 7 Cie, 2 Cpsa, 6 centri informali, 4 Sprar dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, passando per Calabria, Campania, Puglia, Piemonte, Lazio, Lombardia e Sardegna. Quello descritto non è che la punta dell'iceberg, mentre sotto l'ombrello dell'accoglienza in Italia prolifera un mondo che ha poco a che fare con i diritti umani e molto con il business dell'immigrazione, tra truffe, frodi e peculato, come ricorda la portavoce Gabriella Guido nel rapporto, con i migranti stessi consapevoli di non essere altro che un numero, una fonte di profitto. Un sistema dell'accoglienza che paradossalmente si traduce in "malaccoglienza" e in schiavitù e sfruttamento, che da un lato costruisce barriere dove rinchiudere e dall'altro alimenta pericolosi percorsi di esclusione sociale. 

"UN SISTEMA PIENO DI OPACITA'" - Emblematico è il caso dei Cas, i centri di accoglienza staordinaria: strutture periferiche, spesso lontane e in zona difficilmente raggiungibili, di cui non esiste alcun elenco pubblico della loro ubicazione e di chi le gestisce, senza trasparanza sugli affidamenti, sui finanziamenti, sul rispetto degli standard di erogazione dei servizi previsti da convenzioni e capitolati d'appalto. Dovrebbero essere un'eccezione e invece sono una regola, "un sistema pieno di opacità che favorisce speculazioni private e si espone al pericolo delle infiltrazioni criminali", come denuncia Cittadinanzattiva, che insieme a LasciateCIEntrare e Libera ha promosso la campagna "inCAStrati" per raccontare questa realtà. Si tratta spesso di strutture improvvisate, alberghi o a volte vecchi locali dismessi, dove lavorano operatori che il più delle volte non conoscono nemmeno l'inglese, sprovvisti di formazione in materia di protezione internazionale, molti dei quali impegnati a tempo pieno anche se formalmente con contratti part-time. In alcune zone l'accoglienza risulta gestita da soggetti già in passato denunciati, centri che andrebbero chiusi e che invece rimangono aperti e operativi.

Ventimiglia, sgombero dei migranti | Foto da Twitter

MANCANZA DI TRASPARENZA - Dopo innumerevoli segnalazioni arrivate dal territorio, da operatori, ospiti delle strutture e cittadini, gli attivisti, insieme a mediatori di professione, legali e giornalisti, hanno intervistato i migranti per capire se avessero tutti i servizi predisposti dal capitolato di appalto. Non sempre è stato possibile avere accesso a tutte le informazioni e alcune visite sono state effettuate insieme a parlamentari, aggirando in questo modo le difficoltà nell'ottenere informazioni dall'ente gestore. Grazie a quelle visite, sono venute fuori storie di persone rinchiuse ingiustamente, errori giuridico-amministrativi, rivolte, mancata assistenza, trattamenti al limite del rispetto dei diritti umani e civili. Il sistema non funziona e va ripensato, a partire dalla necessità di una maggiore trasparenza e legalità, nella definizione degli spazi, dei rapporti tra istituzioni ed enti gestori e standard minimi da garantire ai richiedenti asilo, dice la Guido.

Migranti: sopravvissuti arrivano al Cara di Mineo | Foto Infophoto

DOCUMENTO POLITICO - Il rapporto "Sull'accoglienza, la detenzione amministrativa e i rimpatri forzati" di LasciateCIEntrare, che contiene insieme ai dati e resoconti delle visite anche le copie delle lettere inviate alle Prefetture e le risposte ricevute  è un documento politico perché la politica è la grande assente, a livello locale, nazionale ma anche europeo. Dall'Europa, che sembra volersene lavare le mani, arrivano soluzioni miopi e repressive. La speranza è di rincontrarsi fra un anno per un altro rapporto, che racconti però una storia diversa, fatta di persone che sono potute tornare a casa nel loro Paese finalmente pacificato oppure di coloro che hanno trovato una nuova vita qui in Europa, il continente dei diritti. 

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