Sbarcati a Pozzallo i 363 migranti soccorsi da Open Arms
Le procedure di sbarco saranno più lunghe a causa dei protocolli imposti dallo stato di emergenza per il coronavirus. Attualmente l'hot spot ragusano è vuoto perché i migranti degli sbarchi precedenti erano già stati ridistribuiti
La nave della organizzazione non governativa Open Arms è approdata nel porto di Pozzallo - scortata da motovedette della Guardia Costiera e Guardia di Finanza - per consentire lo sbarco delle 363 persone soccorse in cinque diverse operazioni nel Mediterraneo nei giorni scorsi.
Sulla nave è salito il medico di porto, Vincenzo Morello, coadiuvato da tre colleghi. Le procedure di sbarco saranno più lunghe a causa dei protocolli imposti dallo stato di emergenza per il coronavirus. Attualmente l'hot spot ragusano è vuoto perché i migranti degli sbarchi precedenti erano già stati ridistribuiti, come lo saranno presto questi 363.
La nave open arms era finita anche nelle pagine di cronaca politica perché proprio a causa di uno sbarco negato lo scorso agosto dall'allora ministro dell'interno Matteo Salvini, il leader della Lega rischia una terza imputazione a processo.
Secondo quanto notificato ieri dal Tribunale dei ministri di Palermo nella richiesta di autorizzazione a procedere, Salvini avrebbe ignorato l'emergenza sanitaria che si stava sviluppando a bordo della nave Open Arms ferma a poco meno di un chilometro dalle coste dell'isola di Lampedusa.
Il tutto mentre l'acuirsi della crisi libica vede moltiplicare le partenze dei migranti verso l'Italia, fin qui mantenute a livelli più che moderati. Secondo i dati dell'agenzia delle Nazioni Unite Unhcr a Gennaio sarebbero sbarcati in Italia il quadruplo dei migranti sbarcati nel gennaio 2019.
Intanto il governo giallorosso si muove per modificare il memorandum con la Libia. "La proposta italiana sarà sottoposta alle autorità libiche nelle prossime ore e contiamo di concludere rapidamente il negoziato" spiega la Vice ministra degli Esteri Marina Sereni.
"Naturalmente la strada maestra per gestire adeguatamente anche la lotta ai trafficanti di esseri umani è quella della stabilizzazione della Libia, e per questo l'Italia è in prima fila nell'azione politica per far cessare le ostilità."