rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Ritorno al passato

Migranti e governo Meloni: tutto quello che non torna sui porti chiusi alle navi Ong

Il ministro dell'Interno Piantedosi: "Se sono su imbarcazioni straniere si può vietare lo sbarco in Italia". Ma i numeri mostrano che dei 79.000 arrivati nel 2022, quelli salvati dalle navi umanitarie sono appena 10.000. Meloni chiede di riattivare la missione contro i trafficanti. Ma fu affossata dalla Lega. E i decreti flussi, così come sono, non funzionano

Il governo Meloni ritorna alla strategia dei porti chiusi. Il ministero dell'Interno è pronto a tornare a firmare divieti di ingresso nelle acque territoriali alle navi delle Ong (organizzazioni non governative) che ancora ieri hanno soccorso varie imbarcazioni sulla rotta centrale del Mediterraneo, in una giornata drammatica, con due neonati trovati morti e migliaia di persone salvate.

"Se i migranti sono su navi straniere si può vietare lo sbarco in Italia"

Matteo Piantedosi, neo titolare del Ministero degli Interni, ieri in qualità di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, ha emanato una direttiva ai vertici delle forze di polizia e della Capitaneria di porto perchè informino le articolazioni operative che il ministero degli Affari esteri, con note verbali alle due ambasciate degli Stati di bandiera (Norvegia e Germania), ha rilevato che le condotte delle due navi Ocean Viking e della Humanity 1 attualmente in navigazione nel Mediterraneo non sono "in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale". Le condotte, sulla base dell'articolo 19 della Convenzione internazionale delle Nazioni unite sul diritto del mare, saranno valutate ai fini dell'adozione da parte del titolare del Viminale, in qualità di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, del divieto di ingresso nelle acque territoriali. Porti chiusi, dunque, o almeno questo è il piano.

Piantedosi ieri, in un intervallo dei lavori alla Camera, ha detto alla Stampa: "Non intendo abbandonarmi alla rassegnazione. Ho voluto battere un colpo per riaffermare un principio: la responsabilità degli Stati di bandiera di una nave. Ero vicecapo di gabinetto ai tempi di Maroni e fummo condannati dalla Corte di Strasburgo per illecito respingimento. Il famoso caso Hirsi. L'intera sentenza ruotava attorno al principio che se un migrante sale su una nave in acque internazionali, tutto il resto è responsabilità del Paese di bandiera. Questo principio vale solo per l'Italia e non per Germania e Norvegia?".

Le due navi hanno oltre 300 persone (uomini, donne e bambini) a bordo. L'escutivo non intenderebbe far entrare nei porti italiani imbarcazioni che, questo il punto di vista, operano salvataggi in assoluta autonomia senza rispettare le regole della Convenzione internazionale delle Nazioni unite sul diritto del mare condivise dall'Europa. Piantedosi potrebbe firmare un divieto di ingresso in acque territoriali. Annunci a parte, la fredda realtà dei numeri mostra però che dei 79.000 migranti sbarcati nel 2022, quelli salvati dalle navi delle organizzazioni non governative sono appena 10.000. I naufraghi sbarcati dalle navi umanitarie sono il 14% circa del totale degli sbarcati tra soccorsi della Guardia Costiera e arrivi in autonomia a Lampedusa, Sicilia, Calabria e Puglia. Il pull factor non esiste, né è mai esistito. Lo scriviamo qui da anni: la presenza di ong al largo non ha mai influito sul numero di partenze.

Ocean Viking: "Sempre rispettato la legge"

Dalla nave umanitaria Ocean Viking non ci stanno: "Abbiamo sempre operato nel rispetto della legge. Da anni informiamo passo dopo passo le autorità competenti sui distress cases e su tutta la nostra attività; da annichiediamo a tutte le autorità competenti il coordinamento dei soccorsi, richieste a cui non rispondono". Il punto è che le ong soccorrono spesso in zona Sar libica o maltese. Non ricevono mai risposte da La Valletta e non accettano di farsi coordinare dalle autorità libiche perché vorrebbe dire riportare i migranti da dove partono, in un Paese non considerato sicuro. Dura anche la ong Sea-Watch: "Mentre si riaffaccia nel dibattito l'assurda idea del blocco navale e le nostre navi per il soccorso sono bloccate nei porti, a Lampedusa arrivano i cadaveri di altri due bambini. Serve una missione di soccorso, non disumanità".

Meloni: "Il diritto di asilo è sacro"

"Non c'è nessuna volontà di mettere in discussione il diritto di asilo, per me è sacro. Parliamo di immigrazione. Si è fatto entrare centinaia di migliaia senza preoccuparsi che finivano a spacciare o nella prostituzione. Non ho cambiato idea su niente, purtroppo... La verità è che li fanno a condizioni che gli italiani non vogliono accettare, e l'immigrazione incontrollata è stata uno strumento nelle mani di grandi concentrazioni economiche per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori. Questa non è solidarietà", ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica al dibattito della Camera, affrontando il tema dell'immigrazione. "Il tema è questo: l'immigrazione illegale di massa non controllata da adeguati flussi, serviva perchè gli immigrati avrebbero fatto lavori che gli italiani non volevano fare. Un principio sbagliato, se accogli qualcuno nella tua comunità non lo accogli per essere un lavoratore di serie B ma per dargli la stessa vita che vuoi dare ai cittadini italiani. Ed è per questo che i flussi vanno governati". Ed "è una vergogna lo sfruttamento in nero dei migranti in agricoltura. Ci sentiamo impegnati a dare risposte su questo". Quanto al piano per l'Africa "dite che c'è già stato? Allora non è quello cui penso io. Parlo da tempo con diverse organizzazioni di partioti africani, e neanche loro se ne vogliono andare da casa loro. La lotta alla fuga di cervelli vale per gli italiani, ma deve valere anche per gli africani".

In mattinata Meloni aveva detto che l'obiettivo del suo governo sull'immigrazione sarà "fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo". Poi, memore delle polemiche, aveva aggiunto che "se non volete che si parli di blocco navale lo dirò così: è nostra intenzione recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell'Unione europea - spiega - che nella terza fase prevista, anche se mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal nord Africa". La premier chiede dunque di riattivare la missione contro i trafficanti di esseri umani, che però fu affossata dalla Lega perché accusata di portare i migranti in Italia.

"Distrazioni. Schema classico - commenta uno dei più attenti osservatori di ciò che accade quotidianamente nel Mediterraneo centrale, 365 giorni all'anno, Sergio Scandura di Radio Radicale - Con serie crisi economiche, sociali e militari (idem quelle interne alla stessa maggioranza) per non-saper-né-leggere-né-scrivere si riapre la caciara sulle Ong. Non accade per singole iniziative di singoli ministri ma via Meloni col suo neo governo".

Il problema dei decreti flussi

I migranti tornano così in prima pagina. Un tema epocale, non affrontabile organicamente solo con circolari o direttive ministeriali. Per una decina di anni la ricetta di Fratelli d'Italia, sul tema degli sbarchi sulle nostre coste è stata semplice: blocco navale nel Mediterraneo. Un ritorno alla realtà è inevitabile. Un blocco navale è impossibile. "In Italia, come in qualsiasi altro Stato serio, non si entra illegalmente, si entra solo attraverso i decreti flussi", ha detto Meloni. Ma il problema è che con il sistema dei flussi e delle quote entra un basso numero di lavoratori stranieri, troppo basso: i decreti flussi non funzionano per carenza di programmazione e incapacità di gestione. Come si legge nelle anticipazioni del report annuale della Fondazione Leone Moressa, per il solo lavoro in agricoltura quest'anno sarebbero stati necessari 100.000 stranieri e ne sono arrivati appena 10mila. Ma il fabbisogno riguarda tutti i comparti economici, dalla siderurgia alla ristorazione. Da anni l'ufficio studi della Confindustria stima in oltre 600.000 il numero di lavoratori necessari a mantenere il sistema produttivo agli attuali livelli. Oggi l'Italia ha bisogno di molti immigrati, e questo è un dato di fatto, oltre che un problema che il governo e il "sistema Paese" in generale dovranno affrontare in maniera sistematica, non a colpi di direttive ministeriali più o meno stringenti, in base alla maggioranza o al ministro di turno.

Lo strano caso di Sophia, l'operazione Ue bloccata da Salvini e che Meloni vuole rilanciare

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Migranti e governo Meloni: tutto quello che non torna sui porti chiusi alle navi Ong

Today è in caricamento