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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Valorizzare l'Africa per bloccare l'esodo dei migranti”

A parlare a Today è il professor Giancarlo Blangiardo, demografo dell'Università Bicocca e dell'Ismu, esperto di flussi migratori: “Se non si trova un sistema per fermare le partenze la situazione diventerà ingestibile. Migliorare le condizioni di vita in questi Paesi potrebbe essere l'unico modo per fermare questo esodo”.

Nonostante il calo degli sbarchi registrato negli ultimi mesi, l'arrivo di migranti dall'Africa rimane una delle questioni più spigolose con cui ha a che fare l'Europa e soprattutto l'Italia. Il fatto che il nostro Paese sia il porto principale in cui giungono la gran parte delle persone in fuga dai Paesi africani, posiziona l'Italia nell'occhio del ciclone, in una condizione precaria tra le difficoltà nel gestire gli sbarchi e la successiva accoglienza dei rifugiati. Per fare chiarezza sulle prospettive di questo fenomeno e le possibili contromisure da prendere per non trovarsi in una condizione ancora peggiore di quella attuale, abbiamo sentito il parere del professor Giancarlo Blangiardo, demografo dell'Università Bicocca e dell'Ismu, esperto di flussi migratori e autore di diversi libri tra cui “Immigrazione: tutto quello che dovremmo sapere”, pubblicato nel 2016. 

La ricerca dell'equilibrio

La sensazione che si percepisce è quella di un Europa impreparata alla gestione di un flusso migratorio così massiccio, ma la situazione è leggermente diversa, come spiega il prof. Blangiardo: “Non si tratta di una questione di preparazione, ma c'è una resistenza in quanto si sta cercando di capire come trovare il giusto equilibrio in questa contrattazione. L'Europa sta valutando cosa poter concedere senza subire conseguenze negative, ma spesso a prevalere sono gli interessi dei singoli Stati e non il bene comune, come invece dovrebbe essere”. 

L'Italia nell'occhio del ciclone

L'Italia, suo malgrado, si ritrova nella posizione più scomoda poiché si trova di fronte alle coste africane, ma a differenza di altri Paesi europei, è quella che di più subisce questo fenomeno: “I primi porti in Europa sono tre – spiega Blangiardo – Grecia, Spagna e Italia. La Grecia ha chiuso, la Spagna per la Spagna è diverso perché ha trovato un'ottima collaborazione con le autorità marocchine e quindi resta soltanto l'Italia, che spesso è soltanto un luogo di passaggio, ma che comunque deve far fronte agli sbarchi, che diventano sempre più numerosi”.

La proposta di Macron

Nell'ultimo vertice tenutosi a Parigi, il presidente francese Macron ha avanzato la proposta di effettuare i controlli direttamente in Africa. Un'ipotesi che potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, sempre a discapito della povera gente che quotidianamente prova questo viaggio della speranza.  Un'idea che però potrebbe essere presa in considerazione, come conferma l'esperto dell'Ismu: “Bisogna trovare una soluzione, altrimenti la situazione rischia di diventare ingestibile. Il calo degli arrivi a luglio e agosto deriva anche dall'operato di alcune bande locali che, sotto un lauto compenso, hanno effettuato questi controlli, provocando il rallentamento. L'ipotesi di fare dei controlli meno 'artigianali' potrebbe essere la via giusta”.

Cosa lasciano e cosa trovano

“E' importante – continua Blangiardo – spiegare alle persone che intendono venire in Europa che non è tutto rose e fiori come sembra. Si dovrebbe spiegare con realismo che in Europa e soprattutto in Italia, le condizioni di vita non sono così idilliache: non c'è lavoro, non ci sono posti e non ci sono mezzi.  Bisogna trasmettere ai potenziali soggetti che migrano, le difficoltà che ci sono nel venire nel nostro Paese. Non è semplice arrivare in un luogo con lingua e cultura diverse, non basta attraversare il mare per migliorare le condizioni di vita, per alcuni sarebbe meglio restare nel proprio Paese, dove magari c'è squilibrio economico, ma almeno chi ci è nato conosce bene lo stile di vita e tutte le dinamiche socio-culturali”. 

Internet e il flusso migratorio

Intanto il fenomeno migratorio non accenna ad attenuarsi, anzi, secondo le previsioni del professor Blangiardo, il numero di sbarchi potrà soltanto aumentare: “Il futuro è un'ipotesi, ma è un dato di fatto che la popolazione dell'Africa subsahariana è destinata a crescere. Con l'avvento di Internet e dei telefonini di nuova generazione, queste popolazioni vengono a sapere che altrove vi è la possibilità di vivere meglio. Un mondo interconnesso come quello in cui viviamo e la crescita demografica di queste zone sono due fenomeni che portano inevitabilmente all'aumento dei flussi migratori”.

Migliorare le condizioni di vita in Africa

Una delle soluzioni caldeggiate da Blangiardo è proprio quella di effettuare dei progetti direttamente in Africa: “Lavorare sul piano politico ed economico e migliorare le condizioni di vita e di lavoro nei Paesi africani potrebbe evitare gran parte degli sbarchi”. “Un'altra soluzione – spiega il docente della Bicocca a Today – è quella di attuare una giusta collocazione e distribuzione dei migranti a livello europeo, rallentare gli sbarchi e cercare un modo lecito di sfruttare questa mano d'opera”. 

Africa, un continente depredato

Come la storia ci insegna, l'Africa nei secoli è stata depredata di tutte le risorse di cui dispone, motivo per cui un continente così vasto e ricco si trova in una condizione di povertà e squilibrio economico enormi rispetto alla maggior parte del globo: “Il continente africano è pieno di materie prime e di mano d'opera, con la popolazione che nei prossimi 50 anni potrebbe raggiungere i 3-4 miliardi di abitanti. Quello che manca sono i capitali da investire e i progetti. Se invece di depredare questa splendida terra – conclude Blangiardo - ci fossero delle idee serie per valorizzarne le qualità, probabilmente non ci troveremmo di fronte a questa emergenza”.

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