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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Si muore ogni giorno nel Mediterraneo dei migranti (mentre l'Italia ferma una nave umanitaria dopo l'altra)

Almeno 43 migranti sono annegati in un naufragio al largo della Tunisia mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo. Dopo un’ispezione di 12 ore, l’Italia ha fermato GeoBarents, la nave di soccorso di Medici Senza Frontiere. Nei primi sei mesi del 2021, almeno 721 persone hanno perso la loro vita - con un incremento tre volte superiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno

Il bilancio è pesantissimo. Almeno 43 migranti sono annegati nelle scorse ore in un naufragio al largo della Tunisia mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo dalla Libia all'Italia. Altri 84 sono stati salvati, riferisce la Mezzaluna Rossa tunisina secondo quanto riporta la Reuters sul suo sito. La barca era partita da Zuwara, sulla costa nord-occidentale della Libia, con a bordo migranti provenienti da Egitto, Sudan, Eritrea e Bangladesh, spiega l'organizzazione umanitaria. Negli ultimi mesi si sono verificati diversi tragici naufragi al largo delle coste tunisine, con un aumento della frequenza dei tentativi di traversata verso l'Europa dalla Tunisia e dalla Libia verso l'Italia con il miglioramento del tempo e le bella stagione. "La marina ha salvato 84 migranti e altri 43 sono annegati in una barca partita da Zuwara in Libia verso l'Europa", ha detto il funzionario della Mezzaluna Rossa Mongi Slim.

Si continua a morire sulla rotta del Mediterraneo Centrale, ma anche sulla rotta Marocco-Isole CanarieCentinaia di migliaia di persone hanno compiuto la pericolosa traversata del Mediterraneo negli ultimi anni, molte delle quali fuggendo dai conflitti e dalla povertà in Africa e in Medio Oriente. Gli arrivi in ​​Italia - una delle principali rotte dei migranti in Europa - erano diminuiti negli ultimi anni, ma sono nuovamente aumentati nel 2021. Nel 2021 sono arrivati ​​quasi 19.800 migranti contro poco più di 6.700 dello stesso periodo dell'anno scorso, in base ai dati del Viminale. La procura di Agrigento ha di recente aperto un'inchiesta per tentata strage grazie a un esposto di Sea Watch contenente la testimonianza video sui tentativi di speronamento e gli spari contro un gruppo di migranti da una motovedetta libica donata dall’Italia.

Sempre oggi, i corpi di 14 persone, tra cui un bambino e una donna, sono stati trovati nella spiaggia di Zawya, in Libia, in quella che SeaWatch definisce "l'orribile realtà quotidiana nel Mediterraneo".

Le navi umanitarie fermate in porto

Dopo un’ispezione di 12 ore, l’Italia ieri ha fermato GeoBarents, la nave di soccorso di Medici Senza Frontiere. La nave nei giorni scorsi aveva soccorso 410 migranti al largo della Libia: è stata bloccata nel porto di Augusta dopo che a bordo sono state "identificate 22 inadempienze". Lo fa sapere la stessa Ong, sottolineando che è la tredicesima volta in 3 anni che l'Italia blocca una nave umanitaria. Nei primi sei mesi dell'anno, ricorda Msf, "721 persone hanno perso la vita in mare. Faremo tutto il possibile per tornare nel Mediterraneo a salvare vite". Con Conte-Salvini le navi Ong non attraccavano, con Draghi-Lamorgese non possono nemmeno partire. Proprio così: ai tempi del governo Conte-Salvini-Di Maio le navi Ong faticavano ad attraccare dopo i salvataggi (il più "celebre" è il caso Rackete). Ora, col governo "dei migliori", non partono nemmeno alla volta della rotta del Mediterraneo Centrale.

La domanda è sempre la medesima: meglio una nave umanitaria o meglio il nulla nel Mediterraneo, avendo preso atto che le navi umanitarie non sono un pull factor (non lo sono mai stato) e che dal Nordafrica si parte comunque? Meglio che qualcuno ci provi, a salvare vite, o preferibile il vergognoso silenzio di questi mesi, settimane, giorni? Sono numerose oggi le navi che sono state fermate di recente dai provvedimenti della Guardia costiera italiana: tra le altre, la Open Arms, la Alan Kurdi (tecnicamente non più in fermo, ma in porto fino a quando non avrà risolto e sistemato alcune irregolarità), le Sea-Watch 3 e 4, Louise Michel. Ora anche la GeoBarents. "Mentre i controlli a bordo rappresentano delle procedure marittime legittime, volte ad assicurare la sicurezza della navigazione in mare, queste ispezioni vengono strumentalizzate da parte delle autorità italiane per colpire le navi umanitarie in modo indiscriminato" commenta Medici senza Frontiere.  Le ONG chiedono da tempo all’Italia e all'Europa di istituire un efficace sistema di ricerca e soccorso che abbia come scopo primario quello di salvaguardare la vita umana nel Mediterraneo. Le organizzazioni hanno anche auspicato un superamento del clima ostile al soccorso civile. Invano, per ora. Uomini, donne e bambini continuano a morire nel Mediterraneo, con un incremento tre volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2020.

"Non si possono accettare i morti in mare, noi dobbiamo contrastare la tratta di esseri umani. Ma certamente serve che l'Europa sia ancora più presente". E' il monito della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, oggi a Siracusa. "Per fortuna l'argomento è stato messo all'ordine del giorno dal Consiglio europeo e se ne parlerà in maniera più concreta a ottobre- dice Lamorgese -Certamente c'è stata anche una visione di prospettiva da parte degli Stati che partecipano, perché si sta comprendendo finalmente che c'è bisogno di una maggiore responsabilità e condivisone di attività da mettere in campo". E aggiunge: "L'Italia si sta già muovendo". Ottobre è lontano, l'estate molto lunga.

Continuano ad aumentare gli stanziamenti italiani alla Guardia Costiera libica

"Continuano ad aumentare gli stanziamenti italiani alla Guardia Costiera libica - denuncia Oxfam - Il Governo ha infatti deciso di destinare 500 mila euro in più nel 2021 per sostenerne le attività, per un totale di 32,6 milioni di euro spesi dal 2017, anno dell’accordo Italia-Libia. Sale anche a 960 milioni il costo sostenuto dai contribuenti italiani per le missioni navali nel Mediterraneo, (nessuna delle quali ha compiti di ricerca e soccorso in mare) e nel paese nord africano, con un aumento di 17 milioni rispetto al 2020 per la missione Mare Sicuro e 15 milioni per Irini. Tutto ciò, nonostante si continui a morire lungo la rotta del Mediterraneo centrale e siano oramai ben note le modalità di intervento della cosiddetta Guardia Costiera libica, come testimoniato dal video diffuso in questi giorni da Sea-Watch".

Il dibattito parlamentare sul rinnovo delle missioni militari italiane è dietro l'angolo. Quest'anno si segna il record di persone intercettate e riportate in Libia: più di 13.000. "Dato che non ha suggerito evidentemente al Governo, né una profonda riflessione sul destino dei migranti, tra cui donne e bambini, che una volta rientrati nel paese nord-africano sono destinati ad essere vittime di abusi e torture sistematiche dalle quali stavano scappando, finendo nei centri di detenzione ufficiali e in altri luoghi di prigionia clandestini. Né tantomeno si è attuata una revisione dello stesso accordo con le autorità libiche, nonostante numerose inchieste e testimonianze abbiano confermato il coinvolgimento della Guardia Costiera libica nel traffico di esseri umani" nota Oxfam..

"Mentre lungo la rotta del Mediterraneo centrale si continua a morire, come dimostrano i continui naufragi di queste settimane, con l’ennesima tragedia avvenuta a Lampedusa pochi giorni fa, - sottolinea Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia - il Governo Draghi sta agendo in perfetta continuità con gli esecutivi precedenti sulle politiche migratorie, come dimostrano anche le recenti richieste al Consiglio europeo per un maggior coinvolgimento dell’Unione nel rafforzamento degli accordi con le autorità libiche. In sostanza si va avanti nella stessa direzione, in un paese dove “l’industria del contrabbando e tratta” è stata in parte convertita in “industria della detenzione” con abusi e violenze oramai note a tutti, anche grazie a questo considerevole flusso di denaro".

"A pochi giorni dalla discussione parlamentare sul rinnovo delle missioni militari italiane all’estero, - conclude Pezzati – chiediamo perciò ai partiti di maggioranza di interrompere immediatamente gli stanziamenti per il 2021 diretti alla Guardia Costiera libica. Assieme è necessaria una revisione delle missioni che contengono iniziative legate alla sua formazione e al suo supporto. Quello che serve è un cambio deciso di approccio, una gestione diretta dei flussi e non la mera chiusura delle frontiere delegata a paesi come la Libia o la Turchia".

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