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Giovedì, 28 Marzo 2024
Emergenza senza fine

Migranti, il 2022 è iniziato col boom di sbarchi

Secondo i dati del ministero dell'Interno dall'1 al 24 gennaio - neppure un mese - sono approdati in Italia in 1.751. Nello stesso periodo del 2021 erano stati 379, nel 2020 774. Un bilancio che aumenta di ora in ora. Si contano però anche vittime e dispersi. Tutti i numeri 

Le onde troppo alte, le imbarcazioni troppo fragili; giorni e notti che si alternano in un tempo rarefatto e dilatato fatto solo di freddo, paure e speranze che troppo spesso finiscono in mare. Inghiottite proprio come gli uomini, le donne e i bambini che trovano la morte quando ciò che volevano era solo un approdo sicuro, una vita migliore. Nelle scorse ore a Lampedusa si è consumata l'ennesima tragedia: 280 migranti sono giunti sulla più grande delle isole Pelagie, ma nonostante l'intervento in mare delle motovedette dei soccorsi si contano sette morti. E le parole non sono usate a caso: "ennesima" perché da anni il Mediterraneo è attraversato da chi cerca una nuova vita, da anni raccontiamo di naufragi e morti, da anni la politica parla e litiga, annuncia soluzioni ma poi la cronaca riporta alla realtà: nuove vittime. Un bilancio quasi quotidiano, che quasi diventa "normale".

Il 2022 inizia nel peggiore dei modi

Il 2022 si apre male. Con un incremento di sbarchi netto rispetto al 2021. Secondo i dati del ministero dell'Interno dall'1 gennaio a ieri, 24 gennaio, - neppure un mese - sono sbarcati 1.751 migranti. Nello stesso periodo del 2021 erano stati 379, nel 2020 774. 

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Ad arrivare in Italia sono soprattutto cittadini tunisini ed egiziani. E tanti, tantissimi sono bambini non accompagnati. Nel 2020 sono stati 4.687, nel 2021 10.053, nel 2022 (fino al 17 gennaio) 64.

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Numeri destinati a salire, rapidamente. Mentre l'eco della tragedia di Lampedusa risuona ancora, torna a chiedere un porto sicuro la 'Geo Barents' di Medici senza frontiere con bordo da giorni 439 migranti. Dopo il "no" di Malta all'approdo, la nave ha fatto rotta verso la Sicilia e si trova attualmente dall'altra pare dell'Isola, al largo del Golfo di Gela, tra Pozzallo e le coste agrigentine. Un centinaio i minori a bordo. "Le persone, il 25% minori - dice il team della ong - sono tutte stremate dal lungo viaggio in mare e dalla permanenza in Libia. Ora hanno bisogno di un porto sicuro dove poter sbarcare". 

La rotta del Mediterraneo centrale

La rotta del Mediterraneo centrale è forse quella più battuta da migranti e richiedenti asilo per entrare nell'Unione europea irregolarmente. Nel viaggio verso l'Europa molti migranti attraversano la Libia, alimentando di fatto la tratta di esseri umani. Spesso prima di porersi imbarcare sulle bagnarole messe a disposizione, subiscono soprusi, torture, abusi sessuali.

Per rendere in numeri il fenomeno, basti pensare che nel settembre 2021 sono stati identificati più di 610.100 migranti in Libia dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Nove su dieci hanno lasciato il loro paese d'origine principalmente per motivi economici. La maggior parte di loro (il 67%) proveniva da paesi vicini, in particolare Niger, Egitto, Sudan e Ciad.

Dal 2017 l'Europa ha avviato delle azioni per mitigare il fenomeno e si era registrato un calo nel numero di arrivi irregolari dalla Libia lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Tuttavia, nel 2020 è stato osservato un aumento significativo delle partenze dall'Algeria. L'Ue ha puntato sulla formazione della guardia costiera libica, sulla protezione e l'assistenza di migranti e rifugiati, sul sostegno delle comunità locali. Gli sbarchi però proseguono.

Solo nel 2021 mille dispersi

Una data simbolo parlando di migranti è quella del 3 ottobre del 2013, quando sono morte in un naufragio nel Mediterraneo 368 persone. Dopo la tragedia è stata istituita la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.

Di fronte a tutte quelle bare, una accanto all'altra proprio a Lampedusa, sono state pronunciate molte promesse, tanti “mai più” che non hanno però portato alcun cambiamento sostanziale. Dal 2013 sono morte o disperse in mare oltre 17.800 persone – quasi mille solo nel 2021 – secondo quanto riportano le Nazioni Unite. Ma "dispersi" se si parla di Mediterraneo significa morti.

Tre rotte per migliaia di fuggitivi

La rotta del Mediterraneo centrale è quella che ci tocca più da vicino, ma l'immigrazione irregolare è un fenomeno globale e tale deve essere lo sguardo. Oltre alla rott6a del Mediterraneo centrale, c'è quella del Mediterraneo orientale: con arrivi irregolari in Grecia, a Cipro e in Bulgaria (approdo primo di chi cerca di un riparo dalla guerra civile in Siria) e c'è quella  del Mediterraneo occidentale con  arrivi irregolari in Spagna, sia attraverso il Mar Mediterraneo verso la Spagna continentale sia via terra verso le enclave spagnole di Ceuta e Melilla nell'Africa settentrionale.

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