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Venerdì, 29 Marzo 2024
Migranti

I "viaggi disperati" dei migranti: aumentano gli sbarchi in Spagna e Grecia, calano in Italia

Il report dell'UNHCR: i richiedenti asilo arrivano in condizioni di salute sempre più precarie, donne e minori i più esposti a violenze e abusi

Sono 6.295 i migranti arrivati in Italia nei primi tre mesi del 2018, un numero in costante diminuzione come sottolineato anche nell’ultimo report dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), "Viaggi disperati". Prosegue dunque il trend inaugurato a luglio 2017 dopo il viaggio del ministro degli Interni Marco Minniti in Libia.

L’altra notizia è che il dato di Spagna e Grecia è invece in controtendenza. Nel 2017 gli arrivi in Spagna sono aumentati del 101% rispetto al 2016: 28.349 migranti accolti, contro i 14mila e rotti dell’anno precedente.

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Numeri comunque ancora molto bassi se paragonati a quelli italiani, nazione capofila dell’accoglienza: ben 119mila i migranti arrivati sulle nostre coste nel 2017, contro i 181 mila del 2016 e i 153mila del 2015. Le differenze però si assottigliano se guardiamo ai dati del 2018: da gennaio a marzo la Spagna ha accolto 5mila migranti (di cui 3385 arrivati via mare e 1615 via terra), dunque poco meno degli oltre 6mila giunti in Italia.

Anche in Grecia negli ultimi tre mesi gli arrivi sono tornati a salire (5318 i migranti sbarcati tra gennaio e marzo), dopo il vero e proprio crollo registrato nel 2017 (“solo” 29mila i migranti accolti contro i 173mila del 2016 e gli oltre 800mila del 2015). Tra maggio e dicembre di quest’anno con 24.600 arrivi rispetto ai 18.300 nello stesso periodo del 2016 si è registrato un aumento del 33%.

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Da dove arrivano i migranti che sbarcano in Europa

La Grecia accoglie per lo più richiedenti asilo in fuga dalla guerra in Siria, ma è forte anche l’immigrazione da Iraq e Afghanistan. Diverso il caso di Italia e Spagna che percentualmente accolgono molti più "migranti economici". Dei 119mila richiedenti asilo sbarcati in Italia nel 2017, oltre 18mila provenivano dalla Nigeria, 9.700 dalla Guinea, 9500 dalla Costa D’Avorio e 9mila dal Bangladesh. La Spagna - per ovvi motivi geografici - è invece terra di immigrazione per marocchini algerini, ma i siriani rimangono il gruppo più numeroso che attraversa le frontiere terrestri della Spagna.

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Calano gli sbarchi, aumentano i pericoli in mare

Nonostante sia diminuito il numero di rifugiati e migranti che lo scorso anno sono entrati in Europa, l’ UNHCR rileva che "i pericoli che molti affrontano durante il viaggio sono in alcuni casi aumentati".

"Il viaggio verso l’Italia si è dimostrato sempre più pericoloso: nei primi tre mesi del 2018 il tasso di mortalità tra coloro che partono dalla Libia è salito a 1 decesso ogni 14 persone, rispetto a 1 decesso ogni 29 persone nello stesso periodo del 2017".

Condizioni di salute sempre più precarie

Negli ultimi mesi si è inoltre registrato un deterioramento molto preoccupante della salute dei nuovi arrivati ​​dalla Libia, si legge ancora nel report: un numero crescente di persone infatti sbarca in precarie condizioni di salute, mostrando segni di estrema debolezza e magrezza. Il rapporto dell’UNHCR sottolinea anche gli abusi e le estorsioni subite da rifugiati e migranti per mano di trafficanti, contrabbandieri o gruppi armati lungo varie rotte verso l’Europa.

Particolarmente esposti al rischio di violenza sessuale e di genere sono soprattutto i minori e le donne che viaggiano da sole.

Migranti, sbarchi in Sicilia e Sardegna (Ansa)

Le rotte via terra

A causa delle maggiori restrizioni imposte in Ungheria, molti rifugiati e migranti ricorrono a rotte alternative per spostarsi all’interno dell’Europa. Ad esempio, alcuni entrano in Romania dalla Serbia, mentre altri partono dalla Grecia e attraversano l’Albania, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina per arrivare in Croazia.

"Per rifugiati e migranti viaggiare verso l’Europa e al suo interno continua a essere molto pericoloso" ha riferito Pascale Moreau, Direttrice dell’Ufficio per l’Europa dell’UNHCR. Si stima che oltre 3.100 persone abbiano perso la vita in mare l’anno scorso lungo le rotte verso l’Europa, rispetto alle 5.100 del 2016. Altre 501 persone sono morte o risultano disperse dall’inizio del 2018.

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